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LUIGI -FRANCESCO VALDRIGHI

MUSURGIANA.

(Serie II. N. 1 ).

CATALOGHI

DELLA

MUSICA DI COMPOSIZIONE E PROPRIETÀ

DEL

M.° ANGELO CATELANI

PRECEDUTI

DALLE SUE MEMORIE AUTOBIOGRAFICHE

(a continuazione delia pubblicazione MUSURGIANA iniziata sino dai 1879).

IN MODENA

COI TIPI DELLA SOCIETÀ TIPOGRAFICA ANTICA TIPOGRAFIA SOLIANI

1894.

BIBLIOGRAFIA MUSICOGRAFICA

DI L. F. VALDRIGHI

MUSURGIANA {cose di musica) l.a Serie.

Musurgiana (n.

(n.

u.

1). Scrctndola, piano forte, e salterio, con tav. (premiata con medaglia di bronzo all' ultima Esposizione Mi- lanese) Modena, Olivari .... 1879.

2). Busta di antichi e rari strumenti da fiato, con ine. 1880, Firenze, Tip. del Vocabolario.

3). Bellerofonte Castaldi ed altri musicisti di Modena ivi Vincenzi e nip. 1880.

4). Tonelli violoncellista e Suor' Mariti Tluminata, organista (sec. XVIII ivi, id. id.).

5). Il phagotus d' Afranio Milano Calcografia mu- sica sacra Trp. S. Giuseppe, 1881.

6). P. Bertacchini ed altri musicisti (sec. XVII). Modena, Vincenzi, 1881.

7). I Carandini, Suor' Cesis, il Morsellino ed nitri musi- cisti (sec. XVI, VII a Vili) di Modena. ivi, id. id.

8). I Bononcini da Modena ivi, id. id.

9). Gli strumenti ad arco rinforzati del Mollenhaver, ivi, Tip. Leg. 1881. n. 10). Ricordi sulle scuole di musica jirogettate per la citta di Modena dal fu M.° A. Catelani ivi, Tip. Leg. 1882 (per nozze Gandini-Sal imbeni), n. 11). Nomocheliurgografia antica e moderna, <> Storia della fabbricazione degli strumenti, specialmente ad arco, e catalogo di quasi 5000 liutari, con note, biografi e documenti (premiata con medaglia di bronzo a Torino, Anversa, e,, d' argento, a Londra) ivi, Soc. Tipogra- fica 1884, un voi. in 4.° gr. di pag. 330. Sono in questo lavoro riprodotti gli opuscoli D'un arpa, di un violino e violoncello intagliai'» da Domenico Galli v Museo

Est.) Modena, già edito nel 1878. Tip. Moneti e Namias. Liuteria Modenese antica e moderna con catalogo di liutari ivi pure pub- blicato dal Toschi 1878.

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M.sl- ANGELO CATELANI

LUIGI -FRANCESCO VALDRIGII1

MUSURGIANA.

(Serie II. N. 1 ).

CATALOGHI

DELLA

MUSICA DI COMPOSIZIONE E PROPRIETÀ

DEL

M.° ANGELO CATELANI

PRECEDUTI

DALLE SUE MEMORIE AUTOBIOGRAFICHE

(a continuazione della pubblicazione MUSURGIANA iniziata sino dal 1879).

IN MODENA

COI TIPI DELLA SOCIETÀ TIPOGRAFICA

ANTICA TIPOGRAFIA SOLIANI

1893.

MU

"393*

ALLA MEMORIA DI

PIETRO PISAFALLOPPIA()

AMICO E MECENATE

DEL M.° ANGELO CATELANI

VOLLE DEDICATO QUESTO LIBERCOLO

IL COMPILATORE

LUIGI-FRANCESCO VALDRIGHI

(*) Pietro Pisa-Falloppia, tiglio di Carlo distintissimo medico Mo- denese, fu grande amatore di musica e buon' violinista : è morto nel casino della sua villa di S. Martino di Mugnano alli 3 giugno 1893, nella quale pure mancò ai vivi, villeggiandovi, il M.° Catelani, ai 5 set- tembre del 1866.

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AL LETTORE.

Inauguro la 2.a serie della Musur giano mia coi Cata- loghi della musica di composizione e proprietà d' Angelo Catelani di Guastalla, maestro di musica, il quale passò gran parte della sua carriera artistica in Modena, a comple- mento opportuno dei quali giudicai corroborarli e illustrarli colle di lui memorie autobiografiche inedite, già possedute, in originale, dall'amico mio Pietro Pisa-Falloppia, che, prima di farne un presente a persona di comune amicizia, in- sistentemente mi consigliava di annotarle e pubblicarle (').

Già, in due numeri (2) dell' accennata Musur giano, tenni parola d' Angelo Catelani.

E ai lettori non spiacerà, suppongo, riscontrarne qui la riproduzione in parte, che con qualche leggiera variante, portata da necessarie rettificazioni, intendo sopperisca al compito della prefazione.

Nulla qui aggiungo e non voglio tessere

la storia di lui, perchè alla sua autobiografia non potrei annettere nuove particolarità, e ad esse perciò rimando gli scrittori futuri della nostra storia musicale locale. Catelani lasciò una numerosa raccolta di composizioni vocali e stru- mentali, sacre e profane, d} autori antichi e moderni, certi ed incerti, svariatissime e rare : infinito numero pure d' opere

VI PREFAZIONE

ed opuscoli di storia, letteratura, biografia musicale etc. in varie lingue: (') una raccolta di libretti melodrammatici e una cassetta di quasi 300 ritratti di musicisti, completata da più d' otto statuette, in terra cotta, rappresentanti artisti celebri : arerà in quest' ultima specialità di raccoglitore di ritratti imitato il M.° Giuliani (4). Rossini lo tenne in gran conto, e difatti, in data 12 settembre 1866 il gran maestro scriveva al cav. Vincenzo Sighicelli, che, per caso, trovavasi in Modena in detta epoca, ne' seguenti termini: « JJ apprendere dalla vostra lettera che il povero mio amico « e collega Catelani è gravemente malato, e senza speranza « di guarigione, mi addolora infinitamente. S' egli venisse a « mancare tra i viventi sarebbe una gran perdita: dotto, « onesto, com' egli e, non sarà mai rimpiazzato, e io ne sono « oltremodo afflitto. Vi prego scrivermene, e per togliermi « dalle pene eli' io provo, s egli vive ancora, vi prego fargli « sapere V interesse eli' io prendo al suo soffrire ».

Ritengo che queste inedite e calde parole del Rossini valgano biografie, autobiografie , e tutte /' epigrafi, e i belati dei pedanti, e gli erigano un vero aureo monumento.

Luigi-Francesco Valdriohi.

NOTE COROLLARIE

ALLA

PREFAZIONE

(1) Il ms. originale dovrebbe essere quello al presente posse- duto dalla Sig.a Maria Bonacini, nata Fontana. Altre tre copie (a mia saputa) n'esistono: una appartenente al N. U. Francesco, di Camillo Baggi di qui, la 2.a al Conte G. Ferrari-Moreni, a me la 3.a, dalla quale ora traggo la stampa, ommettendone però al- cuni tratti troppo intimi, troppo personali, e talvolta anche sover- chiamente liberi. Ciò non ne guasterà l'insieme interessante; e chi fosse curioso di conoscere il ms : in tutta la sua integrità, potrà rinvenirlo nella biblioteca Estense alla quale, unitamente a questo esemplare donai ]a mia copia ms. estratta da quella dell'amico F. Baggi.

Avvenuta nel 1866 la morte del Catelani in S. Martino di Mugliano presso Modena il fu M.° Luigi Golfieri, mio concittadino e collega, pubblicò, nella Galleria artistica del Giornale di Venezia La Scena, un sunto, anzi, in molti brani, una copia di queste ine- dite memorie.

(2) Mnsurgiana n." 8 (Serie l.a). I Bononcini da Modena musicisti de' Sec : XVII e XVIII ( cont : delle annotazioni bio-biblio- graflcbe di musicisti Modenesi, pp. 3 e segg. : e Mnsurgiana (serie id.) n.° 14. Alcune ristrette biografie di musicisti Modenesi e dell'antico dominio Estense, specie degli ultimi tempi, a compi- mento della 1." serie della pubblicazione Musurgiana, cominciata nel 1879, pp. 12 e segg.

(3) Nel 1869 la Sig.a Giulia Catelani sorella del defunto M.° An- gelo vendeva all' Estense per 154 L. circa trentadue opere musicali tanto tecniche che di composizione ; nel 1871 poi, assenziente il di

Vili

NOTE COROLLARIE ALLA PREFAZIONE

lei fratello Cav. Giuseppe, donava allo stesso Istituto 118 pezzi musicali mss. e taluno stampato, partiture etc, la maggior parte da chiesa. Ciò si ha dal protocollo dell' Estense e dai Cenni storici sulla stessa, prodotti, per la stampa dal Cappelli in Modena nel 1873, così accrescendosi sempre più la preziosa suppellettile musicale della detta biblioteca, alla quale io stesso feci dono di quanto di letterario acquistai in questi ultimi anni dagli eredi dei congiunti del M.° Angelo.

(4) Il tempo porta luce, e ciò fa vedere quanta sia la difficoltà d' essere esatti nel particolareggiare le biografie. Sino al novembre dello scorso anno si è sempre creduto che la corrispondenza Ga- spari col Cat etani e la raccolta dei ritratti fossero smarrite. Nulla di meno vero.

Le molte lettere del Catelani al M.° Gaspari di Bologna stanno dopo la morte di quest' ultimo in quel Liceo Musicale. Le infinite invece del Gaspari al M." Angelo, supposte disperse, furono avven- turosamente rinvenute nello scorso anno presso parenti del maestro ed acquistate dall' Avv.to Leonida Busi di Bologna. Parte poi della raccolta dei ritratti di maestri di musica dovrebbe ancora trovarsi, a quanto m' assicurano, presso gli eredi che possedevano le lettere di cui qui si ragiona.

MEMORIE AUTOBIOGRAFICHE

Nacqui in Guastalla li 30 marzo 1811, e il 3 aprile fui battezzato al suono di un organo eccellente di Giu- seppe Serassi ('). Il sacerdote Vincenzo Corradi, fratello di mia madre, che allora faceva da curato, mi battezzò ; mi fu padrino certo Don A. Z. ex francescano .

che . . . tristamente finì i suoi giorni in Toscana. Suonava l' organo il maestro Antonio Ugolini organista della cattedrale ; egli aveva studiato alcun poco a Reggio sotto il vecchio Rabitti (2) e forse sarebbe riuscito qualche cosa sotto un buon maestro. Ora (1864) Ugolini è impiegato nell' ufficio della posta di Reggio ed è vecchio assai.

II.

In età ancora quasi infantile fui costretto da mio zio a studiare la musica. Perciò commise ed acquistò con in- gente spesa, un pianoforte di Vienna fabbricato, se ben mi ricordo, da Giovanni Yug (3), con cinque pedali ( compresa la banda ) di sei ottave dal fa al fa, e tutto a tre corde. In quel tempo fu oggetto di meraviglia in Guastalla, e forse i Guastallesi non avevano torto. Il detto Ugolini cominciò

2 MEMORIE AUTOBIOGRAFICHE

ad insegnarmi alla meglio, senza metodo, s' intende. Le prime sonatine mi riuscivano, con grande consolazione di mio zio e dei parenti che mi adoravano ; gli amici di casa mi proclamavano un prodigio: usanza antica come il mondo, e che durerà quanto il mondo ! La musica a poco a poco Unì col piacermi, quantunque sentissi una grande propen- sione per la pittura. Non esisteranno forse più i miei saggi di pennello in una cameretta del palazzo Ducale di Gua- stalla, dove nacqui, e crebbi sino a dodici anni (4).

III.

In breve tempo la musica ed il pianoforte mi diven- nero uggiosi. Non era capriccio od instabilità. Il metodo dell' istruzione che ricevevo da Ugolini non era metodo ; niun' esercizio, niun portamento di mano, niun' progresso in conseguenza. Non mi riuscivano i passi o per caso riu- scivano trovandomi solo ; in presenza di qualcheduno i pa- sticci si succedevano frequenti e scandalosi. Mio zio, dotato di un certo gusto, ma non intelligente, attribuiva a mia negligenza la colpa del maestro ; n' ebbi rimproveri senza line ; per castigo fui messo in una bottega da ciabattino vicina al duomo, e dovetti far lo spago : (5) questo castigo non durò più d' una giornata, perchè il ciabattino (era anche campanaro del Duomo ) non volle saperne della mia edu- cazione, ed ebbe da Ugolini altrettanti rimbrotti; e cesi passarono i miei primi anni.

IV.

Nel 1823 fui chiamato a Modena da' miei genitori, in- torno ai quali dirò due parole. Mio padre Giovanni era di Reggio iiell' Emilia. Quantunque egli fosse offìcialmente tì- glio di un agricoltore, tutti lo conoscevano per tìglio ille- gittimo di un marchese Tassoni (V!). Mio padre fu allevato signorilmente in Reggio, dove abitava in una casa appar-

MEMORIE AUTOBIOGRAFICHE 3

tata, sotto le cure di quel Marchese. Questi aveva uu altro tìglio legittimo, cui (sembra) aveva confidato il segreto concernente 1' origine di mio padre. I due fratelli si ama- vano apparentemente e si sarebbero divise, senza rancore, le ricchezze paterne. Quando una mattina il vecchio mar- chese fu trovato morto nel suo letto, colpito da sincope: mio padre fu espulso dall' appartamento che abitava, spo- gliato fino dell' orologio e messo sul lastrico. Il vecchio marchese aveva già fatto il suo testamento ; ma non era firmato e legalizzato. So che a quell' epoca non mancarono i pettegolezzi ed i commenti intorno a questo fatto bnjo (°). In questo frangente, mio padre si collocò garzone nella tipografìa Davolio ; quindi passò ad un impieghetto civile nel Municipio di Guastalla. In questa piccola città conobbe mia madre e la sposò. Caduto Napoleone I, mio padre tornò a Reggio sotto Davolio ; in seguito si trasferi a Mo- dena compositore della stamperia Vincenzi. Dopo molti anni ottenne un impiego in Finanza e finì i suoi giorni per paralisi recidiva nel 1843, agli undici di settembre.

V.

L' ottima mia madre, Laura Corradi di Guastalla, era figlia di un povero barbiere carico di numerosa famiglia. A poco a poco le femmine si maritarono, i maschi si die- dero a qualche mestiere ed ora sono tutti morti. Il fratello di mia madre, Vincenzo, avendo presa la carriera eccle- siastica, riformò la casa Corradi e la mantenne in un certo decoro ; egli mi volle con se, e, dopo di me, qualcuno di mia famiglia sempre stava in Guastalla da lui ben trattato e svisceratamente amato. Mia madre di quando in quando da Modena si portava a Guastalla ivi trattenendosi alcune volte più mesi ; di poi non ripartiva senza soccorsi di roba o denaro, essendocene mio zio prediligeva la sua sorella Laura. Questo buon prete morì di paralisi nel 1848 ; 1' ottima mia madre soccombette dello stesso morbo nel 1855 li 6 febbraio, essendone stata colpita li 16 luglio 1853.

MKMOltlE AUTOBIOGRAFICHE

VI.

Quando i miei genitori riuscirono a levarmi da Gua- stalla, nel 1823 come ho detto, subito si diedero premura della mia educazione. Fui ammesso nel collegio (:; dei Ge- suiti, i soli insegnanti legali in Modena; provvisoriamente entrai in grammatica superiore; ma al nuovo anno scola- stico passai tosto in media. Era prefetto delle scuole il P. Giacomo Gianotti, Romano (?) (*), allora onnipotente, vittima più tardi del governatore Coccapani : ignoro per qual con- tesa ( '). So che il Padre Gianotti, dopo vari anni di asso- luta dittatura scolastica, e forse politica, fu allontanato da Modena e depose V abito gesuitico. Andò a Roma nella Chiesa della Pace, fé' il Predicatore qua e là, passò a Ra- venna, quindi a Cesena segretario di quel vescovo, ed in quest' ultima città terminò, vecchio, la sua carriera mortale. ( Srianotti mi amò, mi protesse, mi soccorse come un secondo padre: mai dimenticherò quest'uomo straordinario, mal conosciuto e (credo) mal giudicato a Modena.

VII.

Gli studi scolastici e T uffizio di segretario del Padre

Prefetto non impedivano che m' applicassi anche alla mu- sica.. Mio zio avevami donata una spinette), a tavolino, di cinquanta tasti, nel suo genere bellissima. Deploro di averla venduta, alcuni anni dopo, per tre zecchini; e ciò fu quando lo stesso mio zio mi fece dono di un pianoforte a coda fabbricato a Parma dal Gherardi (l0 . di sei ottave dal fa al fa, coi tasti lunghi neri. Dalla spinetta al piano forte fu un bel salto; e così a passo a passo sono giunto al verticale di Parigi portante il nome di Gavioli, Modenese, celebre fabbricatore di organi a cilindro, ed assuntore, per pochi anni, della fabbrica Pleyel (verticali) ("). Il nome di Gravidi è dunque prestato al mio pianoforte, quantunque

MEMORIE AUTOBIOGRAFICHE 5

il bravo meccanico di Modena, vi abbia praticata qualche innovazione, se non in altro, nella estrema esattezza della costruzione e principalmente nella solidità ed agevolezza della tastiera. Tre o quattro pianoforti soltanto, simili al mio, e forse inferiori di bontà e tono di voce portano il nome di Gavioli, e si sono venduti in Modena 1000 franchi.

Vili.

Nel 1823 la mia famiglia abitava, nella contrada delle Case Nuove, una parte dell' appartamento condotto dai Vecchi del Finale (12), in casa Cialdini (ì3) al terzo piano, di confine alla casa Malavasi. La famiglia Vecchi brillava allora in Modena per più motivi. La signora Celeste, la madre, era un avanzo di bellissima donna, dotata di spirito e fran- chezza ; essa regolava la famiglia. Il figlio Cesare suonava egregiamente il pianoforte e componeva con gusto, quan- tunque allievo di se stesso. Dava lezioni e guadagnava tanto da mantenere la famiglia, nobile sì, ma decaduta. La Carolina, dell' età di circa 16 anni, era un fiore di bellezza e di grazia ; cantava e suonava benino, recitava stupendamente nel piccolo teatro Filodrammatico, ora- chiesa di S. Rocco (N). L' amabilità della Carolina era affa- scinante ; tutti erano di lei innamorati e ninno ha saputo o potuto conquistare quel tesoro, sposandola . .

6 MEMORIE AUTOBIOGRAFICHE

IX.

Le lezioni del buon Cesare mi giovarono, perchè vòlte a riformare il portamento scorrettissimo delle mie mani. Imparai a conoscere il professore Giuseppe Asioli fratello del celebre Bonifazio, che mi accolse e mi trattò quale figlio, esercitandomi a suonar seco a quattro mani. Giuseppe Asioli era suonatore ammirabile, non inferiore al Cramer, da lui conosciuto a Londra e praticato come collega ed amico.

Il tocco di G. Asioli era brillante, forte, nitido ; le più grandi difficoltà erano un gioco per lui : la prontezza del- l' occhio gareggiava con quella delle mani ; talché alla seconda esecuzione qualunque pezzo, antico o moderno, fan- tasia e fuga, riusciva inappuntabilmente. Non amava che la musica buona, i suoi autori prediletti erano Clementi. Cramer, Dussek, Hummel, Moscheles e pochi altri.' Ma egli non era che esecutore; originale e strano di carattere, poco socievole, e differente assai dalla moglie, la signora Enri- chetta Rosaspina di Bologna. Non ho mai udito suonatore, come 1' Asioli, più sicuro, vero ed esatto, senza ciarlata- neria o senza ripieghi, senza smorfie e senza superbia. Mi considerava come un pari suo e voleva persuadermi essere io un buon suonatore! Gli è vero purtroppo che l'abilità somma di G. Asioli mi avvilì ed a poco a poco mi disgustò dal pianoforte, sul quale ben m' accorsi non avrei fatto giammai la centesima parte di quanto faceva quello spa- ventevole esecutore. Tuttavia a quattro mani la duravo per amore o per forza, eccitato dallo stesso Asioli. I miri primi ghiribizzi per pianoforte li scrissi allora; quelle sciocchezze erano decantate da Asioli e suonato con entu- siasmo. Eccomi dunque compositore, senza saperne un' acca ; eccomi proclamato suonatore, senza saper eseguire un pezzo solo come si deve! Di quattordici anni o quindici si co- rnine in a parlare di me in Modena.

MEMORIE AUTOBIOGRAEICHE

X.

Accrebbe la mia rinomanza V essere diventato io il so- stituto generale dell' organista Malagoli, al servizio di quasi tutte le chiese di Modena (lfi). Galoppino per eccellenza? passavo da questo a quell' organo, anche nelle ore di scuola, per concessione indulgente del Padre Gianotti. Correva la voce per tutta la città del mio suonare all' improvviso sul- l' organo, della mia fantasia, del mio genio straordinario! Venivano i dilettanti a udire le mie prodezze ; il marchese Raimondo Montecuccoli-Laderchi (i:), fra questi, non man- cava ; talvolta in luogo del levamantici, faceva egli da facchino. Sabbatini Giovanni mio compagno di scuola, im- piegato prima a Torino, ora a Firenze dopo il trasferi- mento della capitale, era il mio levamantici nella chiesa di S. Barnaba (1S). Malagoli, in compenso dei miei servigi, prometteva darmi delle lezioni, mi aveva ceduto l' ono- rario della confraternita di S. Luigi (ottanta lire di Mo- dena annue) o m'invitava a pranzo tutte le feste. In quanto alle lezioni di Anselmo Malagoli, meglio è che sieno rimaste una semplice promessa.

XI.

Cosi passarono alcuni anni, finche le strettezze di fa- miglia mi obbligarono a dar' lezioni di pianoforte, in ra- gione di uno scudo al mese. Un giorno mi fu chiesto se avessi voluto istruire un giovane nel leggere e scrivere, al che risposi affermativamente. Questo giovinotto, più grande di me, veniva di fatti a casa mia regolarmente e studiava con amore e gustava la lettura di pochi classici. Studiava anche il disegno, promettendo molto. Era questi Domenico Baroni (10), contadino di S. Agnese, mantenuto e beneficato dal suo padrone il dott. Fortunato Soli-Muratori (tJÌ). Questo nobile ed egregio signore alle più rare virtù accoppiava

8 MEMORIE AUTOBIOGRAFICHE

un merito singolare ; prodigar l' oro in beneficenza, nel segreto, senza che una mano sapesse dell' altra. Era pio, non bigotto od ipocrita, come avrebbe desiderato lo sciame dei sanfedisti abitanti la sua casa e ricoverati presso un suo fratello prete, morto poi rettore del Seminario (2I). Il dott. Fortunato viveva in buona armonia con tutti, col fratello specialmente ; ma da questi diviso di beni e di apparta- mento; era vedovo di una Pindemonte di Verona, parente delle più illustri famiglie, e considerato e stimato da tutti per la sua probità.

XII.

Mi spunta una lagrima pensando a questa fenice degli uomini!.... se il paradiso esiste, egli è là; per lui solo dovrebbe esserci il paradiso !

XIII.

Benefìzi d' ogni maniera piovevano su me e sulla mia famiglia dissestata e bisognosa per lunghe malattie e per gli scarsi guadagni. Mio padre era stato congedato dalla tipografia Vincenzi, dopo averlo questa pagato per più anni, senza che ei potesse servire come una volta. Attaccato da mali scrofolosi al collo ed al braccio destro, mio padre era inabile a qualunque lavoro; appena si poteva trascinare alla tipografia e sorvegliare gì' impiegati. Questo era molto per gl'interessi del negozio, pel quale aveva mio padre sacrificata la vita ; ma la sola sorveglianza era poco alle esigenze degl'interessati. Ove la provvidenza del Mura- tori fosse mancata, saremmo piombati nella miseria. Mu- ratori vedeva il nostro stato e provvedeva, sempre a titolo di compenso per le mie premure verso il Baroni. Questi finalmente fu mandato a Firenze, e non pertanto cessarono i benefizi del Muratori a favor mio. Crebbero al contrario ; mi volle suo ospite in città ed in villeggiatura, contentandosi della mia compagnia! L'unico figlio clic egli aveva, da pa-

MEMORIE AUTOBIOGRAFICHE 9

recchi anni era nel collegio dei nobili, ora detto di S. Carlo; le figlie erano in monastero, educande. Muratori era felice di avermi dappresso. Con tutto ciò mi propose di andare a Napoli per tre anni a studiare musica e a tutte sue spese; io accettai con trasporto, essendomi affezionato all' arte, dopo conosciute le prime opere di Bellini e dopo avere studiate e copiate molte composizioni di Rossini. Mi cre- devo destinato a brillante carriera teatrale.

XIV.

I giovani s' illudono sempre ; io ne ho la prova in me medesimo. Senz' alcuno studio preventivo io scriveva ro- manze, cantate, musica da pianoforte ed anche musica in partitura ! Ho conservato diversi aborti di quella mia età giovanile ; perciò dico che allora io era in preda delle illu- sioni. Prima di partire per Napoli fui condotto a Correggio dal professore Giuseppe Asioli, volendo questi presentarmi al celebre suo fratello Bonifazio. Le tristi cose che io seppi dalla bocca del maestro intorno al Conservatorio di Napoli mi afflissero; ma le tacqui al Muratori e cercai nasconderle a me stesso. Sicuro che nulla sarebbe mancato alla mia famiglia durante i tre anni che doveva passare nel Conser- vatorio di Napoli, partii da Modena il giorno 24 settembre 1831 ; ero ben provveduto di denaro e la diligenza era pa- gata fino a Napoli, con facoltà di soffermarmi in Roma a mio grado. Una lettera per i banchieri Farjasse e Giusso, m'accreditava a Napoli di una somma calcolata sufficiente a mantenermi colà tre anni. A Pesaro vidi il mare la prima volta; era in tempesta: ho sempre amato Pesaro per l' emozione provata a quello spettacolo. In Ancona udii quasi tutta l' opera Gli Arabi nelle Gallie di Pacini, ese- guita dal David (;2). A Roma giunsi all' aurora di una bel- lissima giornata di settembre e rimasi estatico entrando per la Porta del Popolo. Stanco del viaggio, dormii sessanta e più ore di seguito nell' albergo della Giacinta Cesari in Piazza di Pietra (23) : mi credettero morto e mi svegliarono

10 MEMORIE AUTOBIOGRAFICHE

scalando la finestra che avevo lasciato socchiusa nella prima stanza del mio appartamentino.

XV.

Riparai alle due giornate, perdute dormendo, con cor- rere qua e per tutta Roma, cominciando dal Vaticano. Io ero in un mondo nuovo. Udii al Teatro Valle la Matilde di Chabran eseguita dall' Ungher che m' incantò. Impa- ziente di arrivare alla meta del viaggio, ripresi la dili- genza per Napoli, dove entrai a mezzo il giorno 5 di ottobre. Le impressioni di Roma dileguarono all' aspetto di Napoli, dei dintorni, del Vesuvio, del golfo incantevole, del moto incessante di quella città. Presi alloggio nell'albergo di Lombardia in Piazza Castello, uno dei migliori siti di Napoli. Non dormii tutta la notte pensando dove io era, e udendo il rumore delle strade, e le ore di un' orologio che sonava tutti i quarti. Non capivo quelle ore ; 1' orologio era regolato all'Italiana (2I), come tutti gli orologi di Napoli allora, meno quello del palazzo reale. Il fracasso delle vie e dell' orologio m' inquietavano assai. Escito la mattina successiva di mal umore, il parapiglia di Toledo mi pareva insopportabile a lungo andare ; mi girava il capo, mi spa- ventavano le carrozze, mi stordivano le grida, mi pestavano gli urti delle persone, dei venditori, degli asini a doppia bisaccia ecc. ecc. Napoli insomma mi sembrò una casa del

diavolo, orribile ed antipatica! Oh! quanto mi sbagliai

quel primo giorno ! Una settimana dopo tutto fu cambiato agli occhi miei, ed in che modo cambiato! Gli orologi stessi all'italiana mi piacquero tanto, che puntai all'ita- liana la mia ripetizione di Courvoisier. È vero per altro che non sapevo mai l'ora precisa, ma in quei primi giorni non mi occorreva saper le ore che avrei desiderate più lunghe, come più brevi avrei desiderate le notti.

MEMORIE AUTOBIOGRAFICHE 11

XVI.

Una lettera commendatizia, della contessa Barbara Gri- maldi C25) al Marchese Malaspina, mi giovò immensamente. Il marchese era originario di questi paesi, credo della Lu- nigiana , ma era diventato Napolitano per lungo soggiorno e per essere colà ex colonnello di cavalleria e ciambellano di Ferdinando II, dopo il 48 sopranominato bombar datore. Da pochi mesi costui era salito sul trono delle due Sicilie e si era guadagnato il titolo di re guerriero per avere ri- formato e disciplinato 1' esercito. Era giovine e si speravano grandi cose da esso ; la storia ha registrate le sue gesta ! Il marchese Malaspina non cessò di colmarmi di gentilezze, finché stetti in Napoli. Tosto m' invitò a passare alcuni giorni in una villa di sua proprietà sulla riva del mare, fra la Torre del Greco, e la Torre dell' Annunziata, in luogo solitario, incantevole. feci conoscenza ed amicizia col Vesuvio, intorno al quale passeggiavo ore ed ore ; ebbi tutto l' agio di esaminar Pompei e gli scavi, Ercolano ò i suoi sotterranei, Castellani are ed i suoi cantieri. mi era dato di godere il più bel mare della penisola, a vista di Napoli, di Camaldoli, di Pòsilippo, di Capri, e di Sorrento, l'Eden del golfo. m' innebriai ne' profumi de' fiori, delle siepi di rosmarino, di spiconardo, di gelsomino, dei bo- schetti di limoni, portogalli ed olive. gustai le frutta squisitissime, le triglie di scoglio, le murene, le spinole, i dèntici, le ostriche, i calamaretti (?f) ed ogni fatta di cibi peregrini al mio palato. La tavola del marchese era una nuova meraviglia per me con quel gustoso Gragnano, con il legittimo Lacryma Christi, che tosto mi faceva girar la testa con gran divertimento dei commensali. I quali erano, tutti i giorni, nuovi, e ricchi, e brillanti, e titolati ; chi principe, chi duca, chi barone, chi marchese o conte. Donne non venivano, ma io ne vedevo di belle e maestose la sera nelle conversazioni di Portici, dove mi conduceva il mar- chese, presentandomi come forestiero di Modena, una specie

12 MEMORIE AUTOBIOGRAFICHE

di bestia rara. La mia figura ed il mio parlare non di- spiaceva a quelle signore, e neanche a que' signori, che esclamavano : « come parìa bello ! »

XVII.

Queste ed altre felicità terminarono (ahi troppo presto!) alla metà circa di ottobre. Il Marchese tornò in Napoli : io mi disposi ad entrare in collegio. Entrai difatti in quel- l' orrido sito il 19 di detto mese. Fétis ha stigmatizzato il così detto B,eal Collegio di S. Pietro a Majella; s'egli ha ecceduto nel giudicar Zingarelli, nel resto è stato an- che al disotto del vero. Quello stabilimento unico era 1' avanzo dei quattro Conservatori Napolitani, tanto celebri una volta

Altro non aggiungo intorno al caro collegio, tranne quello me riguardante, altrimenti non basterebbe la carta, e forse non mi si crederebbe da coloro che non sono stati dentro. Molti miei colleghi vivono ancora e ricordano il governo del collegio al tempo di Ferdinando II,

Sappia intanto chi legge che il direttore Zingarelli, Cre- scentini, e gli altri professori insegnanti non avevano in- fluenza alcuna nell'azienda del Collegio, fuori la istruzione artistica.

XVIII.

Entrando in Collegio, i convittori a pagamento sbor- savano ducati w24 a titolo di entratura, ducati tre a titolo di contratto o rogito, che non si faceva mai. e ducati nove al mese di dozzena. Lo stabilimento si obbligava (nel sup- posto rogito) <li passare all' alunno il locale, l'istruzione.

MEMORIE AUTOBIOGRAFICHE 13

il vitto ed il vestito da casa, da estate, da inverno. Una volta si passava anche V uniforme per uscire. Generalmente non si dava il vestiario, contentandosi gli alunni di pochi carlini in correspettivo : e così per 3 anni, sempre conti- nuati da altri trienni, (tanto doveva durare il vestiario) vedevasi un collegio di pezzenti e puzzolentissimi giovani. Gli alunni a pagamento accettavano il vestiario e si man- tenevano con proprietà, formando come l'aristocrazia del Collegio. Per uscire ognuno vestiva a norma de' proprii mezzi, ugualmente i piccoli, quantunque uscissero in ca- merata. Per conseguenza la sudiceria e gli stracci del Eeal collegio di San Pietro a Majella andavano in processione per le strade di Napoli. Le due camerate dei piccoli si ritiravano alle ventiquattro ore ; le altre due dei grandi e dei mezzani si ritiravano più tardi, anche a notte inoltrata, anche all' indomani, regalando il portinaio ed il prefetto con qualche carlino. Io apparteneva alla camerata dei

grandi.

XIX.

Prima di fare la mia entrata solenne in Collegio mi presentai al direttore signor maestro Nicolò Zingarelli con una commendatizia del signor Giovanni Galeotti di An- cona professore di corno al servizio della Corte di Mo- dena ("''). Il buon Zingarelli non si ricordava più di questo Galeotti di averlo avuto suonatore in alcune funzioni straordinarie a Loreto. Tuttavia fui gentilmente accolto, interrogato, esplorato per meglio dire. Dopo brevissime parole il buon vecchio, levandosi la bianca berretta di cotone che gli copriva il capo venerabile ( conservo una di queste berrette come una specie di reliquia ) (2S) mi disse vivacemente : « Tornate, tornate subito a Modena. Che « volete far qui ? che volete imparare in questo collegio ? « Che sperate?... » Allora mi sovvenne di Bonifazio Asioli, e restai muto, impietrito. « Che sperate, continuava Zin- « garelli, da uno stabilimento senza ordine, senza disci- « plina, senza metodo? Volete

14 MEMORIE AlTOBIOCrRA FICHE

« gettare il denaro, sacrificare la vostra gioventù, il vostro v< avvenire?... » Zingarelli continuava, ed io più non udiva: nascosi la faccia nelle mani e piansi.... Senza aprir bocca, senza congedarmi, fuggii come forsennato.

XX.

Il giorno successivo tornai da Zingarelli che trovai occupato a dar lezione a parecchi giovani del Collegio, oltre a due frati: l'uno Dionigi Cantelli minor Conven- tuale, l'altro Antonio Costantini minor Riformato. Mi fu fatto cenno di attendere. In pochi minuti gli scolari ave- vano sgombrato, ed io mi trovai solo con Zingarelli. « Po- « vero giovine, disse, venite qua e ditemi che pensate di « fare ». Risposi che sarei rimasto a Napoli ed entrerei convittore, quando egli mi assistesse, mi proteggesse, mi istruisse. Lo informai delle precedenti mie operazioni ; gli dissi di aver pagati i ventisette ducati, più sei mesi anti- cipati di dozzena; di aver acquistato il letto, la cassa, e tutto T occorrente, compreso un pianoforte. « Poiché siete « ricco (!), seguitò Zingarelli, e vi piace restare, così sia. « Io sono tutto per voi e non vi abbandono, se starete « con me. Una volta per sempre vi dico di guardarvi da « tutti coloro che abitano qua dentro; sarà meglio per voi. « Siate cristiano, custodite la vostra anima ed il vostro « corpo dai mille e mille pericoli, dalle insidie del pai « e de' vostri coetanei; del resto non temete. Io sono un « povero vecchio, sono un maestro (/inoliato, ma v' inse- « gnerò quel poco che so. Verniti4 alle mie lezioni, coi pochi « alunni che avete veduti testé: ma non basta: venite « quando avete bisogno di questo « povero vecchio ». Ciò detto, mi allungò la mano che baciai riconoscente. « Ora « fatemi conoscere quello che sapete di musica » Grli mostrai alcune composizioni fatte a Modena ohe attenta- mente esaminò lino a tre volte. « Dio vi ha dato del talento vi chiama a scrivere musica saura » (nota che i miei scarabocchi erano di genere profano, da camera, da teatro

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«studiate e riuscirete. Comincierete dalla scala a duo; « ricordatevi che in armonia la quarta scende, la settima « sale » così. E scrisse in un pezzo di carta il seguente esempio :

^

^"1 1 1 «In»"1

Non compresi allora questa teoria, cardine di ogni modulazione e tacqui. Zingarelli si alzò e mi condusse al- l' uscio formato di tavolacele bianche e rozze in un oscuro corritoio. Baciatagli nuovamente la mano, mi avviai. Fatti pochi passi, la voce di Zingarelli mi richiamò. D' un salto gli fui dinnanzi. « Ascoltate, disse sotto voce, penserò io « a provvedervi di un confessore ». (Fu costui un D. Do- menico Zelo che poi, credo, diventò vescovo : qualche volta lo vedevo nel coro della chiesa dello Spirito Santo a To- ledo ). E chiuse la porta ; lentamente scesi le scale ; pare- vami d' essere contento, e lo era difatti in quel momento.

XXI.

I miei studi sotto Zingarelli progredirono nel modo seguente: scale e disposizioni a 2, 3 e 4 voci. I bassi mi erano forniti dal maestro. Fughe a 2, 3 e 4 voci : solfeggi con basso continuo, spesse volte in istile fugato. Per eserci- tarmi a scrivere per le voci composi un numero stragrande di ariette, con o senza recitativo, tolte da drammi del Me- tastasio, Salve regina,, Ave Ma,ria ecc. ecc. ora con basso continuo, ora con accompagnamento di quartetto, rare volte

16 MEMORIE AUTOBIOGRAFICHE

con piccola orchestra. Così il numero delle voci 'non più di quattro ; variava a mio talento. Contemporaneamente studiai tutta 1' opera del Fenaroli « Dei Pari (menti » l'altra di Durante altresì, sotto il maestro Fumo, vecchio allievo dello stesso Fenaroli. cui venni raccomandato da Zingarelli. Il bel canto lo studiai presso Crescentini che mi voleva bene e m' invitava a pranzo generalmente il mercoledì. Zinga- relli e Crescentini si odiavano cordialmente : ma seppi man- tenermi nella buona grazia dell' uno e dell' altro a via di prudenza. Con Crescentini viveva un suo nipote di nome Custode,' cangiato di poi in Gustavo. Ora è Sindaco a Ca- stelpiano presso Jesi, è ammogliato da circa venticinque anni, ha un figlio ed una figlia che sta per maritarsi a Senigallia. Ho riveduto questo vecchio amico Gustavo a Pesaro, in occasione delle feste Rossiniane, agosto 1864, e dopo tanti anni non ci saremmo riconosciuti. Commensali di Crescentini al mercoledì erano un certo Vulpes. amenis- simo e carissimo originale, traduttore di Silio Italico, Do- menico Quadri maestro di musica. ( fratello di un rinomato oculista ) morto a Milano di asma e di dolore pel fiat che fece colà il suo bislacco sistema di armonia, e qualche altro. Anche Zingarelli talvolta m' invitava al suo pranzo da vero cenobita. I migliori miei amici di Collegio furono il maestro Lauro Eossi, ora direttore del Conservatorio di Milano, Curci, Lillo, maestri anch' essi. Brutti di Perugia. morto nel 1864, e Mazzotti di Ravenna, cantanti. Bassini di Cuneo violinista. Xigri Gabriele pianista e maestro, fratello li Sergio ottimo flautista, morti ambedue. Michele Mal- medye di Liegi maestro. Mirate cantante. Sarmiento di Palermo maestro, Cerimele maestro e pianista, Gambale maestro ecc. ecc. Molti di costoro sono già morti! molti dispersi pel mondo !

XXII.

Altre mie conoscenze di Napoli furono, tra gli artisti di musica, i maestri Fabrizi, Tancioni, Gagliardi, Balducci, Sogner. Speranza. Moretti. Cohen. And rea tini, C

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della, David Gio., Conti, Busti, Luigi Piccioli bravo chi- tarrista, Mario Aspa altro maestro, Giacinto Manas, Luigi Lablache cantanti, Giuseppe Siesto cantante anch' esso, Vin- cenzo Fioravanti maestro, Casacciello buffo, Combi maestro, Festa 1.° violino, Marra e Sedelmayer contrabassi di S. Carlo ed altri molti che ora non ricordo e che non interessano nel mio racconto.

Mentre ero convittore in S. Pietro a Majella Bellini venne in Napoli ed alloggiò nel Collegio presso 1' amico archivista Maestro Francesco Flòrimo. Lascio immaginare con quanta gioia avvicinai l' autore della Sonnambula e della Norma, trovandomi qualche volta terzo fra Bellini e Donizzetti! Di celebri uomini ho avvicinati a Napoli Walter Scott, Boil- clieu, Beriot e la famosa l.a donna Maria Malibran. Praticai diverse case, ma senza regolarità e rapporti intimi. Fui abituato al negozio di musica Girard, da cui prendevo a nolo musica e spartiti a mio piacere. Quel negozio, posto in Toledo sotto il palazzo di Finanza, era il convegno dei maestri, cantanti, sonatori e di ogni generazione di artisti. vidi e conobbi tanti illustri, non illustri, rinomati, senza nome, galantuomini, ciarlatani ecc. ecc. ho veduto Mas- simo d' Azeglio, ( fui un suo primo associato alla prima ediz. del Fieramosca) Beriot, Pierangelo Fiorentino, Pacini, Coccia, Borsini di Siena, 1' inevitabile Bindocci, (20) Cam- marano, Smith, Checcherini, (30) Torelli fondatore dell' Om- nibus, Donizzetti, il gran Donizzetti, di cui divenni scolaro, come dirò in seguito. Prima di ricominciare la narra- zione è necessario che io rammenti una famiglia che terrò nel cuore finché avrò vita. Questa famiglia ed altri buo- nissimi amici avrò da ricordare con vari sentimenti di te- nerezza e gratitudine.

XXIII.

Il professor Marc' Antonio Parenti di Modena (3I) ave- vami raccomandato con lettera al sacerdote D. Gennaro Maresca Napolitano, figlio di un ricco negoziante. La fa- miglia Maresca era composta dai due vecchi Luigi e Can-

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dida Consiglio, dalle figlie Rosina, Luigia e Margherita, e dai figli Domenico e Don Gennaro suddetto, Salvatore ed Alfonso allora in seminario, non ricordo dove. Una sorella della madre, Francesca Consiglio, faceva parte della fa- miglia. Abitava questa nella contrada dell'Impresa del Lotto, precisamente vicino allo stabilimento, alla destra di chi entra. A pochissima distanza era il Conservatorio; e, sia per la vicinanza, sia per 1' affezione che portavami la fa- miglia Maresca, fui presto l'intimo di casa, 1' amico, il figlio, il fratello di quella ottima ed amorosa famiglia. Per questa non mi avvidi più del mio isolamento ; dopo una settimana parevami di vivere nel mio paese ed in seno alla stessa mia famiglia. I Maresca erano possidenti al piano di Sorrento di un fondo e di bellissimo palazzo, incantato palazzo per la sua posizione superba e pittoresca. Quanti giorni felici ho passato colà ! Quante escursioni ne' dintorni, nel golfo di Salerno, in tutti i luoghi della penisola e del promon- torio Sorrentino, nella romantica isola di Capri ! Quante emozioni, quanta voluttà! È falso che l'uomo non sia mai felice : la felicità io la ho conosciuta in Sorrento. Molti della famiglia Maresca son già morti ; le femmine si mari- tarono ; Don Gennaro per quanto mi fu detto, è profugo a Roma dopo gli avvenimenti del 1860 al seguito del Car- dinale Riario Sforza Arcivescovo di Napoli, di cui è Vi- cario ; Alfonso è impiegato nella Fabbrica dei Tabacchi. Fatto è che, dopo tanti anni, ho perdute le tracce dei Ma- resca; ma il cuore non li dimenticherà ad onta del tempo e dei casi.

XXIV.

Dopo sei mesi, e precisamente il 21 aprile 183-1 ab- bandonai il Real Collegio di San Pietro a Majella. Era inutile che io spendessi ducati nove di dozzina ciascun mese, dacché ero costretto a cibarmi alla trattoria, nau- seato delle sporcizie di quello stabilimento.

MEMORIE AUTOBIOGRAFICHE 19

Don Gennarino

mi allogò in una stanza del suo appartamento vicino al fratello Salvatore. Non so descrivere le premure dei Ma-

resca! Le donne mi adoravano la

mia condotta ed il contegno che serbai invogliarono quella egregia famiglia a non più lasciarmi partire ; ma io pre- venni Don Gennaro che accettavo con gratitudine 1' ospi- talità temporaneamente.

XXV.

Successe infatti che un certo Gasparino Lauro figlio di un possidente del Piano di Sorrento, studente leggi e praticante nello studio dell' avvocato Tito Cacace ora cava- liere e presidente della Camera di Commercio in Napoli, successe, dico, che ei prese in affitto un appartamentino nella Contrada di S. Giovanni Maggiore, in casa Carbonelli, limitrofa alla impresa del Lotto, per conseguenza a due passi dai Maresca. Don Gennaro, di malincuore, acconsentì che io mi associassi con Gasparino, cui pagavo una modica parte del fìtto di 84 ducati da lui concluso col Barone Carbonelli. Eccomi dunque nella nuova abitazione, dove i miei studi presero nuovo vigore. Zingarelli, Fumo, Cre- scentini raddoppiarono le loro cure; io loro corrisposi an- dando ogni mattina, anziché tre volte la settimana, a prender le loro lezioni. Cominciai a scrivere una qualche bagatella e ne conservo in parte tra i miei scarabocchi. In quel tempo Donizzetti erasi fissato a Napoli ; accettando un posto nel Conservatorio, indegno di un tanto uomo. Senza che Zingarelli lo sospettasse (non vedeva di buon occhio i maestri stranieri), ogni mattina alle 3, alle 4, alle 5 antimeridiane, secondo le stagioni, io mi portavo a casa Donizzetti situata in un angolo del vico Nardones sopra Toledo. Ottimo Donizzetti ! Prima che albeggiasse era alzato e a lume di candela scriveva il Belisario per Ve-

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nezia, la Maria Stuarda per Napoli, il Marino Fallerò per Parigi, ecc. ecc. Mi riceveva, anzi scendeva ad aprirmi la porticella, alla leggerissima mia bussata ; esaminava i miei scritti, li correggeva, si tratteneva con me famigliarmente e mi faceva ricco di preziosi consigli che il solo ram- mentarli mi fa arrossire dell' ignoranza in cui sono rimasto. Queste conferenze duravano talvolta sino a giorno inoltrato ; ed allora la casettina di Donizzetti diventava un centro di amici, che era una felicità il trovarvisi. Venivano alcuni professori strumentisti, tra i quali Sebastiani, con due o tre cagnolini inglesi, di que1 bianchi a pelo lungo, veniva il povero poeta Bidera co' suoi versacci e con le sue mille barzellette, ed altri venivano a dar buon giorno al caro maestro.

XXVI.

Donizzetti in estate riceveva me e gli amici in camicia, corta tanto da non coprire le cosce, in pianelle ricamate stupendamente dalla principessa Amalia di Salerno scolara e protettrice del maestro. Altri bellissimi ricami della prin- cipessa adornavano le pareti della stanza dove era il pia- noforte. Le nostre conversazioni mattutine erano rallegrate, sul tardi, dalla moglie del maestro, bella come una Venere, maestosa come una Giunone. Anch' essa aveva dei cagno- lini e delle cagnoline inglesi e ne curava la moltiplicazione e il trattamento come fossero bimbi. Povera donna ! fu vit- tima del colera infierito a Napoli del 1837. E Donizzetti infelicissimo, morto pazzo nel 1848 nel fiore dell' età, e nel colmo della gloria ! !

XXVII.

Così volarono due anni. Studiavo, ed anche mi diver- tivo. Facevo spesse escursioni ne' dintorni incantati di Napoli, a Pozzuoli, a Pompei, al Vesuvio, dove in com- pagnia di un mio collega di Conservatorio Clitofonte Dini

MEMORIE AUTOBIOGRAFICHE 21

di Jesi, ora maestro a Cingoli, salivamo ad ogni bella eruzione. Avevamo un mantelletto apposito e buoni stivali; da Resina, pede catapede, (come dicono i Napoletani) sali- vamo il vulcano, non privi di due bottiglie e di provvigioni solide. Sul monte serenavamo allegri e beati, ci godevamo V eruzione, dormivamo qualche ora avvolti ne' nostri man- telli, e, dopo l' alzata del sole, giù a Resina e, in un curri- colo, lesti a Napoli a scrivere minime e crome. Nel corso di questi due anni il mio compagno Grasparino ebbe vari attacchi di emottisi dai quali si riaveva nella casa paterna al Piano. Ma una mattina la madre trovollo soffocato nel letto, immerso nel sangue uscito da tutti i fori del capo più che dalla bocca ! Povero giovine, buono e bravo ! Era unico figlio ed unica speranza dei genitori : corsi al Piano a rendere gli ultimi onori all' amico ed a confondere le mie colle lagrime dei desolati parenti (il padre aveva nome Giovanni, la madre Caterina D'Urso).

XXVIII.

Dopo la morte dell' amatissimo mio compagno, e sino al termine della locazione venne ad abitar meco 1' appar- tamento di casa Carbonelli, Clitofonte Dini. Allora, più che mai si resero frequenti le nostre gite qua e là, senza trascurare gli studi del contrappunto in cui era valente il mio nuovo compagno. Egli era suonatore di contrabasso ed allievo di Sedelmayer; superava le maggiori difficoltà sul cantino, ad imitazione del suo maestro : tanto che, visto ciò che sapevano fare i due suddetti sull' immane strumento, Bottesini mi ha soddisfatto, ma non sorpreso. Terminata la locazione della casa Carbonelli, Dini ripatriò ed io mi unii a Sergio Tigri gran' suonatore di flauto, a Michele Malmedye di Liegi già mio compagno di Con- servatorio, ed a Francesco Zurli di Perugia non apparte- nente alla famiglia musicale. Andammo in un appartamento bello e comodo nel Chiostro di S. Tomaso d' Acquino a Toledo ; Zurli era nostro economo ; una donna ci serviva

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e faceva la cucina. Finalmente scorso un anno, io e Zurli ci ritirammo in un appartamentino mezzano in piazza Castello, dirimpetto alla Fontana Medina.

XXIX.

Nel dicembre del 1833 mi scritturai con 1' impresario Francesco Mari per dar un' opera buffa al Teatro Nuovo, sotto le condizioni stipulate nella relativa scrittura. Un'altra scrittura, con altro impresario subentrato (Michelangelo di Donato ) firmai nel 1834. Il titolo dell' opera era « II diavolo Immaginario e V ossesso per supposizione», il libretto di Checcherini, robaccia da Teatro Nuovo ! Si aveva fretta di mandare in iscena la mia opera, si erano cavate le parti, si studiavano i cori: ma non si veniva mai alla conclusione. La prima donna oggi doveva essere la Tavola, domani la Ecord - Rizzato ; il basso ora Casanova, ora Sparalich ; fìssati definitivamente erano i due tenori De-Rosa e Winter, il buffo Casacciello, e tre donne, seconde parti, la moglie e due figlie di Checcherini. L' impresario

vero era il Cav. Torchiarolo, il quale

fallì nel più bello ; tutto fu sequestrato, e, se non era Donizzetti, anche il mio povero e ridicolo spartito si sa- rebbe perduto nel caos di quegl' imbrogli. Poco male! al- lora ne fui desolato, perchè vociferavasi nei conciliaboli del teatro che la mia musica avrebbe fatto furore ! ! Do- nizzetti aveva cominciato a rivedere il mio spartito: mi disse a metà che la musica era troppo bella pel Teatro Nuovo. Tanto era decaduto quel teatro, il primo una volta dell' opera buffa in Napoli ! Checcherini restò più di me desolato ; quantunque gli avessi pagato il suo bel libretto (panni 36 ducati), egli sperava un bel regalo dopo il furore.

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XXX.

Le opere che più mi colpirono in Napoli furono : Il Guglielmo Teli, Il Barbiere di Siviglia, V ultimo atto del- l' Otello, La Semiramide, il Torvaldo e Dorlìska di Rossini ; di Donizzetti V Elixir d' Amore, il Furioso, gli Esiliati in Siberia, la Fausta, la Parislna, la Lucia, che ebbe la po- tenza di farmi intraprendere il viaggio da Messina, dove mi trovavo quando Donizzetti stava concertandola. Che magnificenza ! e che esecuzione con la Persiani, Duprez, Baroillet e Porto ! Oh sommo Donizzetti ! ; di Mercadante V Elisa e Claudio ; di Herold lo Zampa, di Mozart il Don Giovanni; di Bellini La Straniera, la Sonnambula, la Norma ecc. Avevo udito il capolavoro di Bellini, empia- mente eseguito, a Palermo nel 1833, dopo le feste di S.a Rosalia; l'esecuzione di Napoli mi rilevò le immense bellezze dello spartito non comprese a Palermo. Come ho detto, feci il primo viaggio in Sicilia nel luglio 1833, in compagnia di Malmedye e di altri tre amici ; viaggio di piacere e sommamente dilettevole, ad onta del caldo tro- picale. La famosa Duchessa di Berry era quell' anno a Palermo e le feste di S. Rosalia furono più splendide e non cominciarono prima del quindici, a cagione di un uragano che tutti i preparativi aveva distrutti. In com- pagnia degli amici visitai minutamente i dintorni di Pa- lermo, incantevoli e sublimi, Monreale, S. Martino, il monte Pellegrino, sulla cui vetta sdrucciolai e caddi con gravis- simo pericolo, la Bagheria, i Colli, le Ville ecc. ecc., tutto vidi sotto la sferza di un sole di fuoco. Come forestieri, i miei compagni ed io provammo i vantaggi dell' ospitalità cordiale dei Palermitani e delle graziose amabilissime Pa- lermitane. A Palermo m'innamorai della Sicilia; con molti sospiri 1' abbandonai e la vidi dileguarsi sul pacchetto che mi restituiva nella popolosa e non meno attraente città di Napoli (32).

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XXXI.

Il 1834 fu per me fatale. Partirono pei loro paesi vari amici, e tra questi Malmedye, Dini, Nigri; (Malmedye era di Liegi nel Belgio ; Dini di Jesi ; Nigri di Bisceglie nella Puglia); non arrivai a mettere in iscena la mia opera; e per colmo di sventura perdetti il mio benefattore Dottor Fortunato Soli-Muratori morto in Modena di apopplessia, al capo ;

e piansi dirottamente una notte intera e quasi mi diedi alla disperazione. A Modena non volevo tornare tosto, senza aver dato un qualche saggio di abilità, senza un po' di nome : le istanze de' miei genitori non mi smovevano, tanto più che essi erano provveduti medio- cremente in grazia dell' impiego di mio padre. Ma come vivere fuori ? Poco denaro rimaneva presso il banchiere ; la somma primitiva era stata triplicata per lo meno; ninna economia io avevo saputo fare. Scrissi a Don Alessandro Soli-Muratori fratello del defunto, pregandolo di una sov- venzione per l' ultima volta ; il prete rifiutò ....

Mi consigliai con Don Gennarino Maresca

e con Donizzetti; il primo suggerivano di dar lezioni ed egli mi avrebbe trovato scolari ; il secondo mi disse che avrebbe trovato un collocamento più decoroso e tale da mettermi in carriera. Mentre guardavo in faccia all' incerto mio destino, e mi abbandonavo alla più cupa malinconia, un giorno andai a S. Paolo Maggiore e tutto narrai al Teatino Don Luigi Ventura mio scolaro di pianoforte ed amico comune di Maresca e di me. Qual fu la mia sor- presa nell' udire dalla sua bocca queste precise parole : « bene, benissimo! venite con me a Messina dove sono « assegnato; alloggerete con me, mangierete con me, avrete « tutto al pari di me. Se la fortuna non vi seconderà, « allora penseremo e risolveremo ».

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XXXII.

Don Luigi Ventura era fratello dell' ex generale dei Teatini D. Gioachino (:w); figli ambedue del Barone Ventura di Palermo. D. Luigi era appassionatissimo per la musica e sonava mediocremente il pianoforte. Si doveva partire per Messina dopo gli Ognissanti del 1834. Vendetti intanto il mio pianoforte e ragranellai tutto il denaro che fu pos- sibile ; Dini dovevami una ventina circa di ducati e li mandò da Jesi ; il vecchio Maresca non si rifiutò dal prestarmi 50 ducati; (ancora da rendere!). Mi congedai a poco a poco dagli amici, con affanno indescrivibile, ab- bracciai tutti i Maresca, copersi di lagrime le mani di Zingarelli, di Crescentini e di Donizzetti. ( Non so come Zingarelli siasi poi dimenticato che fui a salutarlo e ch'egli mi baciò e benedisse come un padre, come un' antico pa- triarca). Poco prima della sua morte, scrivendomi a Messina, mi strapazzò di una mancanza non commessa certamente. Forse la sua memoria erasi affievolita. Povero il mio maestro ! alla sua morte scrissi il De profundis ( op. 41 ). Più giorni attesi il momento dell' imbarco, senza vedere più persona, tranne Don Luigi Ventura; finalmente par- timmo dopo la metà di novembre in un buon brigantino a vela. La navigazione non fu breve e 1' entrata del canale di Messina non fu facile. Queste piccole contrarietà mi dettero agio a contemplare l' imponente spettacolo delle rive e dei golfi Calabresi, delle isole Eolie, della ignivoma Stromboli e delle spiagge Siciliane. Nelle vicinanze di Scilla il mare era terribile e tempestoso ; il canale, illu- minato dal sole, pareva un' ampia strada di fuoco. Superato il faro, una nuova scena si presentava agli occhi miei. A sinistra gli alti monti della Calabria, a destra le spiagge ridenti della Sicilia; boschi e paesi seminati a breve distanza sino a Reggio ; qua giardini e collinette gentili, stendentisi come un tappeto verde e circostanti il severo promontorio detto il Peloro. La torre del faro pareva un

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gigante in sentinella ; i vetri della lanterna, investiti dal sole, parevano altrettanti occhi minacciosi e fulminanti.

XXXIII.

La città di Messina si presenta all' attonito viaggiatore che arriva dal mare come una sola immensa fabbrica lunga un miglio e più. Nel centro si distingue il palazzo Sena- torio, sebbene congiunto a destra e sinistra con la suddetta fabbrica. Il porto è di fronte, i bastimenti più grossi pos- sono ancorare a riva dello spianato, il più bel passeggio d' Italia lungo dieci miglia, dalla città, vale a dire, sino alla Torre di Faro. La piazza d' arme, la cittadella, il lazzaretto e il forte San Salvatore circondano il porto; l' ultimo ne difende l' ingresso. Un numero considerevole di archi o porte sottostanti all' immenso fabbricato danno accesso alla città, tutta o quasi tutta nuova e bella e be- nissimo lastricata e pulita e situata stupendamente in un falso piano che dolce dolce si stende sino alle alture di S. Gregorio e di Montalto. I Teatini hanno due case o con- venti in Messina; l'Annunziata, casa professa, e Sant'An- drea Avellino. L'Annunziata è ricca, S. Andrea ricchissimo. I Teatini sono tutti nobili e ricchi più o meno ; hanno le abitudini del vivere agiato, il tratto del gran mondo. La caccia, il cavalcare, il gioco ecc. stanno nelle abitudini dei gaudenti regolari della Sicilia, dei Teatini principal- mente. Mentre scrivo queste memorie (1865) l'Isola è più conosciuta dai miei connazionali, e non occorre che io mi trattenga a descrivere i costumi eccezionali degli eccle- siastici Siciliani. Entrando ospite nell' Annunziata, non ebbi ad accorgermi di essere in una casa religiosa, poiché di religioso non vedevo che gli abiti e non udivo che la campanella che chiamava al refettorio. Le mie stanze erano attigue a quelle assegnate al Ventura.

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XXXIV.

Con molta cordialità fui ricevuto all' Annunziata dal Preposito Don Felice Pagano, prevenuto in anticipazione da D. Luigi Ventura. Il P. Pagano era di Santa Lucia, vicina a Milazzo, e figlio di una G-aluppi di Tropea, sorella (credo) del celebre Pasquale. Conobbi questo filosofo ap- punto a Messina, dove si fermò diversi giorni all' Annun- ziata presso il nipote. Era un caro vecchietto ! Conobbi anche, durante il mio lungo soggiorno all' Annunziata, il Padre Pignatelli generale dei Teatini, poi Cardinale Ar- civescovo di Palermo ; ei fece una visita formale a tutte le case Teatine, trovando tutto in ordine perfettissimo! Al- l' Annunziata alloggiò nelle stanze occupate dal Ventura e da me: vai quanto dire che quelle erano le stanze mi- gliori, esposte a levante e respicienti il giardino.

XXXV.

Dopo vari mesi fu fissata la mia dozzena da pagare mensilmente ai Teatini, sei ducati ! Il trattamento era si- gnorile; colezione alle 8 antimeridiane; pranzo ad un'ora pomeridiana, cena alle nove. Servizio di camera, imbian- chitura e stiratura della biancheria tutto a cura dei Teatini. Il nolo del pianoforte voleva pagarlo Ventura in corrispet- tivo delle lezioni. Siccome nel vasto fabbricato dell' An- nunziata erano gli Uffizii del comando militare, clausura non esisteva, e si entrava e si usciva in qualunque ora della notte; un veterano faceva da portinaio la notte; il giorno era un vecchio pastore, servitore di tutti, nutrito e pagato dai Teatini. Il convento adunque non inceppava la mia libertà, era una vera cuccagna.

28 MEMORIE AUTOBIOGRAFICHE

XXXVI.

Mi diedi allo studio dell' esercizio della penna, vivendo da principio molto ritirato. Un prete cantore della Metro- politana venne a farmi una visita e mi offrì la sua ami- cizia. Di cuore l'accettai, parendomi (come era difatti) un buon prete, quantunque mediocrissimo tenore. Nomavasi D. Lorenzo Monzone. Da lui conobbi a puntino lo stato musicale della città, il nome degli artisti, i pettegolezzi della professione. La mia venuta in Messina, com' è da credere, sciolse le lingue in sensi diversi; chi diceva bene, chi male, chi seminava e raccoglieva dubbi : è di fatto, che niuno mi conosceva. Don Luigi Ventura faceva la propaganda in mio favore, Don Lorenzo ugualmente ; tanto che cominciarono ad esibirmi delle lezioni che accettai con simulata ritrosia, dichiarandomi inferiore ai maestri del paese ed inesperto come uno scolaro appena uscito dal tirocinio. Piacque la mia modestia e mi giovò. Ninna persecuzione mi fu fatta ; al contrario mi si proclamò un gran maestro, avendo superato felicemente una specie di agguato teso allo scopo di sperimentarmi. D. Lorenzo in- navvedutamente vi si prestò, una mattina, recandomi un soggetto di cànone mal risoluto, ei disse : ne era 1' autore un certo Platone, vecchio maestro Messinese già morto, (allieve», credo, di Paisiello). Sbirciai quel pezzo di carta che teneva Don Lorenzo, deviando il ragionamento, quasi volessi sot- trarmi. Dopo aver pensato alquanto: datemi quella carta. dissi vivamente a D. Lorenzo. Feci due o tre giravolte colla penna in aria, come la bacchetta di un mago . . . Ecco la soluzione! e la scrissi in un batter d' occhio. Era un cànone retrogrado, ossia, in moto contrario.

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XXXVII.

D. Lorenzo restò sbalordito e mi confessò tutto. Lo assicurai che il cànone era facile e lo pregai di non esa- gerare il merito mio. Egli mi lasciò con una spaventevole stretta di mano, gridando ! bravo ! scusate, bravo ! scusate. Tutta Messina in breve ora fu piena di questo avvenimento ! I professori e i dilettanti da quel giorno mi fecero buon viso ; uno degli ultimi venne a trovarmi compitamente e si diede a conoscere franco ed amabile, educato e istruito. Era figlio del Console generale di Russia cav. Arsenio De Julinetz da molti anni stabilito a Messina per speciale con- discendenza del suo governo, e contro la consuetudine, che vuole i consoli generali in Palermo. Il figlio di questo ri- gido vecchione nomavasi Giorgio, bel giovine che arieggiava la madre, bellissimo avanzo di bellissima greca. La casa Julinetz mi fu aperta all' istante ; spesse volte intervenivo alle conversazioni serali, dove convenivano signori e signore del primo rango. Giorgio sonava il pianoforte, e si dilettava un poco di composizione ; poco studiava, occupato negli affari del consolato e distratto da vicende amorose

. . . . . Ad onta di queste

era Giorgio un amico pieno di buone qualità. A poco a poco imparai a conoscere molte persone ; la Sicilia, che tanto erami piaciuta a Palermo, m' invaghì a Messina per ogni rispetto e mi fece pensare in qual modo io avessi potuto stabilirmivi definitivamente con un onorevole po- sizione.

XXXVIII.

Ho detto altrove che gli esercizi di caccia e di equi- tazione erano abituali presso i chierici regolari della Sicilia. Difatti ogni monastero o casa religiosa ha le sue scuderie ed ogni monaco può avere uno o più cavalli. All' Annun-

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ziata il solo Padre Palma, procuratore della casa e seniore, aveva due cavalle ; una vecchia e una polledra. Quest' ul- tima venne esibita a me e l'ho goduta, tutto il tempo di mia dimora in Messina, come di assoluta proprietà. Diventai cavallerizzo a buon patto, diventai cacciatore, non essendo penuria di fucili e di munizioni nelle sacre celle dei Teatini. Le caccie per conseguenza, tanto nelle vicinanze, come nelle montagne deserte, in carovane di amici, si ripetevano spesso e prolungavano, tal volta dieci o dodici giorni. I caprioli, le lepri e le martore abbondano ; le beccacele e le pernici egualmente ; nulla dico delle quaglie che in certi anni piovono in marzo ed arrivano a nuvoli. La caccia del coniglio col furetto è la meno dilettevole. Le cavalcate poi, non di raro, prendevano ampie proporzioni; così, a tappe, passeggiai gran parte dell' isola interna, il littorale quasi tutto. I Teatini possedevano fondi a Pistunira, ad Ali, a Piazza ed altrove ; il padre Giuseppe Palma possedeva del proprio a G alati; il Preposito nei dintorni di Milazzo e Santa Lucia ; erano tutte stazioni opportune e comodis- sime. Catania, più che altri luoghi, era il mio obiettivo in grazia dell' Etna. Una volta soltanto ne salii la vetta con tanta fatica, con gran freddo, non iscompagnato da paure vertiginose, che me ne cavai la voglia. Da quell' altissima e nevosa cima ho veduto il più bello spettacolo che 1' im- maginazione possa ideare: tutta l' isola sotto ai piedi. Malta come un grosso bastimento in mezzo al mare; la costa d' Africa a guisa di una striscia di nubi, la punta dello stivale Italico come dita sporgenti in un catino d' argento,

il sole nascente A che paragonare il sole di

Sicilia che maestoso ed infuocato vibra i raggi orizzontali sulle vette dell' Etna ?

XXXIX.

Mentre passavano i primi mesi del mio soggiorno a Messina, non trascurandosi da me tutte quelle pratiche clic ad onesto guadagno conducessero, Donizzctti mi propose al-

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l' impresario del Real Teatro di detta città intitolato della Munizione e fui scritturato per 1' anno teatrale 1835 e 1836 in qualità di Maestro compositore e Direttore dell' orchestra. Impresario apparente era un certo Domenico Mignemi ; veri impresari erano i signori Domenico Piraino, amico di Do- nizzetti, ed i fratelli Preve. Mi furono accordate 7 onze al mese, cioè 21 ducati. La mia nomina escludeva dal teatro un bravo maestro Messinese, Antonio Laudamo, che aveva in moglie una figlia dell' agente teatrale Benelli di Bologna. Pochi giorni prima che io firmassi la scrittura ricevetti dall' Accademia Filarmonica di Messina il diploma di socio onorario datato il 9 luglio 1835, (come furono nominati soci onorari anche Rossini e Bellini ! ). In una serata di detta Accademia, e precisamente la seconda festa di Natale del 1834, erasi eseguito con successo un mio duetto affidato ai dilettanti sig.a Teresina Fiumara e sig. Nicola Aspa fratello del Maestro Mario da me conosciuto a Napoli. La Fiumara e l'Aspa (tenore) erano i due migliori dilettanti di Messina. In seguito feci eseguire altre composizioni, più o meno accolte con benevolenza dagli uditori, sempre numerosi e di condizione distinta.

XL.

Il cartellone dove figurava il mio nome uscì nel set- tembre 1835 e portava la seguente compagnia. Prime donne Giovanna Schoultz e Luigia Bordogni, primo tenore Ra- nuzio Pesadori. baritono Paolo Ambrosini, basso comico Antonino Sanquirico: basso David Talamo, ecc. poeta e direttore del palco scenico Pietro-Antonio Salatino. Opere promesse: Torquato Tasso, il Furioso, il Diluvio di Doniz- zetti ; la Sonnambula di Bellini ; il Mosè nuovo del Rossini ; Emma di Antiochia ed i Normanni a Parigi, di Mercadante. Ma non si fecero tutte queste opere, tanto piacquero il Torquato ed il nuovo Mosè. La Schoultz era una bella e bionda figlia del nord, dotata di un bel soprano ; ma era impossibile che orecchie italiane si adattassero a quella prò-

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nunzia, a quella accentuazione tutta controsenso e di pro- getto. La Bordogni, figlia del celebre maestro di canto e moglie di Giuseppe Wilent professore sommo di fagotto, morto a Parigi ( od a Bruxelles ) la Bordogni era una cara donna, cantante perfetta ma di poca voce, piena di senti- mento e d' intelligenza. Era anche bella e piacque a suffi- cienza. Ambrosini avrebbe fatto una buona carriera, se non fosse morto giovane ancora ; e Talamo, mio compagno nel collegio di Napoli; non avrebbe avuto altro simile per ma- gnificenza ed estensione di voce, ove la sua triste condotta non lo avesse precipitato. Pesadori di Crema, Sanquirico di Milano erano mediocri e si sostennero. Tra le opere rap- presentate e non annunziate piacque assai la Chiara di Rosemberg di Luigi Ricci ; dapprima la cantò la Schoultz poi 1' altra prima donna che venne a sostituirla, cioè la Eufrosia Bourgenis, una graziosa francese, che non di- spiacque.

XLI.

Pietro Salatino di Palermo era figlio di un vecchio militare comandante la cittadella di Messina al tempo di cui parlo. Più volte mi ero incontrato col poeta Pietro in Napoli, sia al teatro, sia in casa di Donizzetti. In fatti per questo maestro, Salatino verseggiava, rimpastava libretti o ne scriveva degli originali e nuovi. La Lucia di Castiglia è di Salatino ; ed allorché la regina Cristina ( che si vuol far santa per forza) proibì la Maria stuarda di Donizzetti dopo la prova generale, Salatino ebbe l' abilità di far un libro nuovo di pianta, al quale si adattava prodigiosamente la musica, non una nota eccettuata. Il libretto era intito- lato Buondelmonte ; l'opera andò in iscena ed il pubblico fischiò (la Regina). Con quanto piacere mi trovassi al teatro di Messina con Salatino è inutile che io dica: con i poeti ed i pittori si passano giorni felici, senza malinconie. Si diede mano ad un'opera scria, intitolata 1' Esule Tngìen ; ma non era finito il primo atto, che Salatino scomparve da Messina; si seppe dappoi che era stappato in Calabria

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e si era fatto frate! Una corista del teatro di Messina, bella assai, facile e scaltra altrettanto, accalappiò il buon Salatino, lo caricò di debiti e lo ridusse in pochi mesi alla disperazione. Se avesse badato a me!

XLII.

Era mia intenzione di far eseguire l'Esule Inglese nel Teatro di Corte in Modena, perciò esibii quest' opera, tut- tora in erba, al Duca. Ricevetti un rescritto negativo : seppi che l' Impresario Camurri fu cagione del rifiuto. I miei genitori, vogliosi di avermi più da vicino, mi fecero con- correre al posto di Maestro di Cappella in Fano, ma non si riuscì. Questo accadeva nei primi del 1836 ed allora' fortifìcavasi vieppiù il mio progetto di stabilirmi in Mes- sina: era allora maestro della Cappella Senatoria nella Chiesa Metropolitana il vecchio Giuseppe Mosca ed avevo ragione di sperare quel posto. L' Intendente della provincia Marchese della Cerda erami favorevole, il Sindaco pari- menti : e me ne davano le prove, con nominarmi spesso nelle commissioni esaminatrici dei concorrenti alle piazze vacanti. I Messinesi mi affezionavano, ed io attendeva con fiducia.

XLIII.

Il maestro Laudamo, già nominato, non tollerava in pace le mie conquiste e lavorava fortemente a scavalcarmi. Nella nuova Impresa riebbe la direzione del teatro e ne andava superbo. tacqui e respinsi i consigli intempe- stivi degli amici che avrebbero voluto vedermi furibondo. Che è ? che non è ? un bel giorno sono chiamato dall' im- presa ; mi si notifica la espulsione del mio competitore per ordine, e mi s' installa nuovamente, senza patti e condi- zioni. Per vincere di cortesia un rivale mi portai subito dal Laudamo e gli chiesi francamente se egli avesse ri-

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nunziato di propria volontà al teatro. Rispose che sì. non volendo egli avere a che fare con bifolchi: protestò ami- cizia, gratitudine e piacere che io fossi reintegrato, ma soggiunse che dell' impresario sarei stato malcontento. La mia visita al Laudamo non restò celata : tutti mi lodarono.

XLIV.

Fu posta in scena la Norma per la prima volta in Messina, e tanto furoreggiò che io mi aspettavo crollasse il vecchio ed orribile teatro. La compagnia di canto com- ponevasi queir anno ( 1836-37 ) della Del Sere, ora moglie del maestro Dallari, (u) della Riva-Giunti, di Peruzzi te- nore, di Filippo Colini baritono, di Giunti basso. Quest'ul- timo erami contrario, e mi tirò ad una polemica di gior- nale, in proposito dei tempi. Niuna conseguenza ne venne e niuno badò a Giunti. Per la serata della Del Sere era stata promessa la Norma, più il famoso duetto della Pa- rigina a soprano e baritono. Lo spartito della Parigina era presso Piraino e Prove: ma non permisero che estraes- sero le parti del duetto. In una notte lo strumentai, come mi fu meglio possibile, e andò a vele gonfie. La Del Sere mi compensò al di là. Norma fece le spese della stagione e non occorse altro spartito. L' Impresario tentò pagarmi con una piccola somma : ma il tribunale di commercio lo condannò a pagare in ragione dei mesi e nelle spese di procedura. Laudamo gongolò.

XLV.

Fu terribile l'estate del 1837 per la Sicilia do

scoppiato il clìoìera morbus. La strage fu immensa : 31 sina andò incolume. Ma chi avrebbe preveduta tanta fortuna? Da Modena piovevano le lettere: mi si scongiu- rava di fuggire. La povera mia madre, per la prima volta, comandò ; il figlio obbedì

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XLVI.

Mi scoppiava il cuore a misura che il legno si allon- tanava dalla costa ; un ardore febbrile raddoppiava nel mio interno il caldo della stagione, giacche eravamo ai 17 di agosto. Imbarcato, verso sera, in un bastimento a vela poco cammino si faceva : la prima notte si passò, col mare in bonaccia perfetta, intorno alle Isole di Lipari. Le fiamme di Stromboli uguagliavano quelle che mi ardevano il capo ; la mia arsura non si estingueva a via di neve, lo stomaco rifiutava il cibo apparecchiato con una certa squisitezza. Finalmente mi addormentai.

XLVII.

I miei compagni erano circa venti, tutti giovani, di famiglie distinte, quasi tutti miei amici ; capi del moto insurrezionale di Messina (pretesto il cholera), si mette- vano in salvo all' avvicinarsi del generale Nunziante, che con un nerbo di truppe veleggiava verso Reggio di Ca- labria. Di infatti piombò sulle provincie sollevate di Messina, Catania e Siracusa; le bajonette ristaurarono l'or- dine, il cholera fece il resto. I suddetti miei amici erano: Carlo Gemelli, ora preside del Liceo di Parma, (35) Mario Pispisa, Pietro Landi, Giuseppe Morelli, Francesco Laqui- dara, ecc. Nel golfo di Gaeta ci accorgemmo di essere se- guiti da un brik da guerra a vela ; era il Lampo (36). Più volte chiamò all' ordine il nostro bastimento con i segnali d' uso ; il capitano che titubava e pareva disposto ad ob- bedire fu fatto prigioniero da' miei compagni, affidando il comando al pilota ed il timone al nostromo. Si alzò ban- diera Inglese, ci armammo a difesa e furono smascherati due cannoni di ferraccio. L' arsenale del bastimento era provveduto di molti fucili rugginosi ; la Santa Barbara era ricca di polvere e proiettili. Ecco una commedia, cui non

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avrei pensato mai di essere attore e parte. Fortunatamente il Lampo era più pesante del nostro legno e non ci trovò mai a tiro; altrimenti cadevamo nelle unghie di Bomba; ed io innocente e parte passiva, chi sa quanto avrei sof- ferto nel parapiglia e forse nelle prigioni Napolitane ! Fino all' isola d'Elba ci ha perseguito il Lampo, poi re- trocedette con un pugno di mosche. I miei compagni, pra- tici di cannone, si divertivano intanto a sparare ai delfini. e li colpivano bene e si vedeva il mare rosso di sangue. Nel giornale di bordo si registrò tutto a scarico del ca- pitano e della ciurma; tutti ci firmammo. Il comando del legno fu ridato al capitano e tutto finì con una bottiglia di Cipro e di Marsala.

XLVIIL

Toccate le acque della Toscana si questionò dove prender terra. Chi voleva Marsiglia, chi la Corsica, chi Genova, chi la Spezia; dapertutto ci era il cholera. Si girò a vista di questi diversi luoghi, finché dalle informazioni prese da più legni co' quali parlamentammo, fu deciso di prender terra a Livorno, anche riguardo degli interessi del capitano colà diretto col suo carico. Il cholera a Livorno era più mite ; e quantunque la nostra patente fosse pulita, ci toccarono 14 giorni di contumacia nel peggior lazzaretto sotto il Montenero, a dieci miglia dalla città. Con quale consolazione toccammo la terra ! Da molti giorni la piccola ghiacciaia del bastimento era asciutta, l' acqua piena di vermini, le carni mezzo putrefatte, la polleria distrutta. Le nostre bocche erano vischiose e non si saziavano dal ber l' acqua fresca e buonissima della fontana del lazzaretto ; Furono lunghi i quattordici giorni e dispendiosi ; ma la compagnia faceva sopportar tutto. In lazzaretto era il vio- linista Bianchi; sonava molto, anche troppo, eppure ci di- lettava. La trattoria del lazzaretto, credendoci Inglesi, tri- plicò i prezzi delle sue magre porzioni; noi bravamente combinammo le cose in modo che da Livorno ci veniva

MEMORIE AUTOBIOGRAFICHE 37

mandato ogni giorno un' ottimo pranzo a metà spesa. Be- vemmo vino squisito, mercè le premure di un certo Lucio Rotli caffettiere Svizzero conoscente della mia famiglia: con i grossi fiaschi venivano anche le grosse teste, e così passarono di volo i 14 giorni della contumacia. Mi trat- tenni in Livorno tre con uno o due de' miei compagni, essendosi gli altri dispersi quali in Francia, quali in Grecia od in Firenze. A questa città mi diressi anch' io, dopo di aver fatto una corsa a Pisa. '

XLIX.

Trovai a Firenze il mio scolaro Baroni, riuscito buon pittore, tranne il colorito. Lavorava in Santa Caterina, mi fece vedere alcuni lavori e due Veneri, che gli servivano da modello, di 16 o 17 anni. Il Baroni mi fé' passare per pittore, e così le due ragazze, senza difficoltà veruna, si denudavano e mettevano in azione. Una donna attempata, custode delle angiolette, dormicchiava continuamente in un angolo e non vedeva o fingeva di non vederci. Le due ra- gazze indovinarono facilmente essere io pittore come Ba- roni fosse maestro di musica : si convenne che le arti son sorelle e che la parentela escludeva qualunque gelosia fra loro. Baroni poi fu il mio Cicerone a Firenze, e qual Ci- cerone ! Volarono tre settimane anche colà.

L.

Un dispiacere novello provai nell' abbandonare Firenze e la locanda di S. Luigi, vicina al palazzo Strozzi, dove io aveva alloggiato. Qui diedi 1' ultimo addio a vari amici e compagni di navigazione ; qui mi salutò con gli occhi gonfi, una delle suddette ragazze, portatissima per la mu- sica. L' amico Baroni stava alla portiera della carrozza, quando si attaccarono i cavalli. Addio bella Firenze, altra

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delle sirene incantatrici, di cui l'Italia è seminata dalle Alpi al Pachino! A Bologna mi soffermai all'umile locanda del Cappello, dove un Modenese rimpinguò alquanto il borsellino esausto ; mio padre aveva tutto preveduto. Al ponte di S. Ambrogio, tre miglia da Modena, trovai mio padre e mio fratello Giuseppe ; montarono in vettura e mi furono guida all'abitazione di famiglia, allora in Rua Grande e precisamente nella casa del signor Carlo Gor- rieri. Il cuore mi batteva forte nel salire le scale ; la po- vera mia madre, incapace per l'emozione di reggere in piedi, attendevami seduta in cucina con le braccia aperte ; pronunciò il mio nome e svenne

LI.

Era la sera del 4 ottobre 1837 quando rientrai in Modena ; vedendo le case illuminate ( era 1' onomastico del Duca), mi sembrò di buon augurio il mio ritorno. I] Duca era tutto ; dal Duca si sperava tutto e mio padre sperava più di tutti. Sperai dunque anch' io. Non tardai a presen- tarmigli: l'accoglienza fu buona e le promesse non man- carono, facendomi osservare per altro che in quel momento non eravi posto per impiegarmi. L' inverno del 1837-38 passò sterile, guadagnando soltanto pochi scudi in lezioni. I bisogni della famiglia erano molti ed urgenti : compo- nevasi allora di due fratelli, (uno morì giovine, Odoardoì. e due sorelle, oltre ai genitori ed a me. Le due sorelle erano a Guastalla presso mio zio. (Una morì giovinetta. Luigia, ). Il Duca pertanto non mi dimenticò e mi fece nominare maestro nella città di Reggio : la paga era di sei zecchini mensili, senza gli utili del teatro e* delle chiese. La mia nomina spiacque a quel Comune, giudi- cando, (non a torto) lesi i suoi diritti ed invase le sue attribuzioni. Perciò mi trovai mal fermo in quella Città e guardato da molti con diffidenza: io stesso non mi seppi affratellare coi Reggiani e vivevo ritirato e dedito esclu- sivamente a' miei doveri. Andai a dozzina presso una buona

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famiglia, quella del dottor notaio Predelli, che aveva di me tutte le cure. Molta musica scrissi in quell' annol838, e tra questa la mia prima messa in Do ( 44, 45 ) ; non feci che compierla nei primi di marzo, avendola già com- posta a Modena nell' inverno antecedente. Fu eseguita in detta città il 19 marzo in Sant'Agostino, ed in Reggio nella Chiesa di S. Giacomo nel maggio successivo. (V. le composizioni poetiche allusive; ed altra (57, 58, 59) de- dicata al Conte Grermano Liberati Tagliaferri (37) allora Direttore degli spettacoli ed arbitro supremo negli affari musicali della città). Poco mi fu favorevole questo signore

LII.

Per la fiera di maggio del 1838 si eseguirono due opere di Donizzetti, il Marino Fallerò e la Parisina, oltre la Cenerentola di Rossini per la serata di Cosselli. Lo spettacolo andò a gonfie vele, quantunque mi trovassi per la prima volta alla direzione dell' orchestra di Reggio ed appena conoscessi i miei colleghi. L' Ungher fece furore, come suol dirsi, e mi trattò con distinzione. Sapeva i miei antecedenti con Donizzetti, ed io 1' aveva già conosciuta a Messina, dove era venuta a trovare la sua amica la Schoultz. Nel settembre di detto anno 1838, il otto, feci eseguire nella Chiesa della Grhiara la citata messa: (op. 57, 58, 59), dedicata al Conte Liberati. Antonio Peretti, (38) giovine ed egregio poeta, stampò in quella occasione un' altra poesia in mio onore, (la prima fu un sonetto per la messa ese- guita in S. Giacomo) precisamente il bel sermone che comincia « Tu che diresti se V estai pudica » non più stampato per quanto io sappia. Strinsi amicizia con Peretti, imma- turamente rapito all' Italia ed ai moltissimi suoi ammi- ratori alla vigilia del risorgimento della patria. Morì nella terra dell' esiglio, nell' ospitale Piemonte, ad Ivrea, dove era Preside del Liceo governativo. Dopo un anno, vale a dire il primo marzo 1839, abbandonai Reggio, e mi ricon-

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giunsi alla famiglia in Modena. Il Duca non voleva che io chiedessi la mia dimissione e si mostrò corrucciato della mia ferma risoluzione. Voleva che gli denunciassi le per- sone a me contrarie in Reggio : ma tacqui e cercai per- suaderlo che i bisogni della famiglia soltanto volevano la mia presenza in Modena. Così mi trovai nuovamente in uno stato precario e senza prospettive. Il dar lezioni gio- vava alquanto ; ma non era al fare da galoppino e da pedante, cui aspirassi : il teatro stavami sempre fìtto nel pensiero e fomentava le mie illusioni. Intanto passava il tempo migliore, avendo io già ventotto anni.

LUI.

Nel maggio del medesimo anno 1839 mi presentai al Duca ( allora a .Reggio ) e gli domandai di scrivere un' opera pel suo teatro di Corte in Modena. Questa volta non ri- fiutò e chiese con qual libretto? Io risposi che il giovine Peretti avrebbe scritto un libretto appositamente. « Man- « datelo a me col programma, disse il Duca; voi farete la « musica per 1' autunno del 1840. Voglio che la mia casa « sia più brillante del solito, perocché nell' autunno del 1840 « tutta la mia famiglia sarà in Modena. » Cavata la prima rapa, tentai cavar la seconda. Supplicai il Duca ad aiu- tarmi, acciò potessi anch' io aver parte nell' apertura del nuovo teatro comunale che si fabbricava a Modena. Era un buon momento, e disse sì, e mi lodò della voglia che avevo di lavorare. Allora gli presentai una supplica prepa- rata d' accordo con Peretti ; il Duca la rescrisse favorevol- mente sotto gli occhi miei. Io non capivo in me stesso dalla gioia ! Peretti egualmente restò sbalordito quando seppe 1' accaduto. Tre programmi presentò al Duca per l'autunno del 1840: La Beatrice di Tolosa fu la prescelta. Peretti verseggiò, io musicai. L' impresario Camurri ebbe ordine di formar la compagnia di mio gradimento ; con- fermò la Boldrini (39) che tanto aveva incontrato nell' au- tunno del 1839 stesso, e scritturò il tenore Sangiorgi ed

MEMORIE AUTOBIOGRAFICHE 41

il basso Casali. Mandai le parti agli artisti e ne furono contenti. Affrettavo coi voti il 4 ottobre del 1840, giorno destinato alla prima rappresentazione della Beatrice di

Tolosa, quando alla metà di settembre morì

la Duchessa al Cattaio.

LIV.

La fortuna per la seconda volta si prendeva gioco di me. A colmo di sciagura ammalai di sinoco e battei al- l' uscio dell' eternità. A poco a poco la malattia cede, la vita, e le speranze rinacquero e il buon Peretti mi con- fortava le intiere giornate accanto al letto. Fu nel melan- conico soggiorno della mia stanza che ei dettò le bellissime ottave in morte della duchessa, senza prevederne le conse- guenze. E queste furono la cagione che egli, postulante un impiego amministrativo, scientifico od artistico, ebbe la no- mina di Poeta di Corte ! L' affare era delicato assai : Peretti ne rimase turbato, ma dovette accettare. In seguito fu anche nominato Segretario della Accademia di Belle Arti. Come poeta di Corte Peretti non prostituì mai il suo ingegno, non fece V adulatore, non fece divorzio coi sentimenti di libertà che in petto nutriva. Al contrario gli affetti di patria, di libertà e d' indipendenza, che in istato di germe covavano in lui, germogliarono nelle aure mefìtiche di una corte sospettosa, e rigogliosi fruttificarono nel 1848, tanto da procurargli la destituzione e 1' esilio. Esempio che da un terreno corrotto può nascer talvolta un fiore olezzante fra le ortiche. Un uomo d' ingegno com' era Peretti, non era suscettibile alle seduzioni de' cortigiani vanitosi, igno- ranti, microscopici della Corte di Modena. Si è calunniato Peretti dal 1840 al 1848 : dei calunniatori non si parlò più : di Peretti la memoria e la fama vivranno immortali.

42 MEMORIE AUTOBIOGRAFICHE

LV.

Con le speranze si ravvivò in me il coraggio. Ancora malaticcio, venne a me il famoso padre Bresciani, rettore dei Gesuiti di Modena, (') invitandomi a dare ima mia messa in occasione delle feste di S. Francesco de Geronimo. Offerta una messa composta dei numeri 73, 74, 75, 76 e 77 tutti nuovi, e del Credo dell' op. 64, oltre le parti d' orche- stra ne ricevetti il compenso di scudi trenta, e bombo- nerie stupende. Il bisogno di denaro era straordinario ; così che le 150 lire dei Gesuiti, aggiunte a due sovrane guada- gnate in Parma verso la fine del 1839 per 1' inno di S. Pa- cifico da S. Severino scritto pei Minori riformati, aggiunte ad altri cinquanta scudi regalatimi dal Duca per la messa (64) composta poco prima di abbandonar Reggio, tutte queste piccole somme ristorarono le finanze della famiglia. Quando il Duca mi regalò i 50 scudi in compenso della messa composta per ordine suo, mi ordinò contemporanea- mente una messa da morto. Scrissi 1' op. 67 ma non rice- vetti alcun compenso. In occasione delle feste suddette dei Gesuiti, V orchestra di Modena ebbe il gentil pensiero di dedicarmi un sonetto. Ai frati di Parma poi feci dono della prima lamentazione del giovedì Santo (81) a tenore solo, con accompagnamento di viole, violoncello, contra- basso e pianoforte.

LVI.

Guarito dalla lunga e dolorosa infermità, mi diedi al- l' esame della mia coscienza. Inesperto dei grandi effetti della scena, diffidente di me stesso, l'impresa di scrivere un'opera, per celebri cantanti e per solennissima occasione di un apertura mi parve supcriore alle mie forze. Era già cominciato il 1841, era scelto dal Duca il soggetto del li- bretto ed abbozzata alla meglio l'orditura del medesimo;

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i giorni volavano e Peretti non si decideva a lavorare. Un pensiero mi balenò ; e fatto il piccolo fardello della mia sventurata Beatrice, corsi a Bologna, dove stava Rossini.

LVII.

Il signor Antonio Zóboii. amico del gran maestro, non mi presentò ; prevenne Rossini e Rossini mi ricevette una mattina appena sceso dal letto. Abitava allora in via San Stefano, casa Degl'Anton] . Il cuore mi batteva forte, io temeva! Rossini era seduto allo scrittoio e mi guardò fisso; io mi avvicinai senza salutarlo e dissi semplicemente : io

tremo Forse il mio imbarazzo, o il tono

della voce, o 1' ingenuità della parola che lo ferissero, Ros- sini disse dolcemente « sedete qui a me vicino, non temete ; « anch' io sono stato giovine, ho tremato molte e molte « volte, fìngendo ilarità. Chi comincia deve pagare il suo « tributo alla sensibilità nervosa. Venite domani a quest'ora « medesima ; domani sarete più tranquillo e mi farete ve- « dere i vostri lavori. Il mio cameriere vi lascierà passare « anche prima di quest' ora, dovendo portarmi alle undici « al Liceo. Vi attendo dimani. » Mi ricordo che quel si tirava al lotto ; comprai un biglietto storno ( non so se bene io dica) e guadagnai un ambo di sei scudi. Egre- giamente ! erano sei giorni di più che il lotto mi conce- deva per le spese. All' indomani fui esatto e così per sei giorni successivi. Rossini esaminò la mia Beatrice di Tolosa, mi lodò qua, mi riprese là, e conchiuse che avrei fatto meglio nel nuovo spartito. Insistendo a persuadermi della necessità di un libretto ben colorito e disposto, volle gli promettessi di mandargli sollecitamente il programma del poeta. « Il « tempo stringe, soggiunse ; tornate a Modena e non indu- « giate a far ricorso ne' vostri bisogni a questo arnese di- « susato, ove possa tornarvi utile. Sopratutto abbiate co- « raggio ; è qui dove peccate : il vostro contegno e la vostra « musica vi accusano . . . .un po' vigliacco .... « intendo non abbastanza ardito . . . . » E sorrideva, come suole.

44 MEMORIE AUTOBIOGRAFICHE

LVIII.

Rannicchiato in mia lenta vettura pensavo fra me : Donizzetti grande e buono ; Rossini immenso e nel tempo stesso affabilissimo, scherzevole, incoraggiante, alieno da superbia e quasi dimentico di sé. Eppure nessun uomo è stato peggiormente giudicato di Rossini, ed il Rossini de' biografi può dirsi un mito ! Il suo carattere è total- mente sbagliato, anche dagli scrittori più discreti ed amici : lo scetticismo, 1' apatìa, il cinismo, l' insensibilità che a lui regalano sovente i giornalisti ed i novellieri altro non sono che stanchezza. Rossini creava gli ultimi suoi capolavori, dalla Semiramide al Guglielmo Teli, alla IV dova Andalusa, alla Bluette per pianoforte, sotto il peso della stanchezza e della sazietà. La fibra di Rossini è ben differente da quella di Mayerbeer e di Pacini ! egli, all' età di venticinque anni era sazio di applausi e di gloria ; a trenta lo annoiavano la celebrità, la indiscretezza degli ammiratori, la tirannia dai postulanti, i sindaci eterni di ogni suo detto e fatto. Le interessate finzioni, le adulazioni egoiste, gli attentati alla sua libertà ed al ritiro cui erasi dedicato hanno finito di stomacarlo, finché dovette per la sua pace, per la sua salute, anzi per la sua vita ( che or vive assai volontieri) abbandonar la patria e rifugiarsi in quel popolatissimo deserto che è Parigi, nella solitudine della sua palazzina e nelle frescure del suo Passy. Quando penso a quest' uomo, da me conosciuto per un caso ori- ginale ; quando penso all' accoglimento ricevuto ed all' amo- revolezza de' suoi consigli ; quando penso al celeberrimo compositore seduto a un tavolino nella villa Brunetti pen- sare attentamente a scrivere una nota, cancellarla, mutarla, e sudare e tremare a comporre la parte di tre tromboni in una sinfonia di Beethoven : quando mi rammento le colazioni fatte con lui al caffè del Corso in Bologna, i pranzi delicatissimi presso madamigella Olimpia Pellissier, ora madama Rossini ; quando contemplo una penna ( gliela

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rubai) (41) con cui dava compimento al suo divino Stabat e lo spartito del Guglielmo Teli ed i molti suoi ritratti a me donati, e finalmente miro una serie di lettere a me dirette dal 1841 al 10 agosto del corrente 1865

parmi di sognare ! Se questa non è bontà di cuore, altri dicano cosa sia.

LIX.

Peretti stese il programma del Caràttaco (42), titolo del nuovo libretto che io dovevo musicare. Rossini, senza trovar novità nel piano, trovò le situazioni buone e 1' ap- provò. Propose di ridurre il dramma a due soli atti ; ma Peretti non volle saperne. Tanto più s' indispose il mio poeta, costretto a diminuir la parte del protagonista ( Ron- coni Giorgio), stanco dalle fatiche continue cui lo sotto- metteva l' impresario Lanari, ed ammalato per giunta. La scrittura obbligava Ronconi e la Frezzolini ad eseguire tutti gli spartiti ordinati dall' Impresa ; non così Poggi che imponeva una forte somma pel Caràttaco. Si trattava di scritturar Roppa ; ma Poggi allora aderì, credo per un'aumento di cinquemila franchi (!!).

Riccini, il famigerato despota dei Modenesi, ed il Comune avrebbero voluto mandar a monte il mio spartito. Perchè ? per non fare un contraltare a Gandini Alessandro incaricato della prima opera. Fu tentato il Duca ; questi mi propose di cedere, offrendo di mandarmi a Milano o a Vienna : ma supplicai di non offendere il Ducale rescritto e non si parlò più d' altro. Sordamente si operava nell' ap- parente silenzio. La Frezzolini e Poggi furono istruiti che Peretti ed io eravamo due debuttanti senza capacità ; fu creduto senza scrupolo. Ronconi, 1' ottimo Ronconi, fece il sordo alle insinuazioni e ci mise in guardia. Tra questi dibattimenti, Peretti sdegnato scrisse al Segretario Ga- morra, allora al Cattaio con la Corte, e denunciò spiattel- latamente Riccini ed i suoi manutengoli. Il Duca vide la lettera di Peretti, volle tenersela e un giorno la piantò

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sotto il muso di Riccini. Questo ipocrita simulò dispia- cere ; negò tutto e il Duca restò persuaso. Riccini se la legò al dito !

LX.

Sulla fine di maggio il poeta mi consegnò 1' introdu- zione ; si giurava di morire per la patria ; eppure al Duca piacque. Il mio amico Regolo Fontana, tiglio di una so- rella di Riccini, mi invitò a lavorare nella sua villa di Corlo : nulla mancava, e ben volontieri accettai. Peretti mi lasciava mancare la poesia ; a brani a brani, di salto mi spediva ora una scena, or V altra ; contuttociò venne la fine di agosto e due atti eran quasi terminati. Il mio comporre era rapido per necessità; scrivevo tantosto 1' or- chestra senza dar riposo alla mente e riandare freddamente il lavoro di concezione ; insomma perseverai nel mio vizio di gettare i pezzi, compierli e non guardarli più. Poche mie composizioni ho assoggettate alla lima, ed è per questo che dimani non ricordo quanto ho scritto oggi, ed i miei scarabocchi rivedendoli, riescon nuovi a me stesso. Brutto sistema, di cui non ho saputo correggermi mai, neanche in matura età. L' arrivo dei cantanti mi indusse ad abban- donare le delizie di Corlo, la mia Capua (43). Peretti era partito per Carpinoti, dove suo padre versava in pericolo della vita e morì difatti. Il terzo atto del Caràttaco non arrivava mai.

LXI.

Feci distribuire le parti del primo e secondo atto : Ronconi era contento, anche per la brevità dei pezzi ; la Frezzolini non mostravasi malcontenta e non volle can- giare una nota, quantunque ne la pregassi: Poggi faceva il diplomatico con mille inintelligibili reticenze. Un giorno, a mia insaputa, scrisse alla Direzione che non avrebbe cantata la mia opera, ove non gli fosse consegnata imme- diatamente la parte del terzo atto. l'eretti, addolorato per

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la morte del padre, diventato capo di numerosa famiglia, lasciava senza risposta le mie lettere e pareva dimentico degli impegni assunti. Non era vero ; ricevetti il terz' atto e lo musicai in una notte ! Dentro le ventiquattr' ore tutti ebbero le loro parti, e dopo stromentai.

LXII.

Eransi eseguite tre opere delle promesse nel cartellone : V Adelaide di Borgogna del Maestro Alessandro Gandini, il Bravo del Mercadante e la Beatrice di Tenda del Bellini: al povero Caràttaco restavano gli sgoccioli della stagione e gli artisti stanchi. Venne alfine il mio giorno, il 25 no- vembre. Mentre alle prove la Frezzolini e Poggi cantarono veramente di genio, alla esecuzione rimasero freddi ed in apparenza impacciati. La Frezzolini cantò squisitamente la Cavatina del primo atto ed una Canzone del secondo. Poggi miniò la sua Cavatina ; il resto fu strapazzato, Ronconi solo fu ammirabile da cima a fondo. L' esito fu clamoroso, troppo clamoroso, un baccanale ! I miei concittadini vole- vano fare la più energica dimostrazione contro Riccini e consorti, e la fecero portando ai sette cieli me e Peretti. Si volle il bis della Canzone : la Frezzolini si fece venir male : Poggi sbuffava contro il publico indiscreto, Ronconi rideva e dicevami : « a te maestro ; raccogli adesso il frutto « seminato da queste »

LXIIL

Tre sere si la stessa baldoria facendo meravigliare come la Corte sempre presente, si compiacesse di tanto fracasso. Peretti ne era sazio, io stordito e sazio più di esso, tante furono le chiamate. Riccini divorava la bile e da gran politico, lo dava a conoscere, ritirandosi ad ogni scoppio di acclamazioni. Ma il gioco purtroppo non era finito (")•

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Premetto che il Caràttaco si eseguiva di seguito ; il ballo veniva dopo. Ci trovammo nell' atrio Peretti, Regolo Fontana (4:') ed io, scolate le ovazioni della terza rappre- sentazione. Peretti volle andarsene e 1' accompagnammo a casa Roncaglia, in fondo a Canal Grande (?), dove abitava. Poscia retrocedemmo, Fontana ed io, per godere di un bellissimo passo tra i ballerini Guerra e la Fitz-James. Giunti in dirittura dell' Albergo Reale ( alloggio dei co- niugi Poggi-Frezzolini), vedemmo un cappanello di gente senza occuparcene. Giunti piano piano al teatro, un' inser- viente agitato e quasi burbero mi avvisò che il Ministro Riccini aveva ordinato che immediatamente Peretti ed io andassimo nel suo palco. To andai solo. Con Riccini era un Assessore (■"') e si entrò nel camerino. cominciò il Mi- nistro una sfuriata spaventevole contro me e Peretti, dan- doci gli epiteti più grossolani e plebei, e minacciando galera, gridando e pestando i piedi come un ossesso. Restai sorpreso e proprio di stucco. Al tacere di Riccini, do- mandai la ragione di tante offese a me ed all' amico mio. Non avessi aperta la bocca ! Un ritornello più furibondo n' ebbi in risposta, e dedussi, dalle parole del Ministro, che la carrozza conducente all' albergo la Frezzolini e Poggi era stata sassata ; che alla prima eran venute le convulsioni, che il secondo armato di pistole, era venuto ad accusarci autori del fatto; che Peretti ed io, vilissimi sovvertitori dell' ordine renderemmo al Duca, severissimo conto delle nostre iniquità!

LXIV.

Caddi dalle nuvole ed invano procurai di persuadere Riccini, narrando genuinamente coni' eran passate le cose nella mezz' ora precedente e chiamando in testimonio suo nipote. Al nome di Fontana, Riccini si sconcertò ; ma fu un momento, momento prezioso che bastò a chiarirmi che si era tesa una trappola a Peretti ed a me. Ebbi la dab- benaggine di dar a conoscere il mio pensiero ed ebbi il

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massimo torto di trascendere a mia volta e perdere il ri- spetto dovuto ad un' autorità, chiamando Biccini niente- meno che F uomo

« al finger pronto, all' ingannar accorto « gran fabbro di calunnie »

ed autore delle sassate! (4T). L'assessore alzò inorridito le braccia al cielo, Biccini mi scacciò dal camerino, ed io andai a letto.

LXV.

Fontana mi attendeva e disse : « la fortuna ha voluto « che io mi sia trovato con voi questa sera, altrimenti « sareste perduti. Non sapete qual bestia feroce sia mio « zio ! » (4s) L' indomani di buon' ora corsi da Peretti ; egli era ancora in letto. Tutto gli narrai e lo informai delle iscrizioni sparse per la città. Ad ogni angolo si leggeva: Morte a Rietini; morte a Poggi; morte alla March. Cai 'andini (49) ed alla Frezzolini ; viva Catelani. Qualche viva Peretti era qua e là. Mi spiacquero questi scritti e dissi fra me : eccomi tribuno della plebe, senza volerlo ! Nella traversata dalla mia casa ( F antica casa Gozzi (?), celebre per esservisi accoppato, la mattina del 17 febbraio 1795 alle ore 4, circa, in età di anni 25, mesi 8, giorni 28, il mar- chese di Scandiano (5a) figlio del Duca Ercole III) a quella di Peretti, gli operai uscivano dalle loro botteghe e gri- davan dietro viva Catelani! Ero imbarazzatissimo e mi pa- reva essere in berlina. Lasciato Peretti, che voleva dormire, entrai nella stamperia Vincenzi e Bossi, dirimpetto alla Finanza. mi fu detto che un Ispettore di polizia mi cercava per mare e per terra, incaricando la gente ad av- visarmi che alle undici in punto mi trovassi con Peretti nelF anticamera di Sua Altezza Beale, il Padrone. Andai a prevenir Peretti, mal disposto ad obbedire ; ma si piegò, trattandosi di una chiamata del Duca, verso cui avremmo mancato e senza ragione disobbedito. L'ispettore di Polizia

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era stato prima a casa mia, aveva parlato con mio padre e lo aveva spaventato. Gli antecedenti, i pericoli attuali e le conseguenze future eh' egli immaginava a mio danno sconvolsero l'animo suo; il pensiero che mi si potè cacciare, quando che fosse, in una prigione, era fisso nella sua mente. Dominati apparentemente, non vinti, i suoi ter- rori notturni scoppiarono con una paralisi al capo ed alla parte destra (la notte del 16 al 17 gennaio 1842), che lo trasse al sepolcro dopo alcuni mesi. A Riccini 1' onta di quest' omicidio !

LXVI.

Fummo introdotti innanzi al Duca dopo un' ora di anticamera. Pareva, ed era, sdegnato e ci guardò con occhio torbido : si dichiarò malcontento di noi e ci disse indegni della sua protezione, pentito di quanto aveva fatto .... Tacevamo rispettosi, coni' era pattuito fra noi, ed il nostro silenzio trasse il Duca a maggior collera, ripetendo quasi alla lettera tutto ciò che avevami detto Riccini in palco. Indovinai che 1' iniquo ministro non si era peritato a fare il delatore, il calunniatore ; e seppi che egli usciva appunto dal Duca quando noi entrammo. Mi feci coraggio e perorai la nostra causa con efficacia di espressioni; tanto che il duca parve commosso. Peretti muto lungamente, venne in mio soccorso, appena si avvide che mi scemava l'eloquenza:

parlò nobile, severo, maestoso il Duca

era vinto.

LXVII.

Una piccola soddisfazione pertanto toccò a Riccini ; fu il Duca che a noi l' impose a prova, ei disse, di nostra som- missione ed innocenza. Ci comandò che la sera successiva, serata della Frezzolini, stessimo in un palco garanti della quiete e, dell' ordine. Si temeva che le mele o le pamhe volassero nel palco scenico. Arditamente risposi e he per

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lui nostro benefattore, saremmo andati non che nel palco, ma nel fuòco ; in quanto a garantire la quiete del teatro era cosa impossibile a noi senza forza alcuna, se tornava difficile al ministro di polizia ed a suoi birri e draghi. Allora il duca : « via, parlate ai vostri amici, Carlotti,

« Galassi, Tonini fate che desistano

« dal commettere imprudenze che tutti vi faranno pentire,

« tutti vi perderanno perchè vi manderò tutti

« a Sèstola. » Risposi tranquillo che i miei amici non erano coloro, giacche gii abiti miei, ( e voltai in questo mentre le braccia ) mostravano, più che la corda, la fòdera. Effet- tivamente il mio soprabito era a mal partito. Il Duca non potè frenare una risatina, e ci congedò. Uscii contento ; Peretti si mantenne cupo.

LXVIII.

Le dimostrazioni benevole de' miei concittadini, special- mente degli artigiani, mi preoccupavano. Che si sarebbe fatto in teatro la sera del successivo ? e se nulla per sorte accadeva per parte del pubblico, non era da temere Ric- cini ? E chi aveva sassato Poggi se non i suoi birri ? quei birri medesimi che avevano una sera fischiato il suddetto per ordine di Riccini e per una causa futile che non vai la pena eh' io riferisca? (Riccini fece fischiare Poggi per una certa lettera di quest' ultimo diretta a Bologna ed in- tercettata. In essa lettera venivano avvisati gli amici di Bologna che la Frezzolini avrebbe cantato alia meglio quella sera, perciò non venissero. Oh bella ! quel giorno la Frezzo- lini non si sentiva bene : era un delitto ? Riccini avrebbe ficcato il naso non so dove ) ! La notte è madre dei pen- sieri e delle risoluzioni: così la notte mi suggerì ciò che mi restava da fare per la mia sicurezza.

52 MEMORIE AUTOBIOGRAFICHE

LXIX.

Appena fatto giorno, corro al palazzo Ducale e chieggo una secreta udienza dal principe ereditario, poi Francesco V. Era contro le regole della Corte, ma fui ricevuto. In poche parole informai di tutto il giovine Principe e mi posi sotto il suo patrocinio, qualunque cosa accadesse quella sera. Sorrise il Principe, nemico acerrimo del Biccini, e mi ras- sicurò : « Non temete, disse, il diavolo non è sempre brutto « come si dipinge ; forse Biccini non si azzarderà a spin- « gere oltre questi vergognosi intrighi. Obbedite a papà e « non dite di essere qui venuto ». Nel ringraziarlo volli baciargli la mano ; ei la ritirò con forza. Tacqui con tutti, meno che col Peretti, sempre stralunato e taciturno. Giusta gli ordini del Duca, pochi minuti prima che si alzasse il sipario in quella sera fatale, andai nel palco di Biccini ( Peretti non volle venire, come doveva ) a ricevere la chiave del palco-prigione. Dovetti subire una nuova paternale e qualche tocco di minaccia ; io, sempre ardito e provocante, risposi : andar nel palco spontaneamente ed in omaggio ai desideri del Duca, non ritenermi affatto prigioniero della polizia, ma libero di muovermi e di ammettere nel palco chicchessia ; finalmente essere io deciso di non andare, ove mi vedessi spiato da birri o da altri. Biccini fremente gettò la chiave sul tavolino e mi piantò con disprezzo. Si ese- guiva la Beatrice di Tenda; la Frezzolini cantò come can- tano gli angeli in cielo! Il pubblico applaudiva strepitosa- mente, ma volto verso noi prigionieri e garanti dell' ordine. Tutti i cannocchiali, meno quelli de' più grossi aristocratici, erano diretti al nostro palco. Alcuni amici verniero a farci visita, ed allora il Principe ereditario attento col cannoc- chiale ed in piedi dietro il Duca diceva: « papà, il tale o « il tal altro è andato dai prigionieri ». Mi fu detto da un ciambellano presente, e si rideva da tutti, ed io me la godeva. Peretti stava col muso e non volle applaudire mai alla inarrivabile Frezzolini.

MEMORIE AUTOBIOGRAFICHE 53

LXX.

Così terminò quest' episodio della oscura mia carriera. Anzicchè profitto, altro che sviamenti e danni me ne vennero. Immenso dispiacere provai di non aver Rossini in teatro una delle tre sere, come avevami promesso : disgraziata- mente ammalò in quel torno, spasimando per iscorbuto di cui guarì a poco a poco in virtù di decotti di aceto Mo- denese. Il giudizio del pubblico non fu giudizio; fu esplo- sione di simpatia, occasionata dai fatti narrati. In faccia al mondo artistico nulla guadagnai ; al contrario perdetti, grazie ai mali offici ed alle informazioni appassionate . . . nelle lettere ai corrispondenti teatrali, Ronconi solo mi sosteneva: ma, come succede, il male è sempre più facil- mente apprezzato del bene, ed io me ne avvidi in seguito. Niun' benefìzio pecuniario ricevetti per le mie faticlie, e sospirai amaramente quando mi fu noto che il Comune si era fatte reintegrare dal Duca le spese di quella indecente messa in scena. Abiti, attrezzi, tutto fu meschino, ad ec- cezione delle scene che Crespolani (:'') dipinse superbamente, dandone una di più gratis e per pura amicizia verso di me. Il Comune, che malauguratamente conduceva l' Impresa fece tre introiti favolosi ; tuttavia presentò al Duca una lista da arlecchino e il Duca pagò. Ne sentii rimorso ! Del resto, ai trambusti successe la calma e provai una vera consolazione quando si spensero i cicaleggi e non se ne parlò più. Mi si restituirono le parti d' orchestra del Ca- ràttaco, vendute da me ad un salumaio, dopo alcuni anni, unitamente alle parti della Beatrice di Tolosa. Le parti- ture dovranno subire un giorno la prova del fuoco in com- pagnia di altre composizioni sorelle ; questa è la mia intenzione (52).

54 MEMORIE AUTOBIOGRAFICHE

LXXI.

Non mi fu possibile vincer la smania di aver un giu- dizio da Rossini. Lo trovai sofferente nella bocca ; non pertanto volle passare in rivista il mio Caràttaco. Nulla sfuggì a quell' occhio di lince, a quella intelligenza supe- riore ; ed enumerò gii effetti indovinati o falliti, come fosse stato presente alle rappresentazioni. Per assicurar l' esito dello spartito in qualunque teatro, mi consigliò riforme, tagli, sostituzioni che non ho praticate, non avendo io più guardato il mio lavoro, qualunque sia, e ben presto aven- dolo cadiceli ato dalla memoria, non felicissima in verità. Rossini insisteva parimenti per la riforma del libretto in due atti ; Peretti finalmente se n' era persuaso, ma non se ne fece nulla, perchè il bisogno non ci fu. Il duca intanto avevami decretato un' assegno di sei zecchini mensili, acciò mi recassi altrove ad esercitare la professione. L' assegno durò due anni e mezzo o tré, poi cessò ; di quel denaro mi giovai a pagar debiti di famiglia, dopo la morte di mio padre. E siccome i bisogni e le strettezze aumentavano tutto dì, abbandonai le idee del teatro e mi diedi tutto alla istruzione privata in Modena e tirando avanti medio- cremente e con un certo onore, senza pentirmi del sacri- fizio delle mie inclinazioni.

LXXII.

Ecco in qual modo mi ridussi a questo sacrifizio, in- dipendentemente dal desiderio di rialzare la fami glia. Ap- pena conseguito l'assegno di sei zecchini, mi recai a Mi- lano per tentar un colpo in quella città musicale. Il teatro della Scala era il mio obbiettivo, il mio sogno, il mio in- cubo. Goffamente mi lusingavo che, dove piacque la Stra- niera, potesse non dispiacere il Caràttaco. Oh ! 1' amor proprio, in quel momento, mi aveva acciecato ! Ma non

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tardai ad aprir gli occhi. Era in scena il Nabucodònosor di

Verdi ! e 1' udii Ringrazio

il cielo che mi tolse la benda! altrimenti, a qual misera carriera, umiliante per avventura, mi sarei dato? era pos- sibile il competere con Verdi, seguirlo parallello od a pic- cola distanza? ne avevo io forze sufficienti, tanta farina nel sacco , tanto slancio, tanto genio impetuoso e tante qualità ( supposte eziandio di genere diverso ) da procac- ciarmi la simpatia, 1' attenzione, il favore del pubblico ? la coscienza diceva no, e la mente tranquilla ripeteva no. Dopo una notte smaniosa, combattuta da mille pensieri opposti e sconfortanti, rividi Merelli impresario della Scala: al- l' impresario avevami raccomandato il conte Pachta, onni- potente nei teatri e fuori dei teatri; le lettere di Rossini, indirettamente, aveanmi fatta strada all'uno e all'altro; il successo di Modena, ad onta delle insinuazioni malevole aveva fatto un certo chiasso anche a Milano e divulgato il mio nome. La mia posizione pertanto non era cattiva. Merelli mi accettò pel carnevale del 1843, conche lo garantissi per la somma di austriache lire seimila, in caso di fiasco, ed a lui cedessi mezza la proprietà di recita e di stampa. Presi cinque giorni a rispondere per r indire il Nabucco, come per maturare le mie risoluzioni.

LXXIII.

Quante volte riudii il Nabucco tante mi ritirai al Re- becchino spaventato ed avvilito. Verdi sembravami un gi- gante ; io mi scorgeva pigmeo. Addio teatro, addio illusioni ! E ben feci. Chi, dopo Verdi, può vantare un successo du- revole? Non è vero che oggi stesso, nel 1865, nessuno è capace di succedergli con onore? non è vero eziandio che il genio italiano sembra oggi sterilito, dopo trent' anni di meravigliose fecondità da Rossini a Verdi? Qualunque sia la cagione di questo fatto, purtroppo innegabile, dovrei pentirmi, oggi stesso otto settembre 1865, di aver detto negli orgasmi del 1842 addio teatro /

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LXXIV.

Non ebbi e non ho ragione di pentirmi dell' abbandono di vagheggiati e antichi progetti ; debbo al salutare ter- rore provato nelle diverse udizioni del Xabacco gli anni pacifici succeduti al 1842, modestamente vissuti in Modena, modestamente inoltranti al loro termine. Se la mia vita passò rapida senza lode, senza infamia, parimenti si chiu- deva presto nell' oblio del sepolcro. Lunghe e dolorose in- fermità hanno infiacchito il mio corpo, ne giova gran fatto 1' aria saluberrima del Montale, dove passo 1' estate da tre anni nel casino dell' ottimo amico Pietro Pisa. Sarà quel che sarà, ed ora continuo 1' arida narrazione delle cose mie.

LXXV.

« L' histoire des musiciens n' offre, en generai, ci' intérèt « que lors qu1 elle tratte de leurs premieres années et de « leur debut Leur histoire est toat entière

« DANS LE CATALOGUE DES LEURS OUVRAGES. » Oli potessi

applicare a me stesso le ultime parole dell' egregio scrittore Il catalogo de' miei lavori nulla offre che mi raccomandi, che mi sia lecito di dire: il non omnis mor/ar d' Orazio. Se avessi adoperata più la lima, forse ricorderei con compiacenza una cinquantina di opere, tra grandi e piccole. Le mie simpatie, per ora, si concentrano nella mia messa da morto, N. 108, stampata dal Ricordi, con ridu- zione d'organo fatta dal mio amico carissimo Maestro Cornali. Questa riduzione, quantunque bella, non può dare gli effetti da me calcolati ed espressi cogli strumenti nella maniera più facile e semplice. Amo altresì la mia piccola messa pastorale, intitolata Messa Pisa, per averla composta nel casino Pisa ; 1' amo tanto più, in quanto che fu com- patita e lodata dal gran Rossini.

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LXXVI.

Tornato da Milano, mi diedi all' insegnamento privato del pianoforte, con sufficiente profitto della borsa. Mio fra- tello Giuseppe, impiegato in Finanza dal ministro Molza, in occasione della disgrazia di mio padre, ajutava la barchetta della famiglia. Si navigava discretamente. Le musiche di chiesa davano un guadagno effimero, dovendo spendere del mio a cavar le parti ; tuttavia qualche cosa rimaneva. Nel 1841 il Comune avevami nominato suo Maestro di Cappella; titolo onorario. Quando morì il duca Francesco IV nel 1846 ? il Comune mi ordinò un Dies trae che scrissi in 24 ore (op. 89 ), e me lo pagò 20 franchi! Un panciotto nero ed una cravatta mi costarono 23 franchi, e le parti furono co- piate a mie spese! Nel maggio del 1846 dal duca Fran- cesco V fui nominato Maestro della sua Cappella di Corte in sostituzione del defunto Maestro Baraldi, ( ho 1' obbliga- zione di questa nomina all' amico professore Pietro Frigieri ed all' egregio signor Marchese Camillo Molza) con trenta franchi mensili ! Paga umiliante, quantunque non avessi 1' obbligo di scriver pezzi. Quest' obbligo mi venne accre- sciuto quando lo stipendio crebbe a lire 40. Finora perce- pisco le lire 40, quantunque la Cappella ( come la Corte ) sia andata in fumo dal giugno del 1859.

LXXVII.

Nel 1847 la principessa Maria Beatrice, sorella del duca, si maritò con un Infante di Spagna. A Peretti ed a me fu commessa dalla Corte una cantata allusiva da eseguirsi in Teatro. Scrissi una « Serenata Campestre » equivalente ad un' atto d' opera (n.° 91). Anche questa volta, nel più bello delle prove, muore il così detto Re di Spagna Carlo V;. addio cantata e fatiche mie! Peretti volle stampare la poesia, graziosissima in verità. Neil' anno stesso 1847 scrissi il coro

58 MEMORIE AUTOBIOGRAFICHE

eli Peretti intitolato La Guardia Nazionale per una signora Inglese domiciliata in Toscana, miss Louisa Grace. Nel mio catalogo il detto coro figura come scritto nel 1848. Il Ca- pitolo della Cattedrale, appunto nel 1848, mi diede la so- pravvivenza al Maestro di Cappella Gaetano Malagoli, morto nell' anno successivo. Il Duomo mi un guadagno annuo di circa L. 100 ! !

LXXVIIL

Le sventure nazionali del 1848 e 1849 agirono terri- bilmente sul mio fisico e scoppiarono con una perniciosa, malattia che mi condusse all' orlo del sepolcro. Fossi morto allora ! Ristabilito quasi miracolosamente, trovai un sollievo nell' amicizia del Maestro Gaspari di Bologna, con cui si avviò un carteggio non più interrotto. Il dottissimo amico m' inspirò a poco a poco l' amore alla letteratura musicale mi provvide di buona copia di libri antichi e mi trascinò a dare alle stampe i poveri miei scritti e la Gazzetta Mu- sicale di Milano diventò la mia palestra, prima sotto l' a- nonimo, poi a nome scoperto, quantunque per cortese soperchieria della redazione. I miei articoli ottennero e ottengono il compatimento degli eruditi ; il famoso Fètis volle introdurrai nella sua Biographie universelle ed ono- rarmi recentemente di lettera compitissima. Conservo nel mio carteggio lusinghiere testimonianze di parziale ami- cizia, per parte di scrittori e maestri distintissimi italiani e stranieri.

LXXIX.

Nel 1855, mercè la bontà del conte Teodoro de Volo mi fu dato un impieghetto nelle Opere Pie, con lire 60 mensili: più tardi n'ebbi 65, (piando dall'Archivio passai alla Segreteria. Nel detto anno perdetti l' adcTrata mia madre, morta il giorno 6 febbraio per un secondo assalto apoplettico. Air atto di questo infausto avvenimento la mia

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famiglia era assottigliata a soli tre individui. Io il mag- giore, mia sorella Giulia nata in Guastalla il 31 marzo 1814 ed il fratello Giuseppe. Questi si ammogliò nel 1856, (sposò successivamente due sorelle Pucci, ed è senza figli), essendosi prima diviso da noi per unirsi alla famiglia della moglie. Ora è Capo-sezione nel ramo delle Gabelle con 3600 franchi ed è cavaliere dei SS. Maurizio e Laz- zaro. Da Torino passerà fra due mesi a Firenze, la nuova capitale provvisoria del Regno d' Italia, che Dio salvi e protegga.

LXXX.

Ancora poche parole di questa poco interessante nar- razione. In altro fascicoletto consegnerò la memoria di quanto mi accadrà in seguito, se merito vi sia dell'opera. Alcuni momenti d' ozio in campagna, se qui tornerò l' anno venturo, saranno impiegati nello scrivere gli aneddotti più curiosi della mia vita, ommessi o dimenticati qui. A cin- quantaquattro anni si ricordano con piacere le particola- rità della vita passata, anche le inezie, non indifferenti a chi ne fu attore. La vita di un uomo, per oscuro, per nullo che sia, è sempre un dramma che fa palpitare chi scrive e sorridere almeno chi legge. È impossibile che nella vita dell' uomo il più insulso non si trovi un punto da cui trarre si possa un qualche ammaestramento. Col 1.° del 1860, dalle Opere Pie venni trasferito alla Biblio- teca già Estense, ora Palatina. La nomina venne dal ca- valiere Farini, con emolumento annuo di 1200 e col titolo di aggiunto al Bibliotecario. Da pochi mesi il soldo per- cepito è di lire 1490. Indegno e contento di questo impiego, supplico il buon Dio a concedermi vita e forza da com- piere 1' ordinamento della ricca suppellettile musicale che in essa Biblioteca si conserva da secoli, sema V illustra- zione di cui è bisognosa e degna (53).

Montale, 12 settembre 1865.

NOTE DEL COMPILATORE

ALLE

MEMORIE GATELANI

(1) Serassi (Giuseppe). Neil' albero genealogico di questa notis- sima famiglia d'organari di Bergamo, che comincia con Giuseppe, detto il vecchio, morto in Crema nel 1760, incontrasi pure un altro omonimo di lui nipote ex patre, nato nel 1750, e morto nel 1817. Dal catalogo, però, degli organi da chiesa, costruiti a tutto Vanno 1858 della fabbrica Serassi in Bergamo (ivi Natali anno stesso ) compilato da G. B. Castelli, gerente della fabbrica medesima, non risulta che in Guastalla vi fosse un' organo dei Serassi. Potrebbe darsi che 1' eccellente organo citato dal Catelani fosse un Serassi, de' tanti che ornavano le chiese delle grosse città circonvicine a Guastalla, soppresse al tempo de' rivolgimenti politici del fine del secolo scorso. Secondo il catalogo del Castelli gli organi costruiti dai Serassi ammonterebbero a 654.

(2) Per le molteplici lacune dei dizionari più o meno universali di biografie de' musicisti, fatti da stranieri, e peggio compilati in Italia (dove ad onta delle cure di molti privati, tra' quali oso porre me, non esiste ancora un serio dizionario del genere ) m' era scono- sciuto il nome di questo vecchio Rabitti, il qual poi verificai essere Antonio, da certi cenni, sul maestro Giovanili Battista, d' E. Manzini nel « Consigliere del popolo » edito nel 1874 in Reggio-Emilia pei tipi Masini, intorno al qual Gio : Battista dettai io pure un artico- letto nella mia Musurgiana (N. 14, serie l.a). Il Prof. Bernardino Catelani, cui ricorsi in proposito, mi scriveva essere il vecchio Ra- bitti morto in Reggio-Emilia nel 1846, due anni cioè, dopo il figliuolo. E continuava : « ciò invita a credere che nelle carte eh' or' sono alle « mani della S. V. l'appellazione di vecchio Rabitti sia da riferire « ad Antonio. Così fatta risposta avrei potuto far senza indugio ;

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« ma vedendo eh' Ella afferma nato nel 1801 il detto Gio. Battista, « dove altri lo dissero nel 1797, credetti di far cosa a Lei non « ingrata se ciò chiarissi. Or posso asserire che la S. V. è dalla « parte del vero. I registri del nostro Municipio ci danno un Gio: « Battista-Maria nato da' coniugi Antonio liabitti, e Maria Mele y ari « nel 1797, e un altro nato nel 1801. Ben s'indovina, che, morto « ancora bambino il primo, i genitori ne rinnovarono, o, come noi

« diciamo, ne ricrearono il nome nel fratello »

Dunque i biografi del musicista Gio : Battista Eabitti-Sanyioryio si fermarono al primo uscio.

(3) Yug è nome di cembalaro sinora da me non rinvenuto nei di- zionari biografici.

(4) In una carta volante applicata al ms. autografo, sulla co- pertina dell' autobiografia Catelaniana, si trovavano scritte alcune rubriche sotto le numerazioni de' vari capitoli designati con numeri romani e sono queste che consegno al lettore il quale, se vorrà, ne farà ragione di confronto e ricerca.

« II. Particolarità dell'appartamento ove nacqui.

IV. Verificare 1' origine di mio padre.

VI. Se il P. Giannotti morì a Cesena o a Rimino."

XIV. Anneddoto della borsa del denaro in Ancona.

id. del portafogli e ripetizione in Roma.

XXI. Anneddoto d'una composizione a 5 strappazzata di Zingarelli. » Chi però nel 1859 abitò nel palazzo ducale di Gua- stalla, in allora demaniale, al presente (credo) di proprietà privata, nulla riseppe di que' disegni o dipinti de' quali certamente l'imbian- chino avrà fatto giustizia.

(5) Di Rossini fanciullo da qualche biografo si racconta un fatto quasi consimile; se non che invece di tirare lo spago presso un mastro calzolaio, come Catelani, sarebbe stato posto dal padre a tirare la catenella del mantice d'un fabbro ferraio.

(6) « Si verifichi V origine di mio padre » così nella sucitata carta volante. È davvero curiosa questa fisima del Catelani di pro- venire da lombi più o meno magnanimi, e i>iù curioso è il desiderio della verifica, affidato a mistico cartellino por le ricerche postume. Onde uscir dal labirinto, che, tengo a supporre, sia tutto fantastico, ri vorrebbe un filo di documenti, i quali non potrebbero rilucere che 1.° dagli ultimi nomi dell'albero genealogico della famiglia Tassoni (rami di Modena, Ferrara e Nantes", che si accerta e dagli storici nostri è riputata estinta per davvero: 2.° da qualche parti- colare sulla vita del Marchese Giuseppe-Giulio-Cesare, di Lodovico- Fabio e della Contessa Litis<i Dalli, nato nel L769 in Modena e -

NOTE DEL COMPILATORE ALLE MEMORIE CATELANI 63

in Firenze nel 1821, in fine da fede di nascite e battesimi. L'albero Tassoni con infinita cura compilato dal Conte Passerini de' Milli trovasi ms., e notato sotto il N.° 205 della biblioteca Nazionale di Firenze. Su Giuseppe-Giulio-Cesare potrei poi io stesso citare quanto ne scrissi negli Estratti d' un carteggio del mio avo paterno (nelle note ), opuscolo stampato in Modena nel 1872 pe' tipi Gaddi. Le fedi poi del padre di Angelo Catelani sono state da me donate all'Estense che le conserva fra le mie miscellanee delle carte Catelaniane. Giovanni (di Domenico di Giuseppe), padre d'Angelo nostro, era nato, adì 14 agosto 1782, in Coviólo villa di Reggio di Modena, presso le ducali delizie di Rivalta e Rivaltella, e fu tenuto al sacro fonte da Giuseppe (di Sante) Barbieri, domestico del March. Tas- soni, (incolae Covioli), e da Angelica Sassi, a nome di Pellegrina Setti (di Giovanni), fantesca pure del detto signor Marchese. Che sia qui l'uscita dal labirinto ? lo giudichi il lettore. Uomo di corte e figlio di gentildonna Reggiana era naturale che Giulio Cesare abitasse talvolta in provincia di Reggio, specie in Coviòlo presso una delle splendide villeggiature della Corte Estense. Ma la sto- riella della morte improvvisa in Reggio, dell' esistenza di altro figlio legittimo e di testamento non firmato, resta completamente distrutta dal matrimonio di Giulio Cesare Tassoni colla modista Baschieri, avvenuto nel 1786, sotto l'albero della libertà in Modena: dall'avere avuto da costei nel 1801 un solo figlio legittimo a nome Lodovico; e dall' essere morto in Milano nel 1821 ai 14 decembre. Interrogati su ciò anziani e giovani, taluno recisamente negò la morte in Reggio d' un Marchese Tassoni, altri in confuso ricordavano la pretesa origine Tassoniana in Coviòlo, ma come leggenda oscura e tradi- zione assai dubbia.

(7) L' autobiografo doveva scrivere « alle scuola pubbliche del collegio dei gesuiti: » il collegio era la casa dei PP. e il convitto, era il ritrovo degli alunni interni.

(8) Gianotti o Giannotti (Giacomo). Nato in (?) a' 5 febbraio

1797, si fé' gesuita nel 1815 nel primo del settembre. Insegnò belle lettere nel Collegio di S. Bartolomeo in Modena, e si ha di lui un « discorso pronunziato per la solenne apertura della chiesa della compagnia di Gesìi, » a 23 decembre 1822 « stampato in Modena dal Soliani nello stesso anno. » Diventò rettore di quel collegio a' 22 ottobre 1824, e, circa nel 1826 o 27, uscì dalla compagnia. Neil' ac- cennata carta volante V autobiografo si mostra dubbioso se Cesena o Rimini fossero le città ove morì. Chi conobbe di persona il P. Giannotti assicurommi essere stato questo gesuita assai popolare tra noi. Le sue penitenti lo celebravano come un santo disinvolto, il quale, sovratutto, preoccupavasi del confortare, consolare e rad- drizzare, potendo, nell' ergastolo i servi di pena. Supponevasi che

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fosse venuto in uggia al governo Austro-Estense perchè (fosse pur caso, o fosse studio) ricercava a preferenza dei condannati alle ga- lere per cose politiche, iniquamente mescolati nella detenzione coi facinorosi, e da essi distinti soltanto, perchè non uscivano, scortati dai birri armati di carabina, a spazzar le strade di Modena.

E sembrerebbe, che fuori discorrendone, il P. Giannotti com- piangesse quegl' infelici, ed in ispecie il Ponzoni, non condannato, anzi assolto dal tribunale ordinario, ma tenuto in catene per volere di Francesco IV e maltrattato dai gros-bonnets della polizia Ducale, che volevano costringerlo a confessare d' avere esso ucciso il Besini. Il P. Giannotti non fu in Modena calunniato o malmenato se non dai cagnotti ducali.

(9) Coccapani-Imperiale (March. Luigi) morto ai 23 marzo 1834= in Genova di 59 anni, già nel 1814 della Reggenza ducale poi governatore di Modena : nel finire del 1831 ritiravasi a vita privata.

(10) Gherardi (Antonio) di Parma, ivi, nel 1785, fondava una piccola fabbricazione di spinette e cembali, all'usanza di Vienna d' Austria, coadiuvato da' figli suoi Giambattista, Camillo e Giuseppe, quest' ultimo morto giovanissimo. Tanto riseppi dal sig. Dacci, di- rettore della scuola musicale di Parma, ed autore dei Cenni storico- statistici su quella scuola, ultimamente dati in luce, ivi, pe' tipi Battei. Mancato a' vivi Antonio venne 1' andamento della fabbrica assunto dal maggiore di lui figlio Giambattista, il quale continuò a produrre spinette e cembali sempre sul sistema di Vienna, e, nel 1850 associatosi ad altro cembalaro di Parma Vitale Berziòli estese la fabbricazione ai piano-forti a coda e verticali, sul sistema Vien- nese i primi, su quello di Francia pei secondi. Il Berzibli da qualche tempo lasciò il Gherardi per unirsi al fratello Giuseppe, e la fab- brica Gherardi fiorì con ottimi risultati, diretta da un lavorante del Berziòli (Giordani) unitamente a un figlio di Giambattista Gherardi, di nome esso pure Antonio, cangiando il titolo della vecchia ditta Gherardi in quello di Gherardi e Giordani, che poi, nel 1875, è cessata. Sempre appoggiato alla cortesia del direttore attuale della scuola musicale Parmense posso aggiungere qualche particolare sui Berziòli. Giuseppe, nato a Zibello, fu il fondatore dell' industria dei piano-forti nel Parmigiano, siuo dal 1830, quando tale industria era in Italia poco coltivata, e l'apprese da solo, fabbricando pianini in Zibello, ove alcuni tuttora ne esistono. 11 governo della Duchessa Maria-Luisa gli concesse il servigio della Corte e della 1\. scuola locale di musica, o il privilegio per le fabbricazioni dei piani ver- ticali. La Ditta fratelli Berziòli ebbe all' Esposizioni del 1883 e medaglie d' argento. Essa mentre scrivo è sempre esistente in Parma.

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(11) Ga violi (Lodovico). Cfr. Catelani « Gazzetta di Mo- dena N.° 352 » Malibran « Union instrumentale, settembre 185G »

L-F. Valdrighi « Nomocheliukgografia, Modena, Società tipo- grafica, 1884, p. 151: e seg., e vari articoletti di mio padre.

(1*2) Vecchi (Cesare). Di nobile e antica famiglia del Fi- nale Modenese, ivi nacque a' 14 settembre del 1805. Venuto a stu- diare in Modena sotto la direzione di Alessandro Cassetti, prete, non troppo distinto musicista, sviluppossi il svio moltissimo natu- rale talento, da debole scintilla in esso suscitandosi vivissima fiamma. Dopo, studiando da se, divenne prodigioso suonatore d' or- gano e piano. Fu anche compositore di musica, curando l' imita- zione dei contemporanei maestri Tedeschi. La sua morte ebbe luogo in Finale ai 27 agosto 1833. Il prof. Giovanni Brignoli de Briinnhoff stese la di lui epigrafe che fu apposta presso 1' altare di S. Carlo nel Duomo del Finale, di giuspatronato Vecchi. Il Brignoli termina la biografia, inserta nel tomo 2.° della continuazione della biblio- teca Modenese del Tiraboschi, coli' elenco delle sue opere musicali da esso conosciute. 1.° Tre sinfonie concertate, a piena orchestra, legate, in morte alla Marchesa Isabella Carcano, in Rangoni. 2.° Tema variato per piano dedicato alla Contessa Vittoria Guic- ciardi. - 3.° Id. id. alla marchesa Vittoria Trivulzio in Carandini.

4.° Id. id. alla sig.a Elena Gamorra in Galvani. 5.° Sette divertimenti in tempo di walzer per piano alla signorina Pierotti Gaetanina di Carpi. 6.° Tema con variazioni per flauto con ac- compagnamento di piano dedicato al prof, di flauto Marini. 7.° Pa- recchie marce militari a piena orchestra. 8.° Molti walzer di stile Tedesco.

(13) Cialdini. Questa famiglia è Modenese. A chi chiedesse la ragione dell' asserto, non chiesto dal genere della pubblicazione presente, dirò che morto nel 1892 il Duca di Gaeta, un vero coro di giornalisti italiani gridò Reggiano dell' Emilia il di lui casato. Enrico Cialdini fu, è vero, qualche tempo a studio in Reggio pel nomadismo del padre suo Giuseppe: ma era nel 1811 nato in Castelvetro di Modena e qui portato a battezzare nella chiesa di S. Agostino.

#I1 terzetto giornalistico Modenese (Panaro, Cittadino e Diritto Cattolico) però pose in sodo la verità con documenti storici indi" scutibili, i quali nella carestia di cose che possono interessare un piccolo centro, ne dilettarono molto gli oziosi e i gazzettieri. L' albero genealogico documentato dei Cialdini di Modena è nell' Archivio nostro di Stato. Comincia con uno Stefano, il quale, dal 1775 al 93 fu privato guardarobe di S. A. Ser.m». Gaetano di Stefano (n. 1752) ebbe due figli Giuseppe e Francesco n. il primo

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66 NOTE DEL COMPILATORE ALLE MEMORIE CATELAXI

nel 1785, nel 1790 il secondo, la cui linea maschile si è estinta in un Demetrio nel 1878. Quella di Giuseppe, padre del Duca di Gaeta, vive tuttora in Valenza di Spagna nel colonnello Enrico e nel- 1' Avv. Francesco, figli di Guido fratello d'Enrico nato nel 1816 in Reggio, ove, come ingegnere, era impiegato il padre. I Cialdini abitanti in Modena in corso Case-nuove cui accenna Catelani erano quelli del ramo dell' Avv. Francesco n. nel 1700. Di questo avvo- cato Cialdini si conosce un importante ms: dal titolo « Cenni sto- rici sopra i processi politici, cW ebbero luogo negli Stati Estensi dopo la caduta del lìegno d' Italia ». Il ms: originale dovrebbe trovarsi depositato nella Biblioteca Comunale di Pistoja, perchè non richiesto ancora dagli eredi di Francesco. Una copia d' esso ms : però è pos- seduta dal Prof. Giuseppe Silingardi in Modena, ed un' altra dalla Biblioteca Comunale di Vignola.

(14) Cfr. : la Cronistoria del Gandini. Modena, Tip. Sociale, 1873. Parte II, pag. 150 e segg.

(15) Asioli (Giuseppe). Di questo maestro non parlano ne Fètis, Pougin. Non avendone nozione, fu da me ommesso nella mia Musurgiana N.° 14. Migliori particolari su di esso non potrebbero trovarsi di quelli dati dal Catelaui nel capitolo IX della sua auto- biografia e di essi mi servirò continuando le ristrette biografie dei musicisti Modenesi nell'articolo che lo riguarderà.

(16) Malagoli (Anselmo). Cfr. La Musurgiana sudetta N.° 11 (serie I a p. 21). Poca musica di questo maestro possiede l'Estense: moltissima invece si trova nella collezione di Bonacini Ferdinando, ora degente a Genova.

(17) Montecuccoli-Laderchi (March. Raimondo). Colpito da improvviso malore in una strada di Milano, questo gentiluomo mori a quell'ospedale centrale ai 28 marzo 1873. (Cfr. il Panaro dell'epoca). L'essenza della di lui eredità valutassi allora in lo 5 milioni. Fu uomo di bizzarissima indole, ma splendido e benefico come i grandi signori dell'antico stampo. Modena però lamentò che non provvedesse alla conservazione della suppellettile insigne dei manoscritti, decorazioni e di mill' altre cose del suo ascendente il maresciallo Raimondo, che purtroppo andò dispersa pressoché tutta.

(18) Sabbatini (Giovanni d'Antonio). Nacque in Modena nel

L809. Cfr. con quanto è scritto di lui india Cronistoria dei Teatri di Modena di A. Caudini, parte 2.a, p. o77. Fu letterato, giornalista e drammaturgo. Soleva, parlando di se. dirsi un homme manquè, e aver spesso lavorato invita Minerva, Ma la ritta nostra deve onorarne la memoria perchè nella misura possibile a' tempi suoi

NOTE DEL COMPILATORE ALLE MEMORIE CATELANI 67

schierò nell' Educatore storico un manipolo di giovani colti, com- battenti l'ostinato oscurantismo che regnava in Modena, come in altri luoghi d'Italia facevano altri valorosi. Morì in Chiozza presso Scandiano dell'Emilia ai 28 ottobre 1870, dov' era ospite dell' amico suo e mio avv. Giuseppe Basini, al presente Deputato di Modena al parlamento.

(19) Baroni (Domenico) fu maestro di disegno nell'Accademia di belle arti in Modena, e con Carlo Zatti di Brescello, andato a perfezionarsi a Venezia, fu poscia allievo del sommo pittore Ben- venuti in Firenze, ivi, circa dal 1830 al 35, mantenuto dal Duca di Modena. Cfr. Campori G. Lettere artistiche inedite, Modena, eredi Soliani, 1866.

(20) Soli-Muratori ( Fortunato-Maria-Geminiano ) nato a' 25 maggio 1790, fu ascritto nel 1817 alla nobiltà Modenese. La famiglia Soli di Vignola sul Panaro sino dal 1750 aveva assunto (con san- zione di chirografo sovrano che l'autorizzava ad abbandonare l'an- tico cognome) il cognome Muratori come affine per parte di fem- mine del gran Proposto della Pomposa Lodovico-Antonio. La morte del dott. Fortunato avvenne ai 13 luglio 1834.

(21) Davvero che quello fu il classico tempo delle sette ! Car- bonari (imitatori o ramificati da' liberi muratori), sublimi maestri perfetti dall' un lato, e, dall'altro, concistoriali, sanfedisti, gesuiti e paradisiani: que' par adisi ani poi erano un ameno tipo di santi- monia; e prendevano il loro nome, e da un certo fare di beatello furbesco, e dalla chiesina del Paradiso, in corso Terranuova (ora Cavour) dove tenevano e sede e ragunanze. Quest'ultimi eran tutti ejusdem farinae, e, come nei frati minori (conventuali, osservanti e riformati) ornnes Franciscani. Per chi ha qualche coltura storica non monta di ristereotipare le accennate consociazioni settarie, non mancando libri sull'argomento. Didier p. e. nella Home souterraine, dove nel capitolo sui sanfedisti spicca in ispecie un Modenese ca- poccia, — Cantù, Cusani e Zini nei Carbonari e Sanfedisti. Ai grandi venerabili dei paradisiani si è sempre attribuita la sacri- lega, o (meglio dirò) ridicola farsa dell' autodafé, compiuto, a porte chiuse, nel cortile del nostro Seminario pel volume della Regolata divozione del grande Lodo vico- Antonio. E questa turpe leggenda o meglio tregenda del rogo avrebbe serio fondamento d' autenticità, perchè confermata da personaggi senza eccezione e da pie gentil- donne, cui, dal confessionale taluno de1 paradisiani rimproverava per aver letta e tenuta in conto di catechismo tal' opera.

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(22) Davide (Giacomo di Giacomo) nato 1789, credesi morto a Pietroburgo, direttore di quel teatro imperiale. Quantunque difettoso nella voce ottenne trionfi emuli de' paterni.

(23) Cesari (Giacinta). L'albergo Cesari sussiste ancora in Roma, in via di Pietra.

(24) Qui ci dev'essere dell'equivoco. Nel 1760 un bizzarro spi- rito Carpigiano, il violoncellista Tonelli, gettava l'alte strida per i ripetuti colpi delle campane degli orologi, che in quell' anno erano stati ridotti all' oltremontana (?) (Cfr. la mia MUSURGIANA N.° -A, p. 34). Nel 1831, (dunque 61 anni appresso), avviene che il Catelani s'annoi per lo scampanìo insolito per un Modenese, degli orologi di Napoli, e chiama quel sistema all' italiana (?) La sentenza pel- ine, se non ardua, d'incompetenza, si potrà chiedere a un matema- tico, o meglio a un orologiaio, ed anche forse più sicuramente a qualche paziente pionniere d' enciclopedie. Qui posso aggiungere che ultimamente (dal 1.° novembre 1893) per Convenzione Interna- zionale gli Orologi in Italia sono regolati col meridiano di Greenwich. contandosi le ore dalle 0 alle 24.

(25) La Contessa Barbara Grimaldi nata March. Fròsini del fu Vincenzo, vedova sin dall'aprile del 1837 del Conte Prospero, morì in Modena d' ottantacinque anni nel gennaio del 1870.

(26) calam aretti. Le rimembranze gastronomiche del maestro Catelani mi ricordano che nel cod. Estense n.° 568 v'ha una can- tilena Napolitana o piuttosto Sicilia, con tutta probabilità del 1200 o 300, ch'io pubblicai nel Giornale ti' erudizione (voi. 2.°, n." 17 e 18, p. 265) « alti gammarielli, all' argentartela. Affi lactalini /teschi ».

(27) Galeotti (Giovanni) valentissimo suonatore di corno da caccia (a mano) avendo a' 9 marzo 1S1Ò assieme alla moglie sua Anna, virtuosa di canto, data un'accademia vocale e strumentale nel Teatro di Via Emilia in Modena, ebbe l'onore di diventar* corno di S. A. li. e sua moglie di essere chiamata puri1 al in- vizio della Corte. Cfr. Grandini A. Cronistoria dei Teatri di Mo- dena, parte 1.', pagina 230.

(28) La berretta di cotone di Zingarelli, non esisteva fra Le e Catelaniane da me acquistate dagli eredi del maestro.

(2D) (MV.: Cronistoria Gandinì, l\ E, 384 -II, 302,357, L66, 183, !;>(> e Musurgiana, n, <s ne' documenti.

NOTE DEL COMPILATORE ALLE MEMORIE CATELANI 69

(30) Checcherini, il libretto di questo sta ms. nell' Estense tra le filze Catelani da me donate.

(31) Parenti (Marcantonio) nato in Montecuccolo del Frignano addì 30 gennajo 1788, morto nel 18G2 ai 23 giugno in Modena. Fi- lologo insigne fra gl'insigni, cattedratico classico, interprete ac- creditatissimo dell'Alighieri, appartenne alla valorosa schiera di letterati, vanto della città nostra quali furono Cavcdoni, Galvani, Veratti ed altri non pochi, veri Dii majorurn gentium, che non do- vrebbero esser sconosciuti a' pochi odierni minorum gentium, loro succeduti per ragion di tempo.

(32) Il necrologo del Catelani nel Panaro di Modena (1866) erroneamente asserì che il nostro maestro Angelo sia stato un tempo professore all' Istituto di Palermo. Egli fu a Palermo come turista e non altro.

(33) Ventura (Gioacchino) celebre predicatore e teologo, nacque a Palermo nel 1792 e morì a Versailles nel 1861. Nel 1824 diventò generale dei Teatini e nel 1848 ebbe gran parte nel nostro movi- mento nazionale.

(34) Dallari (Federico) nacque in Sassòlo da Leopoldo e Do- menica Malatesta ai 4 giugno 1803. Messosi allo studio dell'agri- mensura (circa dal 1826 al 28) ebbe le debite approvazioni d'eser- cizio dalla R. Università degli Studi in Modena. Ma invece conquiso dall' amore della musica diessi tutto a questa in Bologna, talché ai 30 luglio 1833 fu inscritto a quell' Accademia filarmonica nella classe dei maestri compositori. Il primo saggio del suo sapere nella difficile arte dell' armonia sembra sia stato il Macco, melodramma giocoso d' Antonio Cesari, il quale non ho potuto conoscere ove sia conservato. Dal 1836 al 1863 lo troviamo maestro concertatore al Teatro Comunale di Bologna. In questo periodo, segnatamente nel 1842, fu membro e direttore del corpo filarmonico di Sassòlo, e compositore delle musiche da eseguirsi in S. Francesco della detta nobile terra, in occasione dell' annuali solenni cerimonie della set- timana santa. Professore di canto perfezionato al Liceo musicale di Bologna dal 1868 all' 83 fece allievi distinti e di buon nome. Nella biblioteca di quel Liceo si conservano due sue sinfonie : nel- 1' archivio poi dell' Accademia Filarmonica figurano i seguenti suoi autografi: 1.° una fuga a 5 voci composta nella residenza dell'Ac- cademia per ottenere il diploma di maestro compositore, 2.° Depro- fundis a 3 voci con orchestra, 3.° una sinfonia a piena orchestra. Il maestro Federico Dallari è morto adì 30 ottobre del 1887.

70 NOTE DEL COMPILATORE ALLE MEMORIE CATELANI

(35) Gemelli (Carlo) nato in Messina a' 4 settembre 1821 fu buon patriota e lungamente esule. Scrisse la storia della rivoluzione siciliana (1818) e quella del Belgio (1830), lavori che vantaggiosa- mente lo fecero conoscere nel inondo letterario. Creatosi il regno d' Italia vagò di qua e di in impieghi dipendenti dal ministero dell' Istruzione pubblica. Infine da bibliotecario nella Braidense di Milano venne a' 31 marzo 1883 trasferito alla direzione dell' Estense nostra. Chi avrebbe immaginato che il profugo giovine Siciliano qui, dopo 40 anni, venisse pressoché a succedere al casuale amico di Guastalla a bordo del Lampo? Gemelli mancò ai vivi in Bologna nel aprile del 1886. Di esso pubblicò una biografia il Guardiane (Verona, Kaiser, 1882).

(36) Il Lampo della marina Napoletana era comandato da un tal Lettieri, che, per 15 giorni, oziando, finse non aver rinvenuto il veliero che trasportava i giovani Messinesi e il Catelani. Cfr. Guardìone suaccennato.

(37) Liberati-Tagliaferri (Conte Germano). Cfr. la min mu- surgiana 14a (ser. la) « Alcune ristrette biografie di musicisti mo- denesi, ecc. » Modena, Rossi, 1886 a p. 20.

(38) Peretti (Antonio) è nato in Castelnuovo dei monti in quel di Reggio-Emilia ai 13 giugno dei 1815, e morì nel novembre del 1858 in Ivrea. L' iscrizione che lo commemora affissa in luogo pubblico in Castelnuovo suddetto, riassume brevemente la sua vita, del resto cognitissima, per monografie ed elogi, specie del Conte Federico Sor mani-Moretti che precede 1' edizione delle poesie stam- pate nel 1878 in Milano dalla Libreria editrice: « In tempi difficili poeta alla Corte Estense Canto glorie e speranze d' Italia Vaticinò tempi migliori A nuova servitù antepose V esigilo Valente scrittore d' arte, fu grande e modesto ». Consiglio al Lettore che amasse avere novella de' suoi ultimi giorni d'i ricorrere ai Bi- cordi di F. Bosio.

Il Sermone citato da Catelani era intitolato « La musica sacr rsi trova inserito nella su accennata pubblicazione del Conte Sorniani.

(39) Boldrini (Emilia). Nel 1S31 cantò nel Teatro di Corte di Modena, durante la stagione autunnale, il L'obcrto Dévereaux e il Giuramento. Di grande bravura e di voce insinuante, era simpatica bionda e bella, benché leggermente loscheggiante.

(40) Bresciani de' Borsa (P. Antonio) della compagnia di Gesù nacque in Ala piccola città del Tirolo italiano nel 24 luglio ÌV'1^ da Leonardo e dalla Contessa Vittorio Alberti. Entrò nella Coni-

NOTE DEL COMPILATORE ALLE MEMORIE CATELANI 71

pagnia ai 21 novembre del 1824. Rettore in vari collegi gesuitici d'Italia fra i quali quello di Modena dal 1837 al 1810, quindi assunto al Provincialato, morì in Roma ai 14 marzo 1862, anno G4° della sua età.

(41) La famosa penna d' oca cui si riferisce questo paragrafo dovrebb' essere tuttora in possesso degli erodi Denina in Modena, secondo vienmi accertato. Sull' Olimpia Pelissier si può ricor- rere al lavoro di Corrado Micci « Rossini, la sua casa e la sua donna » edito dal Ricordi in Milano, ma meglio ancora al Zano- lini ed a lettere di Leonida Busi a me dirette, che ho date al- l' Estense.

(42) Carattaco, re de' Siluri nel paese di Galles. La storia lo dinota nemicissimo dei Romani i quali da esso furono lungamente tenuti in iscacco : ma vinto dal propretore Ostorio, rifugiossi presso Cartismandua regina de' Briganti che lo consegnò al suddetto generale Romano. Claudio imperatore gli permise di tornare nella gran Brettagna. •Cfr. La bella prefazione di A. Peretti al suo libretto del Melodramma intitolato dal re dei Siluri, stampato in Modena nel 1841 da Vincenzi e Rossi.

(43) Coincidenza degna di nota: Catelani a Corlo sulla strada di Sassòlo e Gandini a Formigine quasi sulla Giardini a un chilo- metro di distanza musicavano l'uno il Carattaco l'altro V Adelaide di lìoryogna, melodrammi che dovevano dar saggio dell'arte musi- cale terriera nell'apertura del teatro Comunale di Modena, durante 1' autunno del 1841. Ambedue questi spartiti ebbero però vita effimera e dormono negli scaffali dell'archivio musicale dell'Estense.

(44) Cfr. La Cronistoria dei Teatri di Modena del M.° Ales- sandro Gandini (Parte II, p. 279 e seg. ) dove sono non brevemente tratteggiate le vicende del Carattaco musicato dal Catelani.

(45) Fontana (Règolo) è morto in Modena nel maggio del 1860 ed è sepolto in Corlo, dove villeggiava nell' estate.

(46) Chi dei lettori volesse avere cognizione de' varii impiegati di Governo di que' tempi del Riccini cui allude il maestro Angelo Catelani può confrontare i Documenti pubblicati per ordine di L. C Farini, governatore delle provincie Modenesi 1859-60, collezione compilata da una speciale Commissione di magistrati e giuristi.

(47) Coloro eh' ebbero consuetudine col Maestro Catelani non crederanno certamente eh' egli osasse, nel palco di S. E. il gover- natore Riccini sparargli a bruciapelo quell' apostrofe. Un amico mio

72 NOTE DEL COMPILATORE ALLE MEMORIE CATELANI

cui leggevo questo passo, dicevarai che prima di tatto il nostro buon maestro avrebbe passato qualche giorno e qualche notte nelle carceri di S. Eufemia piuttosto che nel suo letticciuolo. La cita- zione poi sarebbe col governatore stata consumata come il latino di Ferver coli' ufficiale dei Micheletti ne' Promessi Sposi. Basterebbe a conferma della coltura del conte Girolamo la tirata contro il prof. Grimelli narrata qui sotto.

(48) Riccini (conte Girolamo). Erede di famiglia Modenese (la rizzi) fu quella pur Modenese dei conti Rizzini, come ortografica- mente ne' calendari di Corte (1776 e segg.) s'incontra stampato. Dopo la ristaurazione invece, negli almanacchi ducali e ne' pubblici atti trovasi quel cognome modificato in Riccini, forse per ragione fonetica dialettale del luogo, esempio non nuovo fra noi, ed altrove. Era scritto che la famiglia lìiccini dovesse estinguersi nel Sejano di Francesco IV il conte e marchese Girolamo di Nicolò, che nato in Modena ai 27 settembre del 1793 morì, per antrace, in Venezia, sotto la parrocchia di S. Giovanni in Bràgora, alli 3 marzo del 1865 non lasciando figli, ma soltanto la vedova contessa Ferdinanda Montanari di Parma da esso impalmata nel 1814. La di lui salma fu deposta nella cella mortuaria della sua cappella gentilizia in Dolo. Dal 1823 per vari transiti d' onori nella Corte, ed impieghi, nelle finanze, nel consiglio di Stato, e nella camera ducale, divenne nel 1831 Governatore di Modena e Ministro di buon Governo.

Il Riccini trovò questo in mano a D. Antonio Capecv Minatolo, principe di Canosa, e al di lui confidente Garofolo: ai quali resi esperti dalla tirannide di Ferdinando I.° di Napoli di cui erano prima a servizio aveva Francesco IV affidata la polizia del Ducato. Canosa n'avea combinata la nomina, sperando maneggiarlo come un burattino: ma il conte Girolamo, quanto ipocrita, maligno ed astuto, s' insediò, scalzando tosto e Canosa e Garofolo, e, promovendo nel tempo stesso un regno di sospetti e persecuzioni, inaugurò un vero governo terrorista. Il cav. Ricci ne fu vittima ed altri ancora regi- strati dalla storia.

L'amministrazione Ricciniana, sanguinaria, offensiva e degra- dante tutti i ceti fu un vero flagello per la nostra città e per l'in- tero ducato: ma se intorno al nome del Sejano Modenese aleggiano note di sangue, talvolta ve n' ebbe taluna anche di ridicolo.

Arianna Torta mima di forme, se non prestanti, attraenti, ve- nuta ad agire sulle scene del Teatro Comunale di Modena nel carnevale del 1841, aveva ammaliato il vecchio libertino, ed es sondo una piccola casa in Canalgrande, poco distante dal Teatro Nuovo suddetto, il teatro dell' erotiche gesta del ministro, da tutti era chiamata Teatro Torta. Ed il vescovo Reggi anini avendo in quell' opoca, a contrappeso delle feste mondane per l' aper- tura del Teatro, chiamati a Modena missionari a predicar peni-

NOTE DEL COMPILATORE ALLE MEMORIE C ATELA NI 73

tenza, divenne popolare in città una canzone, sovr' aria d' opera, così fatta:

" Missionari e ballerini Son venuti alla città: Fra la Torta e Reggianini Noi vedrem chi vincerà.

Il Conte Miccini, quantunque benissimo bardato di decorazioni Sarde e Pontifizie, non dava troppo il guasto alla letteratura e alla filologia talché un rimproverando al prof. 67. Grimelli d'avere ingiuriato certi professori G. ed II. perchè li aveva in un suo scritto censurati d' avere usato parole da trivio « Vi pare? (urlava S. E.) li avete chiamati trivio!! » Non pochi opuscoli su Piccini e su Garofolo si trovano nell' Estense : del principe poi di Canosa Ca- pece-Minhtolo {Antonio) questa biblioteca ha ms. « Perchè il Sacer- dozio dei nostri tempi (la metà del secolo XIX) e la moderna Nobiltà dimostrati non siansì egualmente generosi ed interessati come gli antichi per la causa della Monarchia e dei Re. » Epistola al sacerdote secolare D. Pasquale Panvini, seguita da LIV disser- tazioni che servono di Annotazioni che delucidano e rischiarano le materie religioso-politiche contenute in essa. Tomi 3, Codd. cart. in fol. al reg. MS. V. A. 21 V. B. 19 e 20.

Stampati poi in Modena, dalla Tip. Cam.le, ha 2 voli, in dello stesso dal titolo « Sulla giustizia e sulla proprietà » con autografo.

(49) Carandini (Marchesa Vittoria nata Trivulzio). Nacque in Milano nel 1808 e nel 1825 sposossi al March. Giuseppe Caran- dini di Modena, e quelle nozze furono cantate da Vincenzo Monti. Appassionata per tutto ciò eh' era arte bella la protesse in tutte le sue espressioni, pittura, canto e suono. Caritatevole e muni- ficente scomparve dalla scena del mondo al 1 " d' aprile del 1880 con imperituro rammarico di quanti facevano parte della di lei sceltissima società.

(50) Scandiano (il marchese di). Cfr. il mio Dizionario delle contrade di Modena articolo Contrada S. Vincenzo alla p. 256. Modena, Eossi, 1880, 2.a ediz.

(51) Crespolani (Camillo) ebbe i natali in Modena ai 25 di- cembre 1799. Dopo i primi studi delle nostre scuole di disegno passò a Milano inviatovi da Francesco IV d' Austria d' Este ad apprendervi la scenografia sotto il celebratissimo Sanquirico. Ritor- natone con profitto straordinario fu nel 1833 descritto professore onorario dell'Accademia Atestina di belle arti, e nel 1837 professore attivo d' ornato e prospettiva. Sanquirico, per mezzo del suo scolare, irradiò tosto del suo talento scenografico questa regione, divenendo

74 NOTE DEL COMPILATORE ALLE MEMORIE CATELAXI

il Crespolani capo in Modena e fondatore d' una novella scuola d' ornato e scenografia. Ne qui soltanto lavorò, ma nella vicina Reggio, e a' Livorno e Firenze. Crespo/ani fece in Modena un eccellente allievo cui, come Elia ad Eliseo, consegnò il fuoco del suo genio: e per quanto potesse dirsi che siansi oscurate le sorti delle nostre scene melodrammatiche cittadine, ne godiamo ancora attualmente la tradizione negli scolari di F. Manzini. Fu huon padre di famiglia, e nell' esercizio dell' arte sua punto invidioso e modestissimo. Mori in Modena nell' età di 62 anni sotto la parroc- chia di S. Bartolomeo (in S. Barnaba) alli 22 marzo del 1861. Ad elogio di lui vedesi su lapide marmorea un iscrizione latina nel muro in cornu Evangelii dell'altare della terza ed ultima cappella, a destra di chi entra nella chiesa di S. Barnaba.

(52) Sono invece nella Sezione Musicale dell'Estense.

(53; La morte del Catelaxi (1866) naturalmente arrestò il riordinamento, da lui iniziato, delle raccolte musicali dell' Estense. tostochè (nel 1860) ebbe, dal Dittatore Farini, la nomina Aggiunto in quella biblioteca. L' antica (de' tempi d'Alfonso II e Francesco II) fu da esso registrata in schede bianche, V altra, che chiamerò mo- derna (quella cioè pervenuta a Francesco IV0 d'Austria d' Este. nell'eredità di Massimiliano Elettore di Colonia) Catelaxi avrebbe scritto che ciò fece si: schede giallognole. Servirono le prime lun- gamente di catalogo per le ricerche degli studiosi; delle seconde, che dovevano registrare la così detta collezione moderna, tolta da una stanza del palazzo Ducale ove correva pericolo di dispersione, io non n' ebbi visione, ma notizia soltanto dal necrologio del I telaxi, inserito nel giornale La Scena dal nostro M.° GOLFIERI, che pur diceva « non averne trovato un notazione (ti sorta ». In luogo di esse sono invece nella sezione Musicale dell' Estense due cataloghi, autografi del Catelani, ne' quali parrebbe che egli avess trascritte le accennate schede giallognole. Questi cataloghi sono così intitolati: il 1.° « Sjwrtiti Teatrali » l'altro « Musica Ecclesia- stica » (esistenti nell'Archivio privato detta E. Corte di Modena). Poco certamente giovò a completare la riorganizzazione delle dette collezioni, il grande trasloco dell' Estense dal palazzo della Scuola .Militare all'Albergo Arti, eseguito nel L880; ed i molti tramutamenti del personale, specie dal 188(5 al 90, v'ebbero pure la lor parte ostruzionista. Gli studiosi però potevano profittare della suppellettile di esse collezioni, perchè provvisoriamente erano state, per ordine alfabetico radunate, in una sala unica, detta Sala della musica. Ma ultimamente nel 1891 essendo stato affidato il nuovo ordinamento della Sezione, Musicale dell' Estense al Cav. A. lì. Spinelli, mettevansi le cose nell'ordine voluto da tanto tesoro, attenendosi, pel nuovo collocamento e segnatura, alle norme date dal bibliotecario cav. F.

NOTE DEL COMPILATORE ALLE MEMORIE CATELANI 75

Carta, Prefetto al presente della Nazionale di Torino. Il lettore pertanto pnò consultare il sunto della « Relazione sulla Raccolta Musicale Estense » la quale, scritta dal Cav. Spinelli, fu letta da un Socio nell' Adunanza del 9 giugno 1893 della E. Accademia di Scienze, Lettere ed Arti {Sezione Arti). Cfr. : perciò il giornale Modenese II Panaro del 18 giugno, anno stesso n.° 163, nella ru- brica Accademia etc. In quel sunto di Relazione vien discorso delle norme seguite pel collocamento e segnatura dell' opere, pol- la catalogazione e schedatura secondo i modi della critica odierna, e in fine si pone in rilievo l' importanza d' un catalogo regolare d' essa raccolta. Vedasi, a rinforzo di quanto sopra, il « Volume IX, Serie II, delle Memorie della IL Accademia di scienze lettere ed arti in Modena.» Ivi, Società Tipografica 1893, p. XXII-XXXIV.

CATALOGHI

(i)

(') I seguenti Cataloghi costituiscono due volumi autografi del M.° Catelani nei quali egli aveva nitidamente descritto tutto ciò clic formava la sua raccolta musicale. Questi volumi da me acquistati dopo la morte del maestro, furono poi da me stesso donati alla Sezione musicale della Biblioteca Estense, ove si conservano.

COMPOSIZIONI DI ANGELO, CATELANI

IN MODENA *

1. Pastorale per Organo. 1827.

2. Cornala d'Ossian. Scena l.a per Soprano con acc.to di P. F.

1829.

3. La medesima in Partitura. 1829.

4. Cornala d' Ossian. Scena 2.a in Partitura. 1829.

5. Dilettino per 2 Soprani, con acc.° di P. F. 1830.

6. La disperazione. Cantata per Contralto, con acc.° di P. F.

1830.

7. Valzer originale con variazioni per P. F. 1830.

8. La disperazione. Cantata per Contralto in Partitura, 1830,

distrutta,

9. Miei ghiribizzi. Otto sonatine per P. F. 1830.

10. Il Cantico dei Cantici, per Soprano, con acc.° di P. F. 1831,

incompleto.

11. La Tempesta. Cantata per Soprano, con acc.° di P. F. 183L

12. Ultima Scena della Didone, per Soprano in Partitura. 1831,

in Sib^.

13. Tema di Haydn con variazione per P. F. 1831.

14. Tema di Paisiello con variazioni per P. F. 1831, incomplete.

In Napoli.

15. Ultima Scena della Didone per Soprano in Partitura. 1832,

in Do.

(*) " Prima della partenza per Napoli, ignorando V a b e musicale. ., A. C. eosì nel ms.

80 COMPOSIZIONI

16. Minute di alcuni studi fatti sotto il M.° Zingarelli 1832, ed

anno successivo.

17. Istromentazione di una Fuga di Clementi. 1832, distrutta.

18. Studio di Partimenti di Fenaroli e di Duranti fatti sotto il

M.° Fumo. 1832, ed anno successivo.

19. Studio di Contrappunto a 2, 3 e 4. 1832.

20. Solfeggi fugati. 1832.

21. Fughe a 2, 3 e 4. 1832,

22. Tre .Valzer con Trio per P. F. a 4 mani. 1833.

23. Recitativo e Duetto per Tenore e Basso in Partitura. 1833.

24. Miscellanea Fase,0 1.° Fughe, Canoni, Imitazioni etc. 1833,

e dopo.

25. Miscellanea Fase.0 2.° Romanze. Cantate etc, con acc.° di

P. F. 1833, e dopo.

26. Miscellanea Fase.0 3.° Romanze, Cantate ete. con acc.° di

P. F. 1833, e dopo.

27. L' Ossesso. Melodramma buffo in 2 atti. Partitura. 1834. Pel

teatro nuovo di Napoli. Poesia di Checcherini. Con cor- rezioni del M.° Donizzetti.

In Messina.

28. Cavatina per Soprano in Partitura. 1835.

29. Coro Recitativo e Cavatina per Tenore in Partitura. 1835.

30. Recitativo e Duetto per Soprano e Tenore in Partitura. 1835,

per D.a Teresina Fiumara e D. Nicola Aspa.

31. Duetto funebre per Soprano e Contralto in morte di Bellini.

Partitura. 1835, poesia del P. Luigi Ventura.

32. Tantum ergo per Tenore in Partitura (in Mib ). 1835, per

D. Antonio Monzone.

33. L'Esule inglese. Melodramma serio, incompiute». 1835. poesia

di Antonio Salatino.

34. Sinfonia Accademica in Partitura. L835, per l'Acc.a Filami.' a

di Messina.

35. Sinfonia Marziale per Orchestra e Banda. Partitura. 183<

distrutta.

36. Sinfonia Pastorale in Partitura. 1856.

37. Sinfonia Brillante in Partitura. 1836.

38. Tantum ergo por Tenore e Basso, con Organo e strumenti

da fiato. Partitura. L836.

39. Tantum ergo per Tenore in Partitura, in Do . 1836.

COMPOSIZIONI 81

40. Tantum ergo per Tenore, con Organo e strumenti da fiato.

Partitura. 1836.

41. De profundis per Tenore. Partitura. 1837, in morte del mio

M.° Zingarelli.

In Modena, Reggio e nuovamente a Modena.

42. Tantum ergo per Tenore e Coro in Partitura. 1837, distrutto.

43. Sanctus Deus a 3 voci in Partitura. 1837, distrutto.

44. Kyrie e Gloria a 3 voci e Coro in Partitura. 1838.

45. Credo a 3 voci e Coro in Partitura (in Do). 1838.

46. Antifona a 3 voci pel Vespro di Pasqua in Partitura. 1838.

47. Laudate D.num a 3 voci in Partitura (in La). 1838.

48. Te Joseph celebrent a 3 voci in Partitura. 1838, serve per

altri Inni.

49. Introito di Natale e di Pasqua a 3 voci in Partitura. 1838.

50. Victimae paschalis. Sequenza di Pasqua a 3 voci in Parti-

tura. 1838.

51. 0 vos omnes pel venerdì santo a 3 voci in Partitura. 1838.

52. Domine ad adjuvandum a 3 voci in Partitura. 1838.

53. Christus pel Venerdì santo a 3 voci in Partitura. 1838.

54. Pange lingua per le processioni a 3 voci in Partitura. 1838,

rifatto al N.° 94.

55. La sera dei Morti. Cantata per Basso con acc.° di P. F.

1838, dedic.° al M.° Antonio Gandini Poesia di Ago- stino Cagnoli.

56. Tantum ergo per Tenore e due Bassi in Partitura. 1838.

Scritto per Novellara.

57. Kyrie e Gloria a 3 voci in Partitura (in Sib ). 1838, ded.°

al conte Germano Liberati.

58. Credo a 3 voci in Partitura (in Fa). 1838, ded.° al medesimo.

59. Sanctus e Agnus a 3 voci in Partitura ( stampati sotto il

N.° 90). 1838, ded.1 al medesimo, e nella stampa al M.° Mazzucato.

60. Audi filia. Graduale di S. Cecilia per Tenore e Coro in

Partitura. 1838.

61. Pange lingua per le processioni a 3 voci in Partitura. 1838.

62. Deus adjutorium a 3 voci in Partitura. 1838.

63. Jesu corona Virginum a 3 voci in Partitura. 1838.

64. Kyrie, Gloria e Credo a 3 voci in Partitura (in Re). 1839,

per commiss.e di Francesco IV.

82 COMPOSIZIONI

65. Kyrie, Gloria e Credo a 3 voci con Quartetto e strumenti

da fiato ad libitum. 1839, ded.° al Prof. Antonio Sigliicelli.

66. Tantum ergo per Basso con Quartetto e strumenti da fiato

ad libitum. 1839, ded.° al medesimo.

67. Missa prò defunctis a 3 voci in Partitura. 1839, per com-

miss.6 di Francesco IV.

68. Inno di S. Pacifico da Sanseverino a 3 voci in Partitura.

1838, per i Min." riformati di Parma.

69. Os justi, oppure Loquebar a 3 voci precedente il Kyrie al

N.° 57. 1839.

70. Laudate D.num a 3 voci in Partitura (in Do). 1839.

71. Regina servorum tuorum. Versetto per Litanie, a 3 voci

con Flauto obb.° 1840, per mio zio Can.co Vincenzo Corradi.

72. Regina coeli. Antifona a 3 voci in Partitura. 1840, ]>el me-

desimo.

73. Kyrie a 4 voci in Partitura. 1840.

74. Gloria, Laudamus e Gratias a 4 voci in Partitura. 1840.

75. Domine, Qui tollis e Qui sedes a 2 ed a 4 voci in Parti-

tura. 1840.

76. Quoniam per Basso in Partitura. 1840.

77. Cum Sancto a 4 voci in Partitura. 1840.

78. Credo a 4 voci in Partitura. 1840.

79. Fortem, virili pectore per S. Anna a 3 voci con Quartetto.

1840, ded.° a D. Celso Sigliicelli.

80. Beatrice di Tolosa. Melodramma serio in 3 atti. Partitura.

L840, per commiss. e di Francesco IV. poesia di Antonio Peretti.

81. Lamentazione l.a del Giovedì S.° per tenore ed acc.° di

P. F. Viole, V.n° e Contrabasso. 1840, per i Min.ri rifor- mati di Parma.

82. Caràttaco. Melodramma tragico in 3 atti. Partitura. 1841,

per commiss.e di Francesco IV, poesia di Antonio Peretti.

83. Il 9 Marzo. Cantata per Tenore e Coro in Partitura. 1841,

pel Comune di Finale.

84. Kyrie a 3 voci con Quartetto e stromenti da fiato ad li-

bitum (in Fa 3s). 1842, ded.° al Prof. Antonio Sigliicelli.

85. Veni Creatur a 4 voci in Partitura. 1848, per commÌ8S.e del

M.se Emilio Carlo Menafoglio.

86. Gloria in excelsis breve con 3 voci ed acc.° di Quartetto,

o stromenti ad libitum. 1843, ded.° al prof. Antonio Si- ghicelli.

composizioni 83

87. Domine, Qui tollis e Qui sedes per Tenore e Violino obb.°

in Partitura. 1844, per Geminiano Apparati.

88. Kyrie a 3 voci con Quartetto e stromenti da fiato ad libitum

(in Fa 24). 1844, ded.° al prof. Antonio Sighicelli.

89. Dies irae a 3 voci in Partitura. 1846, in morte di Fran-

cesco IV, e per commiss.e del Comune di Modena.

90. Kyrie, Gloria e Credo a 3 voci in Partitura ( in Mib ). 1846,

stampati da Francesco Luca, e ded.1 al M.° Alberto Mazzucati.

91. La serenata campestre. Cantata a 3 voci e Coro in Parti-

tura. 1847, per la Corte di Modena, poesia di A. Peretti.

92. Tantum ergo per Tenore e Coro in Partitura (riforma del

N.° 42). 1847. Stampato dal Lucca e dedicato al M.° Bac- cheron.

93. Domine e Qui tollis a 3 voci piene in Partitura. 1847.

94. Tantum ergo brevissimo a 3 voci in Partitura (riforma del

N.° 54). 1848.

95. Jam sol recedit. Inno per la SS. Trinità a 2 voci, con W.ni

e Organo. 1848, per la Cappella del Duomo.

96. Lauda sion Salvatorem. Seguenza del Corpus Domini a 3

voci, e. s. 1848, per la medesima.

97. La Guardia nazionale. Inno popolare in Partitura (poesia

di A. Peretti). 1848, composto veramente nel 1847 per miss. Louisa Grace.

98. Dies irae a 2 voci, con W.ni ed Organo. 1849, per la Cap-

pella del Duomo.

99. In paradisum e Benedictus a 2 voci, con W.ni ed Organo.

1849, per la medesima.

100. Pange lingua a 3 voci piene con W.ui ad libitum ed or-

gano. 1849, per la medesima.

101. Tantum ergo per Basso con acc.° di Organo. 1849, per

D. Luigi Ragazzi.

102. Kyrie, Gloria e Credo per Pontificali a 3 voci, con W.ni,

Corni e Organo. 1850, per la Cappella del Duomo.

103. Kyrie e Gloria brevissimi a 3 voci in Partitura (in Re). 1850.

104. Credo brevissimo a 3 voci in Partitura (in Re). 1850.

105. Te Deuin a 3 voci piene, con W.ni ed Organo. 1850, per

la Cappella del Duomo.

106. Laudamus, Gratias e Domine per Tenore in Partitura. 1851.

107. Domine per Basso con acc.° di Organo. 1852, per D. Luigi

Ragazzi.

84 COMPOSIZIONI

108. Messa da Morto a 3 voci in Partitura. 1853. Riduz. stam-

pata da Ricordi con dedica al M.° Pietro Cornati.

109. Sanctus e Agnus brevi in Partitura. 1855.

110. Kyrie, Gloria e Credo a 3 voci, con acc.° di Organo, o di

Orchestra. 1855.

111. Misererò a 3 voci, con acc.° di Organo (1.° versetto). 185<>.

112. Stabat mater a 4 voci, con acc.° di Organo (l.a strofa). l<xr>ii.

113. Sacerdos et Pontifex a 3 voci, con acc.° di Organo. 1857,

per la venuta di Pio IX.

114. Tantum ergo a 3 voci, con acc.° di Organo. 1857, per la

medesima ricorrenza.

115. Qui tollis e Qui sedes per Tenore, con acc.° di Organo. 1858.

116. Lamentazione l.a del Mercoledì S.° per Tenore ed acc.° di

P. F. Viole, V.Uo e Contrabasso. 1858.

117. Domine salvam fac. a 3 voci, con acc.° di Organo. 1860,

per la venuta del Re Vittorio Emanuele.

118. Lamentazione l.a del Venerdì S.° per Tenore ed acc.° di

P. F. Viole, V.n° e Contrabasso. 1863.

119. Tantum ergo per Tenore, con acc.° di Organo. 1863.

120. Messa Pisa pastorale a 3 voci, con acc.° di W.ni ed Organo,

e stromenti da fiato aggiunti. 1863, stampata da Ricordi e ded.a al M.° Angelo Mariani.

121. Tantum ergo a 3 voci, breve con orchestra, per Pontificali.

1864.

122. Il Lavoro. Coro all'unissono per le Società Operaje. 1864,

poesia di Gio. Raffaelli, stampato da Lucca.

123. Il Trovatore. Canzone per Tenore, con acc.° di pianoforte.

1865, poesia del C.te Paolo Abbati Marescotti. Ded.a a M. M. Marcello. Stampata da Canti a Milano. 121. Marcia funebre per Banda Militare (pensiero a P. F.). 1865-

NOTA ALFABETICA

della musica di proprietà di A. Catelani

3.

»

»

4.

»

»

5.

»

»

1. Asioli Bonifazio. Kirie e Gloria a 3 voci. Partitura e. p.

(K. in Fa, G. in Do) ms.

2. » » Kirie e Gloria a 3 voci. Partitura (K.

in Do, G. in Fa) ms. Credo a 3 voci. Partitura ( sib ) ms. Sanctus e Agnus a 3 voci. Partitura ms. Preparazione al Canto : Scale, Salti e

Ariette st.

6. » » Duetti per Contralto e Tenore, con acc.°

di Arpa o P. F. st.

7. Asioli Luigi. Composizioni vocali e stromentali st.

8. Asioli Bonifazio. Iste Confessor a 3 voci. Partitura, ms. e. p.

9. Alinovi Giuseppe. Kirie e Gloria a 3 voci. Partitura (K.

in Re, G. in sib ) ms.

10. Asioli Bonifazio. Magnificat a 3 voci. Partitura (Do) ms.

11. Alinovi Giuseppe. Beatus vir a 4 voci piene. Partitura

(Fa) ms.

12. » » Laudate pueri a 3 voci. Partitura (Fa) ms.

13. » » Beatus vir a 3 voci. Partitura ( sib ) ms.

14. Allegri Gregorio. Miserere a 2 cori. Partitura ms.

15. Asioli Bonifazio. 11 Nome. Cantata per Soprano. Parti-

tura ms.

16. Anfossi Pasquale. Salve Regina per Soprano. Partitura ms.

17. Asioli Bonifazio. Ode alla Luna, 3 Ariette e 3 Duetti con

acc.° di P. F. st.

86 MUSICA ACQUISTATA

18. Alessandri Felice. L' Armida. Opera seria in due atti.

Partitura autografa.

19. Albini Francesco M.a Lezioni di Giobbe. l.° Notturno dei

Morti. Partitura st. Aldrovandini. (V. Autori varj 44). Auber. (V. Autori varj 21).

20. Anichini Francesco. Quartetto in Mi min. Partitura st.

21. Asioli Bonifazio. Il maestro di Composizione. Opera po-

stuma st.

1. Beethoven Luigi. Cristo sull' olivete Partitura st.

2. Basili Francesco. Miserare a 8 voci alla Palestrina. Par-

titura st.

3. Bertoni Ferdinando. Miserere a 4 voci con W.ni, Viola e

basso. Partitura st.

4. Bach Carlo F. E. GÌ' Israeliti nel deserto. Partitura ( Testo

tedesco) st.

5. Bonfichi Paolo. Magnificat a 3 voci. Partitura (in Fa)

ms. e. p.

6. » » Tantum ergo per Basso. Partitura ( in Re )

ms. e. p.

7. Busi Giuseppe. Qui tollis a 3 voci piene. Partitura i^in Re) ms.

8. Brescianini N. Tantum ergo per Basso e Coro. Partitura

(in Do) ms. e. p.

9. Bonfichi Paolo. Tantum ergo per Basso. Partitura (in Mib )

ms. e. p.

10. » » Tantum ergo per Tenore. Partitura (in Re)

ms. e. p.

11. » » Te Deuin a 3 voci. Partitura (in Re)

ms. e. p.

12. Busi Giuseppe. Tantum ergo a 3 voci. Partitura (in Do) ms.

13. Baraldi Gio. Battista. Laudate D.num a 3 voci. Partitura

(in Re) ms. autogr.

14. » » » Magnificat a 3 voci. Partitura in

sib ) ms. autogr.

15. Bonfichi Paolo. D.ne ad adjum a 4 voci. Partitura (in

sol.) ms.

16. Bottrigari Emilio. Album vocale, con acc.° di P. F. st.

17. Bellini Vincenzo. Scene e cavatina Pollione nella Norma.

Partitura ms.

MUSICA ACQUISTATA 87

18. Bach G. Crist. Sei Canzonette a 2 voci, con Basso st.

19. Baj Tomaso. Miserere alla Palestrina. Partitura ms.

20. Barbieri Girolamo. Le tre ore di agonia. Partitura st.

21. Bertalotti Angelo. Solfeggi per Soprano e Contralto, con

agg. di Elementi e di Terzeti st.

22. Bertoni Ferdinando. Orfeo. Melodramma in 3 atti. Parti-

tura st.

23. Benedicti Appenzellensis (Ducis). In Josquinum a Prato

Monodia 4 voc. Partitura st.

24. Brunetti Gio. Gualberto. Stabat Mater a 2 voci, con W.ni,

Viola e Basso. Partitura ms.

25. Bononcini Giovanni. Divertimenti da camera st.

26. Bononcini Antonio. Dio e la Vergine. Cantata a 2 voci,

con istromenti. Partitura ms.

27. Basili Francesco. Quattro Mottetti a pia voci, con Org.°

Partitura ms. Belisi. (V. Autori varj 44). Bernardi. (V. Autori varj 44).

28. Badia Carlo Agostino. Tributi armonici. Dodici cantate

per Soprano, con Basso st.

29. Bellini Vincenzo. Salva Ree/ina e Quattro Tantum, Ergo

ad una o più voci. Partitura st. Bertini. (V. Autori Varj 26).

30. Beethoven Luigi. Op. 18 (6 quartetti). Partitura st.

31. » » Op. 20 ( Settimetto ). Partitura st.

32. » » Op. 8 (Trio). Partitura st.

33. » » Op. 16 (Quintetto). Partitura st.

34. » » Op. 59 (3 Quartetti). Partitura st.

35. Bottesini Giovanni. Quartetto in Re. Partitura st.

36. Beethoven Luigi. Op. 4 (3 trii). Partitura st.

37. Boccherini Luigi. Op. 47 ( Quintetto in La min. ). Parti-

tura st. 39. » » 47 (Quintetto in Mib ). Partitura st.

39. Beethoven Luigi. Op. 74 ( Quintetto in Mib ). Partitura st.

Op. 97 (Trio 'in sib ). Partitura st.

1. Cavazza. Magnificat a 3 voci. Partitura (in Do) ms. e. p.

2. Conti Antonio. Iste Confessor a 3 voci piene. Partitura

(in Do) ms. e. p.

3. Crescentini Girolamo. Arietta per Soprano, con acc.° di

P. F. ms. autografo.

88 MUSICA ACQUISTATA

4. Clementi Muzio. Sei fughe per P. F. od organo st.

5. Cimarosa Domenico. L' olimpiade. Melodramma serio. Par-

titura ms.

6. Goccia Carlo. Aria per Contralto nella Evelina. Partitura ms.

7. Comencini Francesco, Sinfonia. Partitura ms.

8. Corticelli Gaetano. La preghiera degli Orfanelli, a 3 voci

con acc.° di P. F. ed altri stromenti. Partitura st.

9. Coccia Carlo. Scena e Cavatina per Soprano nel Fajello.

Partitura st.

10. Cimarosa Domenico. Quartetto e Quintetto per 2 Soprani

e 3 Bassi nel Credulo deluso. Parti- tura ms.

11. » » Aria per Soprano negli Grazi e Cu-

riazi. Partitura ms.

12. Cherubini Luigi. Recueil des romances d' Estelle. Acc.° di

chitarra di V. L. H. st.

13. Castelbarco Cesare. Le Redempteur sur la croix, per 2

W.ni, Viola, V.Uo e Basso st.

14. Crescentini Girolamo. Sei cantate e 18 ariette a voce sola.

con acc.° di P. F. st.

15. Cinador Gio. Battista. Pigmalione. Intermezzo. Parti-

tura ms.

16. Crescentini Girolamo. Nuovi esercizi per uso del voca-

lizzo st.

17. Catelani Angelo. Due romanze e Dilettino per camera.

con acc.° di P. F. st.

18. •» » Messa da morto a 3 voci ridotta con

acc.° di organo st.

19. » » Messa a 3 voci, con Sanctus e Agnus.

Partitura st.

20. » » Tantum ergo per Tenore e Coro. Parti-

tura st.

21. Carcani GlUSEPrE. Sedici passi della Cantica per 2 soprani.

Viole e basso. Partitura autogr.

22. Cherubini Luigi. Messe à trois voix et coeurs (^in Fa),

Partitura st.

23. Clementi Muzio. Oradus ad Parnassum st.

24. Cramer Gio. Battista. Venticinque studi caratteristici per

P. F. st. Corelli. (Vedi Autori varj 43).

MUSICA ACQUISTATA 89

Chamborn. (V. Autori varj 43). Cafaro. (V. Autori varj 16).

25. Corticelli Gaetano. Aurora musicale per P. F. (Parti due) st.

26. Corelli Arcangelo. Opera Quinta. (Parti due) st. Cramer. (V. Autori varj 25).

Czerny. (V. Autori varj 26).

27. Crofp Gio. Battista. Quartetto in Sol. Partitura st.

1. Durante Francesco. Dodici duetti per Soprano e Contralto,

con B. C. ms.

2. » » Partimenti ms.

3. Donelli Benedetto. Magnificat a 3 voci (in Re). Parti-

tura ms. e. p.

4. Donizetti Gaetano. Reveries Napolitaines, 6 ballades, con

acc.° di P. F. st.

5. » » Scena ed aria Edgardo nella Lucia.

Partitura ms.

6. » » Scena e cavatina « Quando di sangue

tinto » nel Belisario ms.

7. Demajo Francesco. Mottetto per Soprano. Partitura ms.

8. Durante Francesco. Studi e divertimenti per il Cembalo ms.

9. D' Alessandro. Aria per Contralto. Partitura ms.

10. Donelli BEN.to Credo a 3 voci. Partitura ms. e. p.

11. Durante Francesco. Fuga per il Cembalo ms. Desprès. (V. Iosquin de Prèz).

Ducis. (V. Benedicti Appezellensis).

12. Deslondes Gabriel. Cantus Vesperarum totius anni ad

usum sacri ordinis ff.m pr8edic.rum, Parisiis, 1704 st.

13. » » Processionale sacri ord. ff.m pr8ed.rum,

Parisiis, 1707. Officium hebd.ae s.ae, Parisiis, 1711 st.

14. » » Cantus matut.m et Laudem juxta ri-

tum s.1 ord.s prged.m Parisiis, 1718 st.

15. » » Cantus missarum totius anni s.* ord.is

off.m prsed.m Parisiis, 1722 st.

1. Fusco Michele. I salmi di Terza a 3 voci, con W.ni e Corni.

Partitura ms.

3.

»

»

4.

»

»

5.

»

»

6.

»

»

7.

»

»

8.

»

»

9.

»

»

10.

»

»

11.

»

»

12.

»

»

13.

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»

14.

»

»

15.

»

»

16.

»

»

17.

»

»

18.

•>

»

19.

»

»

20.

»

»

90 MUSICA ACQUISTATA

2. FURCO Michele. D.ne ad a.djum a 3 voci, con \V.ni Parti- tura ms.

Dixit e. s. Partitura ms.

Laudate pueri e. s. Partitura ms. e. p.

Laetatus e. s. Partitura ms. e. p.

Nisi D.nus e. s. Partitura ms.

Lauda Ierusalem e. s. Partitura ms. e. p.

Ave maris stella e. s. Partitura ms.

Magnificat e. s. Partitura ms.

Confitébor e. s. Partitura ms. e. p.

Deatus vir. e. s. Partitura ms. e. p.

Laudate D.uum e. s. Partitura ms.

Credidi e. s. Partitura ms.

In convertendo e. s. Partitura ms.

De profundis e. s. Partitura ms. e. p.

Memento e. s. Partitura ms.

In exitu e. s. Partitura ms. e. p.

D.ne probasti e. s. Partitura ms.

Beati omnes e. s. Partitura ms.

Kid azione per Organo dei sud.1 salmi ve- spertini ms.

21. Fioravanti Valentino. Aria per soprano. Una pov< ra don-

zella. Partitura ms.

22. » » Duetto per 2 Bassi nella Capric-

ciosa. Partitura ms.

23. » » Duetto per soprano e tenore nella

Capricciosa. Partitura ms.

24. Florimo Francesco. Ave Mario a 4 voci, con acc.° di

P. F. st.

25. Folchi Paolo. Messa da morto a 2 voci sole ms.

26. Frescobaldi Girolamo. 11 1.° libro di Capricci, Canzon

Francese e Kicercari st .

27. Ferrari L. Regina coeli a 3 voci, con B. C. ms. e. p.

28. Fiori Ettore. Quartetto in Fa. Partitura st.

1. Gaspari Gaetano. Miserere ;t 5 voci, con acc.° di organo

o P. F. ad libitum st.

2. Generali Pietro. Tantum ergo per Basso e Coro ad libitum

(Mib). Partitura ms.

3. Gnecco Francesco. Cavatina por tenore .1 quelle luci ama-

bili. Partitura ms.

4. Guglielmi Pietro. Duetto per Soprano e Tenore. Nt/Ì"

/Scelta dello sposo. Partitura ms.

MUSICA ACQUISTATA 91

5. Gnecco Francesco. Duetto per due Bassi. Per comporre un

dramma serio. Partitura ms.

6. Gluck Cristoforo. Iphigenie en Aulide. 3 atti (Testo fran-

cese). Partitura st.

7. » » Iphigenie en Tauride. 4 atti (Testo fran-

cese). Partitura st.

8. G-igli Innocenzo. Salmi per professione di Monache. Parti-

tura autogr.

9. Gatti. Ave Maria. Offertorio a 4 voci. Partitura st.

10. Gigli Innocenzo. Litanie a 4 voci con istromenti. Partitura

autogr.

11. Garaudè Alessio. Cavatines, Melodies ecc. con acc.° di P. F.

( Testo francese ) st.

12. Gigli Innocenzo. Laudate pue.ri per due Contralti, con B. C.

Partitura autografa.

13. Gluck Cristoforo. Alceste. 3 atti. (Testo italiano). Parti-

tura st.

14. Grillavicci Francesco. Messa da morto a 2 voci, con B. C.

ms. e. p.

15. Gaspari Gaetano. Misererà per la settimana santa. Parti-

tura st.

16. Gluck Cristoforo. L' Orphée. 3 atti. (Testo francese). Par-

titura st.

17. Gianettini Antonio. Passio (Iesus) di S. Giovanni a voce

sola con W.ni Partitura ms.

18. Gigli Innocenzo. La gelosia dei Numi. Melodramma. Par-

titura autogr.

19. Gluck Cristoforo. Paride ed Elena. 5 atti (Testo italiano).

Partitura ms. Grimandi. (V. Autori varj 44).

20. Gigli Innocenzo. Stabat mater a 4 voci, con W.ni Partitura

autografa.

21. Gaspari Gaetano. Messa per Tenori e Bassi. Partitura st.

22. Gambini C. A. Le ore solenni del giorno. Album vocale, con

acc.° di P. F. st.

1. Handel Giorgio. Aci e Galatea (Testo inglese). Partitura st.

2. » » Il Messia ( Testo inglese ). Partitura st.

3. Haydn Giuseppe. Le quattro stagioni, con acc.° di P. F.

( Testo tedesco ) st.

92 MUSICA ACQUISTATA

4. Haydn Giuseppe. La Creazione, con acc.° di P. F. ( Testo

francese ed italiano) st.

5. Handel Giorgio. Il Sansone, con acc.° di P. F. ( Testo te-

desco ) st. G. Haydn Giuseppe. La Creazione (Testo francese ed italiano).

Partitura st.

7. » » Le sette parole di N. S. Partitura ms.

8. Handel Giorgio. Fugues pour V orgue, ou le Claveein

(op. Ili) ms.

9. Homeyer Giuseppe M.a Salve regina e due prefazj. Corali

con acc.° di organo ms. autografo.

10. Haydn Giuseppe. La Creazione, con acc.° di P. F. (Testo

italiano) st.

11. Hasse Adolfo. Te Delira a 4 voci. Partitura ms.

12. Handel Giorgio. La festa di Alessandro ( Testo inglese ).

Partitura st.

13. » » Cinque Te Deum e Iubilate (Testo in-

glese). Partitura st.

14. » » Il pianto di Maria. Cantata per Soprano

con istromenti. Partitura ms.

15. Haydn Michele. Melodie per Organo in tempo della Messa. 1G. Hasse Adolfo. La Semiramide. 3 atti. Partitura ms.

17. Hunten Francesco. 18 Exercices progressifs. 12 Etudes

melodiques pour le piano st.

18. Hasse Adolfo. Salve regina per Contralto, con W.ni Par-

titura ms.

19. Haydn Giuseppe. Salve regina a 4 voci, con AV.ni ed organo

obb.° Partitura ms.

20. » » Offertorio m a 4 voci, con Organo ms. Haydn. (V. Autori varj 23).

Handel. (V. Autori varj 2).

21. Herold Luigi. Zampa. Melodramma con acc.° di P. F. e re-

citativi di Angelo Mariani st. (venduto al M.se Frosini).

22. Haydn Giuseppe. Le sette parole di N. S. per solo Cem-

balo ms.

23. » » La Creazione (Testo tedesco e inglese).

Partitura st. (1.* ediz.).

24. Handel Giorgio. Timotheus, con acc.° di P. F. (Testo te-

desco ) st.

25. Haydn Giuseppe. Le sette parole di N. S. ridotte a Quar-

tetto dall'Autore (^op. 48) st.

MUSICA ACQUISTATA 93

Halevy. (V. Autori varj 22). Handel. (V. Autori varj 18). Henselt. (V. Autori varj 25). Haydn. (V. Autori varj 42).

26. Haydn. Giuseppe. Inno per l' Imperatore, con acc.° di P. F.

( Testo inglese ) st.

27. Hummel Gio. Nep. Op. 74. (Settimetto). Partitura st.

28. Haydn Giuseppe. Op. 76. ( Quartetto in Mib ). Partitura st.

29. Hummel Gio. Nep. Op. 87. ( Quintetto in Mib ). Partitura st.

30. » » » Metodo per il Pianoforte st.

1. Jomelli Nicolò. Messa a 4 voci. Partitura ms.

2. » » Messa da morto a 4 voci. Partitura ms.

3. Insanguine Giacomo. Pesponsorio. Sepulto Domino a 3 voci

con W.ni Partitura ms.

4. Josquin de Prèz. La deploration de Jean Okenheim a' 5

parties. Partitura st.

5. Jomelli Nicolò. Misererò a 2 soprani con W.ni Parti-

tura ms. Jachini. (V. Autori varj 44).

1. Lusignoli Tomaso. Confiteor a 3 voci ( Mib ). Partitura

ms. e. p.

2. » » Miserere a 3 voci (in Sol). Partitura

autografa e. p.

3. » » Messa da morto a 2 voci. Partitura

autografa e. p.

4. » » Dixit a 3 voci ( in Re ). Partitura

ms. e. p.

5. Lablache Luigi. Metodo completo di canto st. Leo. (V. Autori varj 16).

Laurenti. (V. Autori varj 44). Leo. (V. Autori varj 18).

6. Langhans Guglielmo. Quartetto in Fa. Partitura st.

1. Martini Gio. Batista. Sonate per organo e Cembalo, ms.

2. Mendelssohn Felice. S. Paolo. Oratorio con acc.° di P. F. st.

3. Mayr Simone. Adelasia ed Aleramo. Melodramma con acc.°

di P. F. st.

4. » » Kyrie, Gloria e Credo a 3 voci con Orch.!l

ed Org.° obb.° Partitura ms.

94 MUSICA ACQUISTATA

5. Morelli Pietro. Tota puUhra a 4 voci (in Fa). Parti-

tura ms.

6. Mazzoni Antonio. Confiteor a 4 voci piene (in Mi). Par-

titura ms.

7. » » Credidi a 4 voci piene (in Sol). Parti-

tura ms.

8. Mattei Stanislao. Dixit a 4 voci piene (in Do). Parti-

tura ms. e. p.

9. Morelli Pietro. Tantum ergo per Basso (in Mib ). Parti-

tura ms. e. p.

10. » » Tota pulchra a 3 voci (in Re). Partitura

ms. e. p.

11. Millico Giuseppe. La pietà d'Amore. Melodramma. Parti-

tura st.

12. Mayr Simone. Terzettino Per queste estreme lagrime nel-

l'Atar. Partitura ms.

13. Mozart Amedeo. Due arie per Basso nelle Nozze di Figaro.

Partitura ms.

14. Mayr Simone. Scene e duetto Per jnetà nella Ginevra di

Scozia. Partitura ms.

15. Mosca Giuseppe. Scena ed aria Qual soave e dolce incauto

nel Filosofo. Partitura ms. 16 » » Cavatina per soprano Dolce cosa nel Fi-

losofo. Partitura ms.

17. Mayr Simone. Duetto M'accende un'oggetto nel Tenditoi*

d'Aceto. Partitura ms.

18. » » Duetto per Soprano e Contralto Giuro nella

Lodoiska. Partitura ms. lì». Mercadante Saverio. Serate italiane. 8 ariette e 4 duetti

con acc.° di P. F. st.

20. » » Scene e Cavatina Nel lasciar le nafte

sponde nella D.a Caritea. Parti- tura ms.

21. Magazzari Gaetano. Gran Quartetto romantico per 2 P. F.,

Clarinetto e Violoncello st.

22. » » Quartetto per '2 Soprani, Tenori

Basso con acc.° di P. F. st.

23. Mozart Amedeo. Missa prò defunctis. Partitura st.

24. » » Il dissoluto punito (Don Giovanni). Rie

lo dramma, con acc.° di P. F. st.

25. Mok. lacchi Francesco. Ave Maria. Offertorio por Tenore e

Cori. Partitura, st.

MTTSICA ACQUISTATA 95

26. Marcello Benedetto. Canzoni madrigalesche e Arie per

camera a 2, 3 e 4 voci ms.

27. MATTE] Stanislao. Scale, Versetti e Ripieni per accompa-

gnare ms.

28. Manna Ruggero. De profundis a 4 voci. Partitura st.

29 Morandi Pietro. Dodici duetti per 2 Soprani, con B. C. st.

30. Manfroce Nicola. Scena ed aria nella Nascita d'Alcide.

Partitura st.

31. Marchesi Tommaso. Aria In seno quest'alma. Partitura st.

32. Mayr Simone. Cavatina. La pace, la calma. Partitura st.

33. Mazzuccato Alberto. Esmeraldo. Opera in 3 atti, con ac-

compagnamento di P. E. st.

34. Mozart Amedeo. Partitions des dix principaux Quatuors, e

la Fugue st.

35. Marcello Benedetto. Sonata per Clavicembalo st.

36. Mozart Amedeo. Ave verum corjms a 4 voci, con. W.ui,

Viola, Cbasso e Organo st. Magnani. (V. Autori varj 27).

37. Manna Ruggero. Offertorio per Messa da morto a 4 voci

con orch.a Partitura st.

38. Malagoli Gaetano. Frasi Rossiniane per P. F., Flauto e

Violino st.

39. Marcello Benedetto. Estro poetico armonico. 50 Salmi

Tomi 8 in 4 volumi l.a ediz. st.

40. » » Lettera scritta per Venezia dal Sig.

Cari' Antonio Renati alla S.a Vittoria Tesi ms.

41. Martin Vincenzo. Dodici canoni vocali ms.

42. Martinez Marianna. Salmo 41 a 4 voci con Orch.a Parti-

tura ms. Marcheselli. (V. Autori varj 44). Mazolini. (V. Autori varj 44).

43. Mettenteiter Giovanni. Enchiridion corale organo co-

nvitante. Sectione 4 st. Meyerbeer. (V. Autori varj 22). Muraj. (V. Autori varj 42). Mozart. (V. Autori varj 42).

44. Martini Gio. Batista. Litaniae atque Antiphonae finales

B. V. M. Alma Redemptoris, Ave Re- gina coelorum, Regina coeli, Salve re- gina 4 vocibus concinnendae cum Or-

96 MUSICA ACQUISTATA

gano, et Instrumentis ad libitum. Opus primum. Bononiae, 1734, op. 1 st.

45. Mozart Amedeo. Op. 108. ( Quintetto ). Partitura st.

46. » » Quintetto in Sol. min. Partitura st.

47. Mendelssohn Felice. Op. 20. (Ottetto). Partitura st.

48. » » 2.° Quintetto in Fa min. Partitura st.

49. » » 2.° Quintetto in si.b Partitura st.

50. Mozart V. Amedeo. Don Giovanni, Canto e P. F., con tutti

i Recit.vi st.

1. Nicolini Giuseppe. Scena e Rondò. Gema guest' alma nel-

l'Abradate e Dircea. Partitura st.

2. » » Te Deum a 3 voci con orch.a Partitura

ms. e. p.

3. » » Credo a 3 voci (in Re) con orch.a Par-

titura ms. e. p.

4. » » Confiteor a 3 voci con orch.a Partitura

ms. e. p.

5. » » Scena ed Aria. Cari figli nel Coriolano.

Partitura st. (3. » » Duetto. L'armi, deponi o caro nel Co-

riolano. Partitura st.

7. » » Duetto. Misero padre nel Dario. Parti-

tura st.

8. Nizzola (da) F. Angelo. Commune Sanctorum. (Canto

fermo) ms.

1. Orland. Tantum ergo per Soprano, con orch.a Partitura

ms. e. p.

2. Ortensia (la Regina). Partant pour la Syrie Partitura ms.

3. Ottone Michele. Parafrasi del Salmo 136 per Soprano, con

W.* Partitura ms.

1. Paer Ferdinando. L'Agnese. Melodramma con acc.° di

P. F. st.

2. Pollini Francesco. Il Canto di Selma di Ossian per So-

prano ed acc." di P. F. st.

3. Portogallo Marco. Roc.° e duetto per Soprano e Tenore

Tu l'ami. Partitura ms.

MUSICA ACQUISTATA 97

4. Paer Ferdinando. Credo a 3 voci (in Re). Partitura ms. e. p.

5. Pergolesi Gio. Battista. Livietta e Tracollo. Intermezzi,

Partitura ms. (j. » » » Stabat per Soprano e Contralto,

e Salve regina per Tenore, con W.m Partitura ms.

7. Porpora Nicola. Cantate a voce sola con acc.° di Cem-

balo ms.

8. » » Duettini notturni ed Ariette con B. C. ms. (J. Paer Ferdinando. Abelardo ed Eloisa. Cantata per Soprano

e Tenore, con acc.° di P. F. ms.

10. » » Nisi Dominus a 2 voci. Partitura ms. e. p.

11. » » Laudate puerì a 4 voci. Partitura ms. e. p.

12. Pavesi Stefano. Cavatina. Mi vieti da ridere nel Ser Mar-

cantonio. Partitura ms.

13. Paer Ferdinando. Aria Voi pur foste nella Griselda. Par-

titura ms.

14. » » Duetto. L' augel che sta sul nido nella

Griselda Partitura ms.

15. Paisiello Giovanni. Regole per ben accompagnare il Par-

timento ms.

16. Pergolesi Gio. Battista. Laudate pueri per soprano con

ripieni. Partitura ms.

17. » » » Dixit a 5 voci. Partitura ms.

18. » » » Confiteor a 5 voci. Partitura ms.

19. Pollastri Antonio. Pange lìngua a 3 voci, con acc.° d'Or-

gano 1118.

20. Picinni Nicola. Licenza per soprano. Partitura ms.

21. Pacchioni Antonio. Stabat a 4 voci con W.ni, Viola, V.Uo ed

organo. Partitura autografa.

22. PlClNNl Nicola. Aria. Cadrà fra poco in cenere nella Didone.

Partitura ms.

23. Peri Jacopo,' L'Euridice. St. (Yen. 1606).

24. Pazzaglia. Kyrie e Gloria. Partitura ms.

25. Paini Egesippo. Quartetto per P. F., Violino, Viola e V.ll° ms.

26. Pergolesi Gio. Battista. Salve regina per Contralto. ( V.

il N. 6 ) con W.ni Partitura ms.

27. » » » Salve regina a 2 voci, con \Y.U1

Partitura ms.

28. Pierluigi (Palestrina). Missarum 4, 5 a (3 voci. Lib. se-

cundus. (Poni. 1600) st.

31.

»

»

32.

»

»

33.

»

»

98 MI SICA ACQUISTATA

29. Pierluigi (Palestrina). Messa. Ecce Sacerdos e Mottetti.

Partitura notaz.e mod.a autog. di A. M.a Pacchioni.

30. » » flessa. L'uomo armato. Partitura

fatta e. s. Inni per V anno. Partitura fatta e. s. Mottetti. Partitura fatta e. s. Antifone. Partitura fatta e. s. 34 Pacchioni Antonio! Kyrie e Gloria a 5 voci, con istromenti.

Partitura autografa.

35. Paisiello Giovanni. Pirro. Melodramma. Atto 1 Partitura ms.

36. Pacchioni Antonio. Magnificat, a 3 voci con stromenti.

Partitura autografa (mancante in fine).

37. » » Veni sponsa C '/tristi. Mottetto a 3 voci,

con stromenti. Partitura autografa.

38. » » Memento d.ne David a 4 voci, con

stromenti. Partitura autografa.

39. » » Confi tebor a 2 voci con Viola obb.a e

con strumenti. Partitura autografa.

40. » » Nisi d.nus a 2 voci con stromenti.

Partitura autografa.

41. » » I tre primi Responsorj del Mere, Griov.

e Ven. Ss. a 4 voci, con B. C. Partitura autogr.

42. » » Laetatus a 5 voci, con B. C. Partitura

autografa.

43. Pergolesi Gio. Battista. L' Orfeo. Cantata per Contralto.

con W.ni, Viola e Cbasso. Par- titura ms. Paisiello. (V. Autori varj 42).

44. Peri Jacopo. L'Euridice. St. (Firenze 1863).

45. Pacchioni Ant. M. Are Maris Stella a 3 voci con B. C,

W.ni e V.Uo Partitura autografa.

46. Pacini Giovanni. Sinfonia. Dante. Partitura st.

47. » » 4." Quartetto in Re. Partitura st.

1. Rossini Gioacchino. Stabat metter per 2 Soprani, Ten. e

Basso, con acc.° di P. F. st.

2. » » Soirée musicale. 8 Ariette e 4 Duetti

con acc.° di P. F. st.

MUSICA ACQUISTATA 99

3. Raimondi Pietro. Quattro fughe in una. Pezzo a 16 voci, st.

4. Rossini Gioacchino. Guillaume Teli. Opera en 4 actes, avec

acc.° de Piano st.

5. » » Atto 8." dell'Otello, con acc." di P. F. st.

6. » » La Semiramide. Opera in 2 atti, con

acc.0 di P. F. st.

7. » » La sua prima composizione. Arietta per

Soprano con acc.0 di P. F. st.

8. » » Scena ed aria per Contralto nell'Aure-

liano in Palmira. Partitura ms.

9. » » Cavatina per Soprano nell'Italiana in

Algeri. Partitura ms.

10. » » Quartetto. Guardie olà nel Ciro in Ba-

bilonia. Partitura ms.

11. » » Cavatina per Soprano nella Pietra del

paragone. Partitura ms.

12. » » Duetto per Soprano e Basso nel Tor-

valdo e Dorliska. Partitura st.

13. » » Coro, scena e Rondò per Contralto nel-

1' Eduardo e Cristina. Partitura ms.

14. » » Cavatina per Soprano nella Gazza ladra.

Partitura ms.

15. » » Terzetto. Pappataci nell' Italiana in Al-

geri. Partitura ms.

16. » » Scena e Cavatina per Soprano nel Tor-

valdo e Dorliska. Partitura st.

17. » » Scena e Rondò per Soprano nell' Italiana

in Algeri. Partitura st.

18. » » Scena e Cavatina per Contralto nel Tan-

credi. Partitura ms.

19. » » Sinfonia nella Semiramide. Partitura ms.

20. » » Scena ed Aria per Basso nella Semira-

mide. Partitura ms.

21. » » Aria per Basso nell' Inganno felice

Partitura ms.

22. » » Rondò per Basso nel Dorvaldo e Dor-

liska. Partitura ms.

23. » » Cavatina per contralto nel Demetrio e

Polibio. Partitura ms.

24. » » Cavatina per Tenore nel Torvaldo e

Dorliska. Partitura ms.

100 MUSICA ACQUISTATA

25. Kossini Gioacchino. Dilettino per Soprano e Tenore nel Tor-

valdo e Dorliska. Partitura ms.

26. » » Introduzione della Semiramide. Parti-

tura ms.

27. Rabitti G-io. Battista. Tantum ergo per Tenore con Coro.

Partitura ms. 27. » » » Tantum, ergo per Tenore. Partitura

ms. e. p.

29. » » » Kyrie e Gloria a 3 voci. Partitura ms.

30. Rossini Gioacchino. Aria Perche turbar la calma nel Tan-

credi. Partitura ms.

31. Rameau Gio. Filippo. Castor & Pollux. Opera, avec acc.°

de Piano ms.

32. Rossini Gioacchino. Duetto Non m1 inganno nell' Otello.

Partitura st.

33. » » Le comte Ory. Opera, avec acc.° de

Piano st. (venduto al M.se Erosimi.

34. Ricci Luigi. Terzetto La scena è un mare instabile nella

Scaramuccia. Partitura ms.

35. Rossini Gioacchino. Preghiera Deh tu reggi nella Gazza

ladra. Partitura st.

36. » » Duetto, Xo, non temer nellr Otello.

Partitura st.

37. » » Scena e Duetto Perchè mai nell' Eli-

sabetta. Partitura st.

38. » » Stabat mater per 2 soprani. Ten. e

Basso. Partitura st.

39. » » Guillaume Teli. Opera en 4 art».—.

Partitura st. con autografo.

40. » » Sinfonia. Partitura ms.

41. » » Sinfonia nell' Italiana in Algeri. Par-

titura ms.

42. Reuter Giorgio. Messa da morto a 4 voci. Partitura ms.

43. Ramirez de Arellana. Canone a 48 dritto e rovesci.' st.

44. Rossi Luigi Eelice. Sanctus e Agnus a 3 voci con orch.a

ed organo. Partitura st.

45. » » » Via Crucis a 3 voci, con acc.° di or-

gano od armonium st.

46. » » » Seconde Litanie della B. V. a 3 voci

e coro, con acc.° di organo st.

47. » » ^> Tantum ergo corale a tre voci, cou

acc.° di organo st.

MUSICA ACQUISTATA 101

48. Ricordi Giulio. Inno a Vittorio Emanuele. Partitura grande

e piccola con P. F. st. Ravina. (V. Autori vari 26).

49. Rossini Gioacchino. 0 salutaris hostia. Mottetto a 4 voci

sole st.

50. » » Fede, Speranza, Carità. Tre cori reli-

giosi a 3 voci, con acc.° di P. P. st. (Venduto al M.se Prosini).

51. Ricordi Giulio. Quartetto in Sol. Partitura st.

52. Rossini Gioacchino. Il Barbiere di Siviglia. Partitura st.

(Venduto al M.se Prosini).

1. Spontini Gaspare. La Vestale. Opera en 3 actes, avec

acc.° de piano st.

2. Sporgi Gaetano. Sei sonate da Cembalo st.

3. Salieri Antonio. La secchia rapita. Melodramma buffo in

3 atti. Partitura ms.

4. Sarti Giuseppe. Rondò per Soprano nell'Idalide. Partitura.

5. Schiedermayr. Tecum principili in . Graduale pastorale. Par-

titura piccola ms. e. p.

6. Schnabel. Ave rnaris stella a 4 voci. Partitura picc. ms. e. p.

7. » Salutis humanae sator a 4 voci. Partitura picc.

ms. e. p.

8. » Uexilla a 4 voci. Partitura picc. ms. e. p.

9. » lesa redemptor omnium a 4 voci. Partitura picc.

ms. e. p.

10. Soliva Gio. Pietro. Terzetto per Soprano Tenore e Basso

nella Testa di bronzo. Partitura ms.

11. Sacchini Antonio. Litanie della B. V. a 4 voci. Partitura ms.

12. » » Credo a 4 voci. Partitura ms.

13. Sarti Giuseppe. Duetto Come partir 2}oss' nel Giulio

Sabino. Partitura st.

14. Schubert Francesco. Il re della foresta. Ballata, con acc.°

di P. F. st.

15. Sarti Giuseppe. Aria Cari figli nel Giulio Sabino. Parti-

tura st.

16. > » Rondò In qual barbaro momento nel Giulio

Sabino. Partitura st.

17. Schubert Francesco. Ave Maria a voce sola, con acc.° di

P. P. st.

102 MUSICA ACQUISTATA

18.

19. Spontini Gaspare. Milton. Opera en un Acte. Partitura st. Schubert. (V. Autori varj 23).

Scarlatti (Domenico). (V. Autori varj 2).

20. Spohr Luigi. Op. 65. (Doppio quartetto). Partitura st.

1. Terradellas Domenico. La Merope. Opera in 3 atti. Par-

titura ms.

2. Tinazzoli. Madrigale a 2 voci, con B. C. Partitura ms.

3. Tartini Giuseppe. Dodici sonate per Violino e Basso.

Op. 2.a st. Torelli. (V. Autori varj 44). Traetta. (V. Autori varj 18).

1. Volkonskij Zenarde. Cantata in onore di Alessandro I.

(Testo russo). Partitura st.

2. Winter Pietro. Scena, Terzetto e Quintetto nel Maometto.

Partitura st.

3. Ugolini Antonio. D.ne probasti me per 2 Bassi. Partitura

ms. e. p.

4. » » Nisi D.nus a 3 voci. Partitura ms.

5. » » D.ne ad ad.sum a 3 voci. Partitura ms.

6. » » Laetatus sum a 3 voci. Partitura ms.

7. Vaccai Nicola. Coro nelle tombe, nella Giulietta e Romeo.

Partitura ms.

8. » » Scena, Pondo e Duetto finale, nella Giulietta

e Romeo. Partitura ms.

9. Weigl Giuseppe. Duetto per Soprano e Tenore. Geloso amor

mi chiama. Partitura ms.

10. Winter Pietro. Cavatina Dove il mìo ben s' aggira nel

Maometto. Partitura st.

11. Weber Carlo Maria. Der Freischùtz. Opera in 3 atti, con

acc.° di P. F. (Testo tedesco) st.

12. Vallotti Francesco Antonio. Salve renimi a 8 voci in

due Cori. Partitura ms.

13. Verdi Giuseppe. Inno delle nazioni, per Tenore e Cori.

con acc.° di P. F. st.

1

MUSICA ACQUISTATA 103

1. Zingarelli Nicola. Agonia per due Soprani, con acc.° di

P. F., od organo ms.

2. » » Pange lingua a 4 voci, con B. C. ms.

3. » » Christus e Misererò a 4 voci alla Pa-

lestina st.

4. » » Partimenti st.

5. Zucchini Gio. Mauro. Ave Maria ed Angele Dei a 3 voci,

con Ore li. a Partitura st.

6. Zuccari Carlo. Sonate a Violino e Basso st. Zapata. (V. Autori varj 27).

7. Zingarelli Nicola. Stanze del Canto XX0 della Gerusa-

lemme per Soprano, con strom.*1 Partitura ms. Zingarelli. (V. Autori varj 42).

AUTORI VARI.

1. Scarlatti Demenico Handel G. F. Fughe per Cembalo ms.

2. Rossini G. Gluck C. Beethoven L. Cherubini L.

Paisiello Gr. Clementi M. Meyerbeer G. Ci- marosa D. Boieldieu A. - Fioravanti V. Mayr S.

Mozart V. A. Antologia classica musicale pubbli- cata dalla Gazzetta, Musicale di Milano. j 842. Anno 1.° st.

3. Schubert F. Donizetti G. Czerny C. Scarlatti D.

Martini G. B. Hummel G. N. Marcello B. Pergolesi G. B. Paer F. Pollini F. Weber C. M. Bach G. S. Antologia classica musicale pubbli- cata dalla Gazzetta Musicale di Milano. 1843. Anno 2.° st.

4. Martini Beethoven L. Federici V. Pierluigi (Pa-

lestina) — Tartini G. Carissimi G. Spontini G.

Frescobaldi G. Clari G. B. Haydn G. Sa- liera A. Beethoven L. Antologia classica musicale pubblicata dalla Gazzetta Musicale di Milano. 1844. Anno 3.° st.

5. Pergolesi G. B. Mozart V. A. Stradella A. Pai-

siello G. Durante F. Dussek G. L. Handel G. F.

Corelli A. Lotti A. Rossini G. Arcadest G.

Antologia classica musicale pubblicata dalla Gazzetta Musicale di Milano. 1845. Anno 4.° st.

104 MUSICA ACQUISTATA

6. Mayr S. Lulli G. B. Weber C. M. Cimarosa D.

Marenzio L. Lotti A. Paisiello G. Paer F. Rossini G. Marcello B. Monteverde C. Cle- menti M. Antologia classic i musicale pubbli afa dalla Gazzetta Musicale di Milano. 1840. Anno 5.° st.

7. Pierluigi (Palestrina) Mozart V. A. Pergolesi G. D.

Beethoven L. Antologia classica musicale pubbli- cata dalla Gazzetta Musicale di Milano. 1847. Anno 6.° st.

8. Leo L. Traetta T. Handel G. F. Rameau G. F.

Allegri G. Tritta G. Castoldi G. Pergolesi G. B.

Picinni N. Incerti (canti Carnascialeschi) An- tologia classica musicale pubblicata dalla Gazzetta Musi- cale di Milano. 1850. Anno 7.° 1851-1852. Anno 8.° st.

9. Listz F. Crainer G. B. Donizetti G. Meyerbeer G.

Donizetti G. Meyerbeer G. Benoni G. Manna R. Czerny C. Manna R. Czerny C. Lichtenthal P. Liszt F. Willmers R. Rossini G. Goli- nelli S. Rossini G. Gambini C. A. Foroni G. Cornali P. Ronchetti S. Manna R. Garnbini C. A.

Alfieri P. Lichtenthal P. Golinelli S. Golinelli S. Manna R. Golinelli S. Mariani A. Bou- cheron R. Gordigiani L. Golinelli S. Toma- dini I. Mariani A. Baroni F. Mariani A. Ascher Ricordi G. Ricordi G. Gordigiani L. Golinelli S. Ricordi G. Fumagalli P. Fasanotti F. Ricordi G. Fumagalli L. Golinelli S. Golinelli S. Pezzi di vario genere donati agli associati alla Gazzetta Musicale di Milano, st.

10. (Vedi i nomi nel libro) Gioie e sospiri Album Musi-

cale del Trovatore. 1G pezzi, st.

11. Cantus Vesperarum.

12. Processionale Sac. Ord. predicatorum.

13. Cantus Matutinarum et Laudum.

14. Leo L. Caffaro P. Partinenti. ms.

15. (Vedi i nomi nei libri) Musica divina. Annus l.nma ]lar

monias 4 vocimi continens. Voi. 1." st.

16. Haendel G. F. Leo L. - - Traetta T. Handel G. F. -

Collection de Chants classiques, avec acc.*° de Piano st.

17. (V. i nomi nel libro) Musikalisches pi'ennig-magazin.

redig. von C. Czerny. Anno 1.° st.

18. (V. i nomi nel libro ) Musikalisches pfennig- magazin redig.

von C. Czernv. Anno 2.° st.

27.

»

28.

»

29.

»

30.

»

31.

»

MUSICA ACQUISTATA 105

19. (V. i nomi nel libro) Musikalisches pfennig-niagazin, redig.

von C. Czerny. Anno 3.° st.

20. Meyerbeer G. Auber D. Halevy F. Cinque pezzi

teatrali, con acc.to di P. F. st.

21. Haydn Gr. Schubert F. Salve regina e Tantum ergo

a 4 voci, con acc.to di P. F. od organo, ms.

22. (V. i nomi nel libro) Selectus noviis missarum 4, 5, 6, 8

voc. (Tomi due) st.

23. Cramer G. B. Henselt A. Studj perii P. F. Voi. 1.° st.

24. Czerny C. Ravina E. Bertini E. ( 2.° ) Studj per

il P. F. Voi. 2.° st.

25. Zapata M. Magnani M. . Dies irae, Stabat mtiter, Dies

trae. ( Canto fermo ) ms.

26. (V. i nomi nel libro) Miscellanea per P. F. Libro A. st.

» » B. »

» » C. »

» » D. »

» » Aa.

» » Ab.

32. Paisiello Gr. Zingarelli N. Mozart V. A. Hayd Gr.

Incerti Raccolta di sonatine facili e divertevoli per il P. F. ms.

33. Corelli A. Chamborn I. M. Sonate per Violino Basso, st.

34. Perti Marclieselli Iacchini Torelli Laurenti

Mazolini Aldrovandini Belisi Grimandi Ber- nardi — Dodici sonate per Violino e \V.n°, con incisioni di Carlo Buffagnotti. st.

AUTORI INCERTI.

1. Sinfonia. Partitura ms.

2. Do torrente. Versetto per Soprano e Violino obb.° Partitura ms.

3. Qui tollis. Versetto a Tenore e Flauto obb.° Partitura ms.

4. Vexìlla regis a 3 voci con strum.*1 da fiato Partitura ms.

5. Credo a 3 voci con orchestra. Partitura ms. e. p.

6. Tantum ergo per Basso. Partitura ms.

7. Metodo per sonare V Armonica ms.

8. Tantum ergo a 4 voci. Partitura ms.

9. Toccatine avanti li Versetti dei tuoni, del Te Deum etc. ms.

( antico ).

106 MUSICA ACQUISTATA

10. Messa da morto a 3 voci con istr.11

11. Messa da morto a 2 voci, con B. C. ms.

12. Lauda Sion per Tenore e Basso, con Viole. Partitura ms.

(V. autori varj 42 .

13. Airs nationaux de Trance, ms.

14. Processionarium sacri ordini praedicatorum etc. Romae.

1736. st.

15. Ordo fratrum predicatorum (Processionale) Yen. 1517. st.

16. Messe du XIII. e siècle (pub. Coussemaker) Paris-Lille, 1861.

NOTA ALFABETICA

dei Libri di proprietà di A. Catelani che trattano, anche parzialmente, di inusica

Asioli Bonifazio. Osservazioni sai temperamento, con appendice.

Milano, 1816.

Arteaga Stefano. Le ri voi. del teatro musicale italiano. Bologna

1783-88. (voi. 3).

Antolini Francesco. La retta maniera di scrivere per il Clarinetto

ed altri stromenti da fiato. Milano, 1813.

Alfieri Pietro. Brevi notizie storiche sulla Congregazione ed Ac- cademia di S. Cecilia. Roma, 1845.

Asioli Bonifazio. Dialoghi sul trattato d'armonia (edizione 2.a).

Milano.

Artusi Gio. Maria. L'arte del contraponto. Venezia, 1589.

Asioli Bonifazio. Principj elementari di Musica (7.a edizione),

Milano, 1851.

Algarotti Francesco. Saggio sopra l'opera in Musica. Livorno, 1763.

Araldi Michele. Pensieri etc. e sulla preminenza tra la Pittura e

la Musica. Bologna, 1807.

Asioli Bonifazio. Trattato d' armonia. Milano.

» » L' Allievo al Clavicembalo. Milano.

Arnaud Giuseppe. Il Polirono. Strenna Artistico-musicale. Milano

e Venezia.

Adami Andrea. Osservazioni per ben regolare il Coro dei Cantori

della Cappella Pontificia. Roma, 1717.

Adam Adolphe. Souvenirs d' un Musicien. Paris, 1857.

» » Derniers souvenirs d' un Musicien. Paris, 1859.

Augustini fS.). De Musica. Libri sex. Parisiis. 1836.

Aaron Pietro. Thoscanello de la Musica. Venezia, 1523.

Avventi F. Mentore teatrale. Ferrara, 1845.

Arno Valentino. Nuovo sistema di tastiera e musicografia. To- rino, 1860.

108 NOTA ALFABETICA DEI LIBRI DI A. C.

Aymonino Giovanni. Modelli e prezzi dei Pianoforti ed Armonium

della sua fabbrica in Torino. Asioli Bonifazio. Biografìa scritta da Lui stesso, e parallelo delle

difficoltà del Violino e del P. F. ms. Angleria Camillo. Regola del Contraponto. Milano, 1622. Artusi Grio. Maria. L' Artusi. Parte l.a Venezia, 1600. Parte 2.a

Ven. 1603. Anders G. E. Details biographiques per Beethoven. Paris, 1839.

Abbati Marescotti Paolo. Lettera al M.° I. Manni. Modena 1862.

Azevedo. G. Rossini, sa vie et ses oeuvres. Paris, 1861.

Barbieri Gaetano. Notizie biografiche di M. F. Malibran. Milano, 1836.

Bertini Giuseppe. Dizionario storico-critico degli scrittori di mu- sica. Palermo, 1814-15. (Tom. 5).

Baini Giuseppe. Memorie storico-critiche della vita e delle opere di Gio. Pierluigi da Palestrina. Poma. 1828. (Tom. 2).

Bertalotti Ang. Mich. Pegole facilissime per apprendere il canto fermo. Bologna, 175<;.

Baini GIUSEPPE. Saggio sopra 1' indennità dei ritmi musicale e poe- tico. Firenze, 1820.

Brighenti Pietro. Della musica Rossiniana e del suo autore. Bo- logna, 1830.

Bottrigaro Hercole. Il Desiderio. Bologna. 1599.

Banchieri Adriano. L'organo suonarino. Venezia. 1605.

Bevle Henri. (Stendhal) Vie de Rossini, Paris. L854.

» » Vies de Haydn, de Mozart et de Metastase. Paris.

1851.

Berlioz Hector. Les soirées de l'Orchestre. Paris, 1854.

Bononcini Gi<>. Maria. Musico p ratti co. Bologna, 1673.

Berlioz Ettore. Gran trattato di stromentazione e d'orchestra- zione. Milano. (Trad. di Mazzucato).

Beethoven Luigi. Stridii. Milano. (Voi. 2).

Biaggi Girolamo Ales. Della musica religiosa e delle questioni ine- renti. Milano, 1857.

Boucheron Raimondo. La scienza dell' armonia. Milano. (Voi. 2).

Bonlini Carlo. Le glorie della poesia e della musica. Venezia. IT

Barbieb de Montatjl. I/année liturgique à Pome. Paris, 1857.

BoRLENGHi Federico. Elementi di canto corale. Tarma. 1857.

Berardi Angelo. Ragionamenti musicali. Bologna, 1681.

Bethizy Jean Laurent. Exposition de la tneorie et de la pratiqne de la musique. Paris. L864.

Brancoli Cesare. Della musica moderna. Memoria. Lucca. 1829.

Blazede Bury Henri. Musiciens contemporains. Paris. 1856.

Berlioz Hector. Les grotesques de la musique. Paris, 1851».

NOTA ALFABETICA DEI LIBBI DI A. C. 109

Brydone (P.)- Voyago en Sicile et à Malte. Amsterdam, 1775.

(Voi. 2). Baretti Giuseppe. Gl'Italiani, o sia relazione degli usi e costumi

d' Italia. Milano, 1818. Berardi Angelo. Documenti armonici. Bologna, 1687. » » Arcani musicali. Bologna, 1690.

» » Il perchè musicale, ovvero Staffetta armonica.

Bologna, 1683.

Botta Charles. Mémoire sur la nature des tons et des son. (To- rino, 1803).

Brighenti Pietro. Sull'importanza dell' elezione del primo Violino. Bologna, 1838.

Barbier de Montault. Notice per 1' ètat de 1' eglise de S.* Louis

de francais à Rome. Poitiers, 1855.

Bona Valerio. Pegole del Oontraponto et Compositione. Composi- tore. Casale, 1595.

Basevi Abramo. Introduzione di un nuovo sistema d' armonia. Fi- renze, 1862.

Betti Nicola. Musicussia filologica. Milano, 1862.

Berlioz Hector. A travers chants. Paris, 1862.

Brossard Sebastjen. Dictionaire de musique. Paris, 170").

Basevi Abramo. Studio sulle opere di G. Verdi. Firenze, 185'.».

Beretta. (V. Fetis, Manuale di musica).

Barone Francesco. Discorso pei solenni funerali del M.° L. F. Possi

Torino, 1863.

Boni (De) Filippo. Biografia degli Artisti. Venezia, 1852.

Brosses (De) Charles. Lettres familiéres écrites d' Italie en 1739-10.

Paris. 1858 (2 voi.).

Balbi. (V. Callegari, Trattato etc).

Blaze. (V. Castit-Blaze, Dictionaire etc).

Brignoli. (V. Autori varj).

Basevi Abramo. Studi sull' Armonia. Firenze, 1865.

Brigidi Adamo. Cenni sulla vita e sulle opere di Giulio Belli Lon-

gianese. Modena, 1865.

Blaze de Bury Henri. Meyerbeer et son temps. Paris, 1865.

Basevi Abramo. Compendio della storia della musica. Firenze, 1865.

Parte l.a

Carfani Giuseppe. Le Haydine. Padova, 1823. » » Le Rossiniane. Padova, 1824.

» » Le Majeriane. Padova, 182-1.

Cattaneo Nicolò Eust. Frusta musicale. Milano, 1831.

Coli Antonio. Vita di B.° Asioli. Milano, 1836.

Canuti Filippo. Vita di St.° Mattei. Bologna, 1829.

Calegari Antonio. Trattato del sistema armonico: pubblicato da Melchiorre Balbi. Padova, 1829.

110 NOTA ALFABETICA DEI LIBRI DI A. C.

Coferati Matteo. Corona di sacre canzoni. Firenze, 1689. Colle Francesco. M.° Dissertazione. Mantova, 1775. Calegari Antonio. Gioco pitagorico musicale. Venezia, 1801. Cattaneo Nicolò Eust. Grammatica della Musica. Milano, 1828. Calet Hippolyte. La Panliarmonie musicale, Paris.

» » Partimenti. Paris.

Calvi Girolamo. Elenco della musica sacra di Sim. Ma}rr, con note.

Milano, 1848. Czerny Carlo. Schizzo di tutta la storia della musica. Parte l.a

fino al 1800. Milano. Caffi Francesco. Storia della musica sacra nella già Cappella Du- cale di S. Marco. Venezia, 1854. (T. 2.). Castil-Blaze Francois. Dictionaire de niusique moderne. Paris, 1821.

(2. voi.) Caroso Fabritio. Il ballarino. Ven. 1581. Candotti Gio. Cattista. Sul canto ecclesiastico e sulla musica da

chiesa. Venezia, 1847. » » Sul carattere della musica da chiesa. Milano,

1851. Cicconetti Filippo. Vita di V.° Bellini. Prato, 1859. Croix (de la) A. L'art de la poesie francoise et latine, avec une

idée de niusique. Lyon, 1694. Choron. (V. Autori varj. Considerations). Casti Giambattista. Melodrammi. Avignone, 1812. Casamorata Luigi. Gli strumenti musicali all' esposizione italiana

del 1861. Firenze, 1862. Comettant Oscar. Musique et musiciens. Paris, 1862. Cattaneo Venceslao. Rudimenti teorici di musica. Milano, 1812. Comettant Oscar. Historie d'un inventeur (ad. Sax). Paris. 1860. Cicconetti Filippo. Vita di G.° Donizetti. Roma, 1864. Champfleury. (V. Hoffmann). Cesare (di) Giuseppe. Cenni intorno alle presenti condizioni della

musica. Napoli, 183 . . Catelani Angelo. La vecchia Cappella della Croce Estense etc.

Modena, 1860. Coussemaker E. (de) Traités inedits sur la musique du nioyen

age. (Prospetto). Lille, 1865. Consili Demetrio. Per un grande conservatorio di Musica. Pro- getto. Bologna, 1865. Dezais. 2.me Recucit de nouvelles contredances mises en choreo-

graphie. Paris, 1712. Donati Paolo. Descrizione del gran teatro Farnesiano di Panna.

Parma, 1817. Desbout Luigi. Ragionamento fisico chirurgico sopra L'effetto della

musica nelle malattie nervose. Livorno, 1784.

NOTA ALFABETICA DEI LIBRI LI A. C. Ili

Debay A. Hygiéne de la voix. Paris, 1852.

Doni Gio. Battista. Compendio del trattato de' generi e de' modi della musica. Roma, 1635.

Denne-Baron Dieudomnè. Cherubini, sa vie, ses travaux etc. Pa- ris, 1862.

Doering Henry. W. A. Mozart (Traduz. dal tedesco di Viel). Paris. Bruxelles, 1860.

Desarbies Nérée. Sept ans à 1' Opera. Paris, 1864.

Escudier L.a et M.e Dictionnaire de musique théorique et histo- rique, avec une preface par F. Halevy. Pa- ris, 1855. » » Vie et aventures des Cantatrices celébres etc.

Paris, 1856. » » Eossini, sa vie et ses oeuvres. Paris, 1854.

Eximeno Antonio. Dubbio sopra il saggio fondamentale etc. del P.

Martini. Roma, 1775.

Escudier Leon. Mes souvenirs. Paris, 1863.

Elwart Antoine. Histoire de la Societé del Concerts. Paris, 1860. » » Histoire des concerts populaires de musique clas-

sique. Paris, 1864.

Erckmann-Chatrian. Confidencies d' un joueur de Clarinette. Pa- ris, 1863.

Ferrari Moreni Gio. Frano.0 Un dramma in musica rappresentato

in Modena nell' anno 1692. Modena, 1852.

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NOTA ALFABETICA DEI LIBRI DI A. C. 113

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Giertz Marie. La musique au point de vue inorai et religieux.

Paris, 1859.

Garegnani Gasparantonio. Breve ristretto delle cose più necessarie da sapersi per il canto Gregoriano, ms.

Gallo Michele. Replica alla Rivista critica del Tremacoldo. Mes- sina, 1856. » » Sulla parola stile scolastico in Contrappunto. Ri-

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Galloni Gius. Prospero. Cenni Biografici del P. David da Ber- gamo. Bologna, 1863.

Herculei Martii. Cantus omnis ecclesiasticus ad liebdom. majo-

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Heine Henry. Lutéce. Paris, 1855.

Haydn Giuseppe. Gioco Filarmonico per 2 Violini, o 2 Flauti e

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Hoffmann Ernest. Contes posthumes, traduits par Champfleury.

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Halevy Fromental. Souvenirs et portraits. Paris, 1861.

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114 NOTA ALFABETICA DEI LIBRI DI A. C.

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Menin Lodovico. Elogio funebre di A. Calegari. Padova, 1828.

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MEZZANOTTE Antonio. Catalogo delle Opere Musicali del cel. M. cav. Fr. Morlacchi. Perugia, 181:'..

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Martini Gio. IJattista. Pegola agli organisti per accompagnare il canto fermo. Boi.

Mazzucato Alberto. Rapporto letto nella L." adunanza generale della Società Nazionale italiana per gli artisti di teatro. Milano. 1861.

NOTA ALFABETICA DEI LIBRI LI A. C. 115

Marino. Le dicerie sacre. Ven. 1674.

Montu A. Numeration harmonique. Paris.

Mirecourt Eugene. Rossini. Paris, 1855.

Mazzucato Alberto. Statuto organico per i Conservatorj di musica

del regno d' Italia. Milano, 1861.

Montazio Enrico. Giovacchino Rossini. 1862.

Mayr. (V. Autori varj).

Meini Vincenzo. Pensieri intorno la musica specialmente religiosa.

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Mozart (Padre e figlio). Vie d'un artiste chretien etc. publicé

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Mazzucato. (V. Berlioz Gran trattato etc).

Mery. Contes et nouvelles. Paris, 1860.

Monnais. (V. Smith).

Malmusi. (V. Autori varj).

Martini. (V. Autori varj).

Mattel (V. Autori varj).

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Napoli Signorelli Pietro. Storia critica de' Teatri antichi e mo- derni. Napoli, 1777 (l.a ediz.e ). » Discorso storico critico da servire di lume

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Nisard Théodore. Etudes sur la restauration du chant Grégorien.

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» » Réflexions etc. et réponse de Doni. Anselme Schu-

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Orlandini Cesare. Dottrina musicale. Bologna, 1841.

Olio (Dall') Gio. Battista. Avvertimenti per li sonatori di Salterio

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Osio Teodato. L' Armonia del nudo parlare. Milano, 1637.

Olio (Dall'). (V. Autori varj).

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Oneto Nicolò. Memoria sopra le cose musicali di Sardegna. Ca- gliari, 1811.

Picchianti Luigi. Notizie sulla vita e sulle opere di Luigi Cheru- bini. Milano, 1813.

Peretti Antonio. Cenni descrittivi del nuovo teatro di Modena. Modena, 1811.

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(voi. 3).

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116 NOTA ALFABETICA DEI LIBRI DI A. C.

Pernarelli Odorisio. Istituzioni di Canto fermo. Roma. 1814.

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Perotti G-ianagostino. Dissertazione. Venezia. 1811.

Pioti BASILIO. Elogi. Lucca, 1846.

Paneraj Vincenzio. Principj di musica teorico-pratici. Firenze.

1 'astore Raffaele, Elogio funebre estemporaneo di Doni.0 Cima- rosa, m. autografo.

Pontio Pietro. Dialogo. Parma, 1595.

PaGANI-Cesa. Sovra il teatro tragico italiano. Considerazioni. Fi- renze, 1825.

Picerti Saverio. Specchio secondo di musica. Napoli, 1631.

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Pintado Gii SEPPE. Vera idea della musica e del Contrappunto. Roma, 1794.

Rizzati Giuseppe. La scienza dei suoni e dell' armonia. Venezia.

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1862.

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NOTA ALFABETICA DEI LIBRI DI A. C. 117

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Eousseau Jean J. Sur le projet d' etablir un Teatre a Genève.

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Rossi Isidoro. Intorno alla musica ecclesiastica. Riflessi. Finale,

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Rocchi Antonio. Istituzioni di musica teorico-pratica. Lib. l.° Ve- nezia, 1777.

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1796.

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Sanseverino F. Notizie intorno la vita e le opere di Stefano Pa- vesi. Milano, 1851.

Salvatico Pietro. Quattro opuscoli Musicali. Milano, 1847.

118 NOTA ALFABETICA DEI LIBRI DI A. C.

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Scaletta Horatio. Scala di Musica. Milano, 1652.

Sacchi Giovenale, Don Placido. Dialogo. Pisa, 1780.

Schmid Antonio. Ottaviano de' Petrucci. Vienna, 1845, (tedesco).

Stassoff Wladimir. L'abbé Santini et sa collection musicale à Rome. Firenze, 1854.

Stendhal. (De Bejde).

Sultzbergeren Urich. I salmi di David a 1 voci. Berna, 1730. (tedesco).

Scribe Eugenio. Farinelli il musico. Milano, 1848.

Savinelli Angelo. Le prime nozioni musicali. Milano.

Schubiger Anselme. Response au P. Dafour prècedée de quelques reflexions par Nisard. Paris, 1857. (V. Nisard).

Stocchi ALESSANDRO. Diario del teatro ducale di Parma, dal 1829

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Sacchi Giovenale. Vita del Cav.e Don Carlo Broschi. Venezia, 17s4.

Santucci Marco. Composizione a 10 coronata dall' Accademia Na- poleone di Lucca. Lucca. 1800. (V. Autori varj).

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Scaramelli Giuseppe. Saggio sopra i doveri di uu primo violino. Trieste, 1811.

Chiassi Filippo. Del temperamento per l'accordatura del gravi- cembalo e dell'organo. Bologna, 18;>2, con let- tera del med.° in line Bologna, L833.

Selden Camilue. Daniel Vlady Eistoire d' un mnsiciens. Paris,

1862.

Saccozzi. (V. Autori varj).

NOTA ALFABETICA DEI LIBRI DI A. C. 119

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Trambusti Giuseppe. Della musica ecclesiastica. Roma. 1802.

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Tomicich Francesco. Almanacco enciclopedico musicale. Milano, 1864.

Torso (Dal) Vincenzo. Di Luigi Ricci e delle sue opere. Trieste, 1860.

Thoinan Ernest. Les origines de la chapelle-musique des souve-

rains de France. Paris, 1864.

Villarosa. Lettera biografica intorno etc. di G. B. Pergolesi. Na- poli, 1831. » Memorie dei compositori di musica del regno di Napoli. Napoli, 1810.

Vecchi Orazio. Regole del Contrappunto, ms.

Uberti Grazioso. Contrasto musico. Roma, 1630.

Vanneo Stefano. Recanetum de musica aurea. Roma, 1533.

Wegeler. (V. Autori varj)

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Véron L. Mémoires d'un bourgeois de Paris. Paris, 1856. (Voi. 5).

Vecchi Orazio. L' amfìparnaso. Comedia Harmonica etc. Ven. 1597.

(Il testo), ms.

Zacco Teodoro. Cenni biografici d' illustri scrittori e compositori

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Zarlino Giuseppe. Istituzioni liarmoniche. Ven. 1573, (3.a e mi- gliore edizione). » » Dimostrazioni liarmoniche. Ven. 1571.

» » Supplementi musicali. Ven. 1588.

Zulatti Francesco. Della forza della musica nelle passioni, nei

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Zanotti. (V. Autori varj).

AUTORI VARJ.

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Autori varj. Gazzetta Musicale di Milano. Milano. 1842, 43, 44, 45, 46, 47, 48, 49, 50, 51, 52, 53, 54, 55, 56, 57, 58, 59, 60, 61, 62.

120 NOTA ALFABETICA DEI LIBRI DI A. C.

Autori varj. Cdcilia. Anno 1.° Magonza, 1824, (in tedesco). Autori varj. U Italia Musicale. Anno 1.° Milano, 1847-48.

Anno 10.° 1858. Anno 11.° 1859. Autori varj. Onori funebri venduti alla memoria di Gio. Pai-

siello. Napoli, 1816. Saccozzi Giuseppe. Brighenti Giovanni. Di B. Asioli, di

L. Asioli, di G. Asioli, di Pier Alessandro Guglielmi, di

Cesare Vecchi. Reggio, 1834. Rossi Luigi F. e Fenaroli Fedele. Trattato di accompagna- mento e Basso numerato. Milano. Zanotti, Martini e Sacchi. Lettere. Milano. 1782. Autori varj. Atti della solenne Adunanza dell' Accademia Na- poleone. Lucca. 1806. (V. Santucci). Autori varj. Notizie teatrali etc. ossia II Caffè di Petronio.

Bologna, 1825. Raymond G. M. e Choron A. Lettre a M.r Villotcau etc. Con-

siderations sur le chant de V e fili se de Rome. Paris, 1811. Martini, Mattei, Dall' Olio, Riccati e Sacchi. Lettere al T'im- boschi, ms. Autori varj. Revue de musique ancienne et moderne. Rennes.

1856. Autori varj. Il Trovatore (dal suo stabilimento a Milano).

Milano, 1859, 60, 61, 62, 63 e 64. MajTr Simone e Gambale Luigi. Melodie sacre. Milano, 18 Wegeler e Reis. Notices biograpkìques sur L. van I>>"<thorcn.

Paris, 1862. Autori varj. Lo Stabat di Rossini giudicato dalla stampa.

Milano, 1843. Autori varj. Atti dell'Accademia del /.'. Istituto musicali di

Firenze. Firenze, 1863, 64, 65, SQ. Lassalle e Thoinan. La musique a Paris. Paris, L863. Autori varj. Almanach della litterature, du theatre etc. Paris,

1853, 54, 55, 56. 57. 58, 59, 60, 6Ì, 62, 63, 64, 65, 66. Autori varj. Almanach musical. Paris, L854, 55, ~^'k 57. 58

59, 6C, 61, 62, 63, 64, 65. 66. Autori varj. Prose e rime in onore di Q-. Rossini. Pesaro,

1864. Autori varj. Delle feste fatte in Pesaro in onore di O. Passini

nel 21 Agosto 1864. Pesaro, 1864. Rossi Lauro, Lamperti Francesco e Prati Bart.° Progetto per

V istituzione di un teatro lirico ed esperimentale. Milano.

1865.

NOTA ALFABETICA DEI LIBRI DI A. C. 121

AUTORI INCERTI.

Stabilimenti per V interno regolamento del R. Conservatorio di musica di S. Sebastiano in Napoli. Napoli, 1809.

Catalogo delle opere di musica, dall' anno 1836 all' anno 1846 depositate nelV Archivio della Congr. ed Accademia di S. Cecilia in Roma. Roma, 1840.

Catalogo dei maestri Compositori, dei professori di musica e dei soci d' onore della Congr. ed Accademia di S. Cecilia di Roma. Roma, 1845.

Statuto della R. Accademia dei Filarmonici di Modena. Mo- dena, 1816.

Instructions pour le déballage, V entretien et la conservation des pianos. Apercu de la fabrication des Pianos. Paris, 1850.

Osservazioni sulla vita di St. Mattel scritta dall' Avv.° Filippo Canuti. Reggio, 1830.

Il Teatro della Scala di Milano. Almanacco teatrale. Milano, 1818.

Metodo per ben insegnare ed apprendere V arte del cantare. Fi- renze, 1807. (Tratto dal Mancini).

Les Psaumes de David mis en vers francois. Amsterdam, 1723.

Indice de' Spettacoli teatrali degli anni 1773 al 1778. Milano.

Regolamento per la Musica e Cappella di Corte. Modena, 1846. Regolamento interno per la scuola di canto a servizio della R. Cappella di Modena. 1852. ms.

Luthomonographic historique et raisonnée. Monaco e Francoforte, 1856.

Recueil de fables mises en musique par un amateur. Paris, 1781.

Chansons choisies avec les airs notes. Genève, 1782. (voi. 4).

Nouveau recueil de chansons choisies avec les airs notes. Gt&nève,, 1785, (voi. 4).

Rossini e la musica. Con biografie dello Catalani, di Galli, di Lablache, di Rolla, di Marchesi, della Pasta, e di Trac- chinardi. 1827, Milano.

Regolamento organico della Società Filarmonica Modenese. Mo- dena, 1819.

Regolamento organico dell' I. R. Conservatorio di Musica in Mi- lano. Milano, 1856.

Regole facilissime per apprendere etc. i canti Fermo e Figurato. Bologna, 1698.

122 NOTA ALFABETICA DEI LIBRI DI A. C.

Giudicio di Apollo. Napoli (Yen. 17G3).

Dissertazione sopra il grave disordine od abuso della moderna musica vocale ed istrumeniale che si e introdotta e si usa a1 nostri (I) nelle Chiese. Venezia, 1821.

M'issale Romanum. Yen. 157'i.

Noarelle encyclopedie portative. Paris. 1766 (2 voi.).

Compendium musices q. Cantorinus intitulatur. Yen. 1549.

Risposta di un anonimo al cel. sig. Rosseau in proposito di Tor- tini. Venezia, 17(!1J.

Prima, seconda, terza e quarta raccolta di bellissime canzonette musicali e moderne, con residuo alla quarta parte data alle stampe da Remigio Romano. Yenezia.

I giudizii dell7 Europa intorno alla sig.a Catalani. Milano. 1816.

Regolamento della scuola di canto istituita dall' Appalto dei RR. Teatri in Milano, preceduto etc. Milano, 1854:.

Regole per li principianti da suonare il Basso sopra il Clavicem- balo o Spinetta, ms.

Modo pratico per accompagnare sul ('embolo od organo, ms.

Società di mutuo soccorso per gli Artisti di Teatro istituita in Milano. Mil.

Rime di varj autori in lode della celeberrima sig.n Faustina Bor- doni Uasse etc. 1739 (Ven. ).

Statuto della società nazionale italiana di mutuo soccorso per gli Artisti di Teatro. Milano, 1861.

Les psaumes de David mis cu rime franepise. Amsterdam, 1(>83.

('al, doglie de la lìiblioieque musicale de M '. J. Adr. 1 h La Fai/c

Paris, 1862.

Catalogne des livres rares de M. Carfano Gaspari. Paris. 1862.

Soirée musicale donne'' par M. et M.me Far rene .... 8 Avril 18G1, Paris.

Statuti) del Jk. Istituto musicale di Firenze. Firenze, 1861.

Musiciana. Paris, 1832.

Catalogne des livres liturgiques etc. édités par Frédéric Pustet de Ratisbonne. Paris, 1862.

Istituto musicale di Xovara. Novara, 18(J3.

Principj di musica. Firenze.

Principj di musica. Yenezia.

Regolamento per l'I. R. Conservatorio di Musica in Milano. Mi- lano, 1824.

Notice sur Ics travaux de MM. Erard. Paris, L855.

Rossini e la sua musica. Milano, 1824.

NOTA ALFABETICA DEI LIBRI DI A. C. 123

Serie cronologica delle rappresentazioni drammatico - pantomimiche poste sulle scene dei principali teatri di Milano dal 1776 al 1824. Milano, 1818-25 (4 voi.).

Regolamento generale pei Congressi italiani dei Cultori della mu- sica. Napoli, 18G4.

Guida per accordare e temperare le voci nel Cembalo e nelV Or- gano. Dresda (in tedesco).

Gioacchino Rossini Giuditta Pasta. Milano, 1859. (Dispensa l.a della Biogr. nniv. ).

Regolavi rnto del pio istituto teatrale di Milano. Milano, 183 K

Catalogne de la Bibliothéque musicale de feu M. A. Farrenc. Paris, 1866.

Statuto della Società Nazionale degli Autori d' opere drammatiche e musicali. Milano, 1866.

1 .1 BRETTI MELODE ANIMATICI.

Arabi (Gli) nelle Gallie.

Achille.

Adelaide di Borgogna.

Aureliano in Palmira.

Alzira.

Attila.

Aroldo.

Assedio (L' ) di Leida.

Accad.mia per la venuta del Re.

Beatrice di Tenda. Barone (Ili di Dolsheim. Barbiere (Il ) di Siviglia. Bravo (II).

Banditi (I) ms. incompleto. Ballo (Uni in maschera. Beatrice di Tolosa.

( 'aràttaco.

Chiara di Rosemberg.

Capuleti (I) e i Montecchi.

Comte (Le) Ory.

Caterina Howard.

Ciro in Babilonia.

Corsaro (II).

Cantore (II) di Venezia.

Demetrio. Disertore (II). Due (I) Foscari.

Emani.

Ezio.

Emma di Antiochia.

Elisir (L') d'amore.

Elisabetta.

Elisa e Claudio.

Edoardo e Cristina.

Esiliati ( Gli i in Siberia.

Esule (L') di Roma.

Elena da Feltre.

Ebreo (L').

Eran due ed or son tre.

Fata | La ).

Piglia (Lai del reggimento.

Francesca da Rimini.

Fidanzati I I .

Furioso (Il i.

Finto (II) Stanislao.

Falegname (II) di Livonia.

Favore (II) degli Dei.

Forza La ) del Destino.

Favorita (1.

Giuramento (II). Gemma di Vergy. Giulietta e Romeo. Guillaume Teli.

Giovanna d'Arco. Giovanna de Guzman.

Ines de Castro. Ierusalem. Isabella d'Aragona

LIBRETTI MELODRAMMATICI

Parisina.

Pazza (La) per amore.

125

Pergolese. Poliuto. Profeta (II).

Luisa Miller.

Lucrezia Borgia.

Lombardi (I) alla l.a crociata. Roberto Devereux.

Luigi Quinto.

Linda di Chamounix.

Mirra.

Marino Faliero. Matilde di Schabran. Maria Stuarda. Mosè in Egitto. Maria di Rohan. Masnadieri (I). Macbeth.

Rigoletto.

Scaramuccia.

Sonambula (La).-

Semiramide.

Serenata (La) campestre.

Stiffelio.

Sposa (La) fedele.

Simon Boccanegra.

Stradella.

Stradella.

Nabucodònosor.

Ossesso (L') immaginario.

Orsini )

Osmia *

Oberto conte di S. Bonifazio.

Orfano e diavolo.

Orfeo.

Turco (II) in Italia. Trovatore (II). Traviata (La). Tancredi.

Vestale (La). Vèpres (Lesi Siciliennes. Ultimi giorni di Suli. Violetta (La Traviata).

RITRATTI.

Asioli (Luigi).

Asioli (Bonifacio).

Asioli (B.).

Ansani (con poesia).

Aprile.

Ansani.

Albrechtsberger.

Broschi (Farinelli).

Bertinotti - Radicati.

Borgondio.

Barilli.

Banti.

Babini.

Bach (Emanuele).

Beethoven.

126

RITRATTI

Bissoli.

Benucci.

Bach ( Sebastiano ).

Berode.

Bedini.

Bernacchi.

Bonfanti (con poesia).

Brizzi ( Lodovico ).

Brizzi ( Antonio ).

Billincton.

Bordoni.

Broschi (Farinelli).

Boyce.

Bononcini (Giovanni).

Cimarosa.

Clementi.

Cherubini.

Coltellini.

Gorelli.

Cecilia (S.a).

Crescentini.

Cassotti.

Correa.

Calderini.

Cuzzoni-Sandoni.

Casalis.

Canavassi-Garnier.

Corelli.

Conti.

Cortesi.

Catalani.

Cimarosa.

Crescentini.

Cherubini.

Clementi.

Colbrand.

Caffariello.

Crivelli.

Cecilia (S.a).

Catalani.

Dalmani.

Demena.

Donzelli.

David ( Giacomo ).

Dardanelli-Corradi.

David (il re).

Egiziello. Eckarth-Neri.

Fumagalli (Adolfo).

Feron.

Fabrizi-Bertini.

Fenzi.

Ferraresi.

Fabre.

Fornari.

Gelinek.

Generali.

Gambini.

G andini { Antonio ).

Grassini (in seta).

Guidi-Canonici.

Gazzaniga.

Gelinek.

Gyrowet.

Guarducci.

Grassi.

Grossi.

Guadagni.

Generali.

Guidi.

Grassini.

Gluck.

Guido Aretino.

Haydn | Giuseppe

Haydn (-. .

HorTmeistiM-.

Hottetenv.

RITRATTI

127

Hiller. Himmel.

Haydn (Michele).

Haensel.

Hoffsteter.

Journet.

Kozeluch. Krommer.

Lodi.

Lasso.

Liszt.

Lusini.

Legnani.

Lobo.

Liverati.

Laschi-Mombelli.

Mèrulo.

Mayr.

Martini ( P. Giambattista).

Mozart.

Musica (La).

Mozart.

Moriani.

Mozart (il monumento).

Malvani.

Mirate.

Mozart (il mon.°).

Morlacchi.

Mayr.

Meyerbeer.

Marchesi.

Meul.

Mozart (il mon.°).

Martini (tenesmo ).

Marcolini.

Martin.

Marcello.

Martini (Gk B. ).

Morigi.

Mombelli.

.Alavi-. Manzoli.

Menilo (disegno). Menilo ( disegno ). Menilo (3 copie). Meyerbeer.

Nicolini.

Nicolini.

Nicolini.

Nardini.

Nicolini (con sonetto).

Naldi.

Nowicha.

Pleyel.

Petrucci (Brizio).

Paganini.

Paer.

Paisiello.

Pitagora.

Paisiello.

Paer.

Paer.

Pasta.

Perez.

Perini.

Pacchiarotti.

Potenza.

Pleyel.

Ponte (Da).

Palestrina.

Piticchio.

Portogallo.

Palmini.

Persichini.

Pergolesi.

Pacini.

128

H1TKATTI

Rossini.

Rossini.

Rastrelli ^ Vincenzo ).

Raf anelli.

Ravelli.

RarT.

Rebel.

Rameau.

Rizzio.

Steibelt.

Sighicelli { Vincenzo ).

Spontini.

Sabbatini.

Saporiti.

Sessi.

Sals.

Sclmieling-Mara.

Sirmen.

Scarlatti ( Alessandro ).

Salieri.

Scolari.

Simoni.

Seydelmann.

Sarti.

Simonelli.

Sacchini.

Spagnoli.

Testori.

Todi.

T art ini.

Tacchinardi.

Tessarini.

Viotti.

Y allotti.

Verdi.

Willaert.

Velluti.

Winter.

Weigl.

Wr-anizky.

Vinci i Marianna).

Wynne.

Wolf.

Valletti.

Viotti.

Velluti.

Verdi.

Zingarelli.

Zannouvich. Zingarelli.

DIVERSI UNITI.

Scarlatti.

Marcello.

Corelli.

Pergolesi.

Palestrina.

Leo.

Gimarosa.

Paisiello.

Rossini.

INCERTI.

1. Ritratto di uomo.

2. » di liutista.

3. » di donna. •I. » di donna.

RITRATTI

129

RITRATTI (in cornice).

Menilo (dipinto antico). Re David.

Rossini (fotogr. ovale). Martini (G. B. ).

Rossini (visite) con autografo. Zingarelli.

Rossini (visite).

Haendel.

Haydn (G.).

Mozart.

Beethoven.

Paisiello.

Cirnarosa.

Rossini (dipinto grande).

S.a Cecilia.

Jubal.

S.a Cecilia. 9 Ritratti uniti. Bellini. Paer.

Haydn (G.). Hummel. Asioli (B. ).

Rossini (visite 1864) con auto- grafo. Guido Aretino.

RITRATTI (in album).

Mercadante ( Saverio ).

Farrenc (Aristide).

Verdi (Giuseppe).

Gaspari (Gaet.0).

Cornali (Pietro).

Sivori ( Camillo ) con autografo.

Sighicelli ( Antonio ).

Gandini (Aless.0).

Marcello ( Marco M. ) con autogr.

Filippi (Filippo).

And re oli ( Carlo ).

Mariani (Angelo ) con autografo.

Sighicelli (Yinc.0). Gambini ( C. A. ). Lebouys (Caterina). Ricordi (Tito).

Rossini (La statua in bronzo). Rossini (la sua casa in Pesaro). Pacini ( Gio. ) con autogr. Ronconi (Giorgio) con autografo. Réményi ( Odardo ). Golinelli (Stefano) con aut." Meyerbeer ( Giacomo ). Fètis (Frane. Gius.).

STATUETTE.

Haendel (busto in porcellana).

Mozart )

-d ,i \ busti in gesso.

Beethoven ' to

Ronconi . ( / erme m gesso.

Rossini Bellini Rossini Lablache

statuette caricature in terra cotta.

130-

RITRATTI

MEDAGLIE (in gesso).

Haydn.

Gretry.

Rossini.

Verdi.

Mozart.

Palestrina. Cherubini. Picinni. Cimarosa.

VARIETÀ.

Violino e V.Uo della Corte Estense (fotografie) ('). Due Salterj fabb.tì da G. B. dall'Olio (2). Nuova tastiera inventata dal sud.0 Metronomo di Maelzel (3).

(1) Cfr. la Nomoclieliurgografia Valdrighi dove è riprodotto 1' opuscolo che tratta di questi strumenti intagliati dal Galli. Modena, Moneti e Namias, 1878.

(2) Stanno ora nella Collezione Valdrighi, depositata nel Museo Ci- vico, unitamente alla sottocitata tastiera.

(3) E al presente nella biblioteca Estense.

COGNOMI ED ALTRO

DI NOTEVOLE NEL TESTO DELLE MEMORIE

E NELLE NOTE

pag.

Amalia di Salerno 20

Anibrosini P 31

Ancona 9

Andreatini 1G

Antonj (Degli) 43

Asioli Bonifacio 6, 9

Asioli Giuseppe G, 9, GG

Aspa M 17

Aspa N 31

Azeglio (D') Massimo .... 17

pag.

Baggi Camillo vii

Baggi Francesco vii

Balducci 16

Baraldi 57

Baroillet 23

Baroni 7, 37, 67

Bassini 16

Bellini 17, 31, 47

Benelli 31

Beriot 17

Berry 23

Bianchi 36

Bindocci 17

Boildieu 17

Boldrini E 40, 70

Bonacini Maria vii

pag. Bononcini (musicisti) .... vii

Bordogni Luigia 31, 32

Borsini 17

Bottesini 21

Bourgenis Eufrosia 32

Bresciani (P.) 42, 70

Brutti 16

Busi Leonida vili

Bussi 17

Busti 17

C

pag.

Cacace 19

Cammarano 17

Camurri (impr. ) 33, 40

Cantelli Dionigio 14

Cappelli (tipografi) vili

Carandini Vittoria 49, 73

Carbonelli 19

Carlo V.° 57

Carlotti 7, 51

Casacciello 17, 22

Casali 41

Castellani Ber 61

Catelani Giov 2

Catelani Giulia vii

Catelani Gius vili, 38

Catelani 0 38

Cerda (Dalla) 33

Cerimele 16

Cesari (Locanda) 9. 68

132

pag.

Checcherini 17, 22, 69

Cialdini (faui.) 5, 65

Clementi 6

Coccapani L 64

Coccia 17

Cohen 16

Colini Filippo 34

Combi 17

Consiglio . . 18

Conti 17

Cordella 16

Cornali 56

Corradi Laura 3

Corradi Vincenzo 1, 3

Costantini Antonio 11

Courvoisier 10

Cramer 6

Crescentini 16, 19, 25

Crescentini Custode 16

Crespolani C 53, 73

Curci 16

pag.

Dallari (maestro) 34, WJ

David 9, 17, 68

Davolio (tip. ) 3

Dini 20, 24

Donizzetti 17, 22, 23, 24, 25, 30, 32, 44

Duprez 23

Dussek 6

E

pag. Eccord- Rizzato 22

pag.

Fiorentino 17

Fiumara 31

Flòrimo Francesco 17

Fontana R 4(3. 71

Francesco IV. ° 57

Francesco V." 52

Frezzolini 45

Frigieri Pietro 57

Fumo 19

G

pug-

Gagliardi 16

Galassi 51

Galeotti 13. (JS

Galuppi 27

Gambale 16

Gamorra 45

Gandini Aless." 45

Gaspari (Maestro). . . . yiii, 58

Gavioli (Organ.°) 4. 65

Gemelli Carlo 35, 70

Gesuiti (Collegio) 1

Gherardi (Cembalaro) ... 1. 64 Gianotti P. Giacomo . . . . 4, 63

Girard 17

Giuliani (maestro) vi

Giunti "34

Giusso 9

Golfieri (maestro) vit

Corrieri 38

Gozzi 49

Grace Luigia 58

Grimaldi Barbara 11, 68

Guerra (baller.") 4S

F

pag.

Fabrizi 16

Farmi Carlo 59

Farjasse 9

Fenaroli 16

Ferdinando II.° 11

Ferrari- Moreni G vii

Festa 17

Petis 12. 58

Fioravanti Vincenzo 17

H

Hummel.

pag.

pag.

.Tug 1. 8B

Jnlinetz : . 9B

.1 u^<o 9

133

pag.

Lablacho 17

Lanari 45

Landi Pietro 35

Laquidara Francesco 35

Laudamo Antonio . . ! . . 31, 33 Liberati -Tagliaferri Germano 39, G7 Lillo 1G

M

pag.

Maiella (Collegio) 12

Mal ago li Anselmo 7, 66

Malagoli Gaetano 58

Malaspina IL

Malibran Maria 17

Malmedye 16, 21, 23, 24

Manas 17

Maresca (fam. ) 17, 24

Mari 22

Maria Beatrice ( princ. ) ... 57

Marra 17

Mazzotti 16

Merelli (impr. ) ....... 55

Mignemi D 31

Mirate R 16

Molza Camillo ....... 57

Montecuccoli-Laderchi Raim. 7, 66

Monzone Lorenzo 28

Morelli Giuseppe 35

Moretti ... 16

Mosca Gius 33

Moscheles 6

N

pag.

Napoleone I.° 3

Nigri Gabriele 16

Nigri Sergio 16

Nunziante (gen.le) 35

pag.

Pachta 55

Pacini Giovanni 9, 17

Pagano Felice 27

Paisiello 28

Palma 30

Parenti M. A 17, 69

Pelissier Olimpia 44

Peretti Ant.° . 39, 40, 41, 43, 45, 70

Persiani 23

Peruzzi 34

Pesadori Ranuzio 31, 32

Piccioli . . 17

Pignatelli . 27

Pindemonte 8

Piraino Doni 31

Pisa Carlo m

Pisa Pietro v, 56

Pispisa Mario 35

Platone 28

Pleyel (cembalaro) 4

Poggi 45

Porto 23

Predelli 39

Preve (fratelli) 31

Pucci (sorelle) 59

Q

Quadri

pag. . 16

R

pag. Rabitti (il Vecchio) .... 1, 51

Riario Sforza 18

Piccini (ministro) 45, 72

Ricordi ( Stamp. )...... 56

Piva -Giunti 34

Roht Lucio 37

Ronconi Giorgio 45

Poppa 45

Rosaspina Enrichetta .... 6

Rossi Lauro 16

Rossini . . vi, 23, 31, 43, 44, 53, 63

134

U

pag. Sabattini Giovanni . ... 7, 06 Salatino Pietro -Ant.° . 31, 32, 33

Sangiorgi 40

Sanquirico Antonino . . . . 31, 32

Sarmiento 16

Scandiano (March, di) . . . 49, 73 Schoultz Giovanna . . 31, 32, 39

Sebastiani 20

Sedelmayer 17, 21

Serassi Giuseppe 1, 61

Sere (Del) 34

Siesto Giuseppe 17

Sighicelli Vincenzo vi

Smith 17

Sogner 16

Soli -Muratori D. Aless." ... 24 Soli -Muratori Fortunato . 7, 24, 67

Speranza 16

Stabile

pag.

Ugolini Antonio 1

Ungher 10, 39

Urso (D') 20

V

pag.

Vecchi (fam.) 5, 6, 65

Ventura Luigi e Gioach. 24, 25, 27, 69

Verdi Gius 55

Vincenzi (tipog. ) . . . . 3, 8, 49

Volo (de) Teodoro 58

Vulpes . . . . * 16

W

pag.

Walter Scott 17

Wilent Gius 32

T

pag.

Talamo David 31

Tancioni 16

Tassoni (March.) 2

Tigri Sergio 2L

Tonini 51

Torchiàrolo 22

Torelli 17

Yu£ Giovanni

pag. 1, 62

pag.

Zelo Domenico 15

Zingarelli 12, 19, 25

Zoboli Antonio 43

Zurlini 21

DIVISIONE DELL' OPUSCOLO

Dedica pag. ili

Prefazione » v

Note corollarie alla prefazione » vii

Memorie Catelani » 1

Note del comp : alle memorie » 61

Cataloghi Composizioni » 79

Musica di proprietà Catelani. ...» 85

Libri di proprietà Catelani .... » 107

Libretti melodrammatici » 124

Ritratti » 125

Id. (in cornice) » 129

Id. (in album) » ivi

Statuette » ivi

Medaglie ( in gesso ) » 130

Varietà » ivi

Cognomi ed altro di notevole nel testo delle memorie

e nelle note » 131

BIBLIOGRAFIA MUSICOGRAFICA

DI L. F. VALDRIGHI

MUSURGIANA (cose di musica) continuazione della l.a Serie.

Musiirgiana (n. 12). Cappelle, Concerti e musiche di casa d' Este, dal sec. XV

al XVIII (ivi ibid. Vincenzi e nip. 1884) con ag- giunte e documenti.

id. (n. 13). Documenti intorno Antonio ed Alessandro Gandini, tratti

dal loro Archivio di famiglia. (Nozze Gandini -Lolli) ivi Ditta Tipogr. Eossi 1885.

id. (n. 14). Musicisti Modenesi e dell' antico dominio Estense, specie

degli ultimi tempi, a compimento della pubblicazione Musurgiana, cominciata dal 1879 ivi. Ditta Tipogr. Eossi 1886. (per Nozze Montanari-Boccolari).

2.a Serie.

Musurgiana (n. 1). Cataloghi della musica di composizione e proprietà del

M.° Angelo Catelani, preceduti dalle sue Memorie autobiografiche. Modena, Soc. Tipogr., 1894. Vendi- bile nel Negozio G. T. Vincenzi a L. 3.

MUSURGIANA (extra.).

Bottegari {Cosimo) Fiorentino. (Il libico di canto e liuto di). Firenze, edi- tore il « Giornale d' Erudizione » 1891. Ediz. di 250 esemplari, nume- rati per ordine.

Grasulphus de Grasulphis (n. 4). Alcune note bibliografiche, che possono

far seguito alla biblioteca Tiraboschiana. Modena, Tip. Sociale. Luglio 1876.

Nel testo vi sono delle noterelle biografiche intorno a musicisti nostrani.

Id. id. (n. ?). Antonio ed Ignazio Pollastri, musicisti Modenesi (1765-1852).

Modena, Tipogr. del Commercio, 1894.

Frezzo L. 3,00

ML

423

qoc Catelani, Angelo

7c393S

Cataloghi della musica

ML

Ca teloni, Angelo

423

Cataloghi della

G35

musica

, < .!> Àio

Q co